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Completato il primo aggiornamento del Programma nazionale di misure nell’ambito della “Strategia per l’ambiente marino”

Sul finire di Dicembre 2021 il MITE ha approvato il nuovo Programma di misure per il ciclo 2022-2027 nell’ambito della strategia per l’ambiente marino. Entro il 31 marzo 2022 l’invio del reporting alla Commissione europea.

L’approvazione delle misure in seno al MITE

Il 20 dicembre 2021 si è svolta la riunione del Comitato tecnico per la Strategia per l’ambiente marino, che ha definitivamente approvato il nuovo Programma di misure per il ciclo 2022-2027, nel pieno rispetto delle tempistiche previste dalla Direttiva 2008/56/CE “che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino”[1]. Entro il 31 marzo 2022 l’invio del reporting alla Commissione europea

Il Comitato tecnico in seno al MITE aveva sottoposto alla Consultazione pubblica[2] le misure già adottate e l’elenco delle possibili nuove misure presentate dalla DG MAC a seguito della gap analysis condotta dall’ISPRA.

Le prossime tappe

Le prossime tappe del processo per l’avvio delle nuove misure per la tutela dell’ambiente marino sono:

  • adozione  del nuovo DPCM (che andrà a sostituire quello attualmente in vigore del 10/10/2017);
  • invio, entro il 31 marzo 2022, del reporting alla Commissione europea per la prevista condivisione del nuovo programma di misure.
La roadmap della strategia

[1] La direttiva contribuisce a garantire coerenza tra le diverse politiche settoriali e le misure legislative e di pianificazione che hanno un impatto sull’ambiente marino allo scopo di salvaguardarne la biodiversità e l’utilizzo sostenibile delle sue risorse.

[2] La Consultazione pubblica è stata aperta dal 5 novembre al 4 dicembre 2021 e i commenti pervenuti sono stati analizzati dall’ISPRA, che ha formulato proposte per ogni contributo.

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MiTE: aggiunte ulteriori competenze al nuovo Dicastero

Come ricorderete, il Governo Draghi ha varato, nel mese di Febbraio 2021, il nuovo ministero della Transizione ecologica, che assume le competenze del Ministero dell’Ambiente, e aggiunge anche alcuni funzioni chiave per la transizione ecologica, principalmente nel settore dell’energia. Con la Conversione in Legge del c.d. “Decreto Ministeri” (il DL n . 22/2021), viene ulteriormente ampliato il quadro delle competenze.

Le competenze ex DL n. 22/2021

Le competenze assegnate al “nuovo” Dicastero erano già significative con l’atto emanato a febbraio: oltre ad assorbire tutte le competenze dell’ex Ministero dell’Ambiente, sotto l’egida della transizione ecologica, sono state incluse talune competenze ritenute chiave nel processo della transizione ecologica, riguardanti principalmente il settore dell’energia (è previsto, in prospettiva, il passaggio nella nuova struttura di alcune Direzioni del Ministero dello Sviluppo economico).

Confermato il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE)

Viene confermata l’istituzione del CITE, avente il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione[1].  Inoltre, viene confermato che il Mite si andrà ad occupare di:

  • obiettivi e linee della politica energetica e mineraria nazionale;
  • pianificazione delle politiche in materia di economia circolare.

Ad esso spetterà il compito di approvare:

  • il Piano per la transizione ecologica per il coordinamento delle politiche in materia tra le quali ci saranno bioeconomia circolare e fiscalità ambientale, compresi i sussidi ambientali e la finanza climatica e sostenibile.
  • l’approvazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (prima affidata al Cipe).

Le novità: autorizzazioni statali degli impianti di energia

Con la conversione in Legge, al Ministero vengono ora attribuite:

  • le competenze su tutte le autorizzazioni statali degli impianti di energia, comprese le rinnovabili (anche off shore);
  • la gestione della riconversione, dismissione e chiusura mineraria delle infrastrutture di coltivazione di idrocarburi ubicate nella terraferma e in mare e ripristino in sicurezza dei siti.

Il report annuale

Con la conversione in Legge, sorge in capo al Dicastero, il compito di redigere, annualmente, entro il 15 luglio, una relazione alle Camere e allo stesso Comitato, riguardante gli esiti dell’aggiornamento del Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi con proposte di riduzione.

[1] Il Comitato è presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, o, in sua vece, dal ministro della Transizione ecologica, ed è composto dal ministro per il Sud e la coesione territoriale, dai ministri della Transizione ecologica, dell’Economia e delle finanze, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, della Cultura e delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

Commissione UE: necessario dirigere la finanza verso il Green deal

Con una comunicazione la Commissione Europa l’europa ribadisce la centralità della nuova strategia di sviluppo sostenibile basata sul green deal,

Dirigere la finanza verso il Green Deal europeo

Con la COM(2021) 188 del 21 Aprile 2021, la Commissione europea, rivolgendosi a Parlamento, Consiglio, Comitato delle Regioni, fa il punto della situazione sulla tassonomia comunitaria, sulle modalità di reporting, sulle preferenze inerenti il tema della sostenibilità ambientale ed in particolare a livello aziendale.

La commissione si sofferma sul recente Green Deal comunitario, rilasciato agli inizi del Dicembre 2019, prima della pandemia dovuta al COVID-19, e ribadisce il ruolo centrale del nuovo corso verde, finalizzato a garantire una crescita tale da migliorare il benessere e salute dei cittadini, coniugando lo sviluppo economico-finanziario a quello sostenibile.

Ciò dovrà essere raggiunto rendendo l’Europa climaticamente neutra entro il 2050 e proteggendo, conservando e migliorando lo stato del capitale naturale e della biodiversità sul nostro territorio.

Obiettivo: un sistema finanziario sostenibile

La commissione sottolinea ancora una volta come, in tale contesto, deve essere garantita anche una finanza “sostenibile”, e ciò deve passare, innanzitutto, attraverso una legislazione finanziaria e un chiaro percorso di transizione per le imprese.

Infatti, la portata degli investimenti necessari realizzare i cambiamenti necessari metterà il settore finanziario europeo al centro della ripresa economica che dovrà avere i profili della sostenibilità e della inclusività, nel contesto della pandemia COVID-19 e dallo sviluppo economico sostenibile a lungo termine dell’Europa.

Non si tratta di un atto estemporaneo: l’Unione sta procedendo da tempo in questa direzione – come sopra evidenziato – e l’atto delegato sulla tassonomia del clima [1], del regolamento sull’informativa sulla finanza sostenibile ne sono la chiara testimonianza.

Finanziare la transizione alla sostenibilità

La Commissione si propone di valutare la possibilità di proporre una legislazione a sostegno del finanziamento di alcune attività economiche, principalmente nel settore energetico, compreso il gas, che contribuiscono a ridurre le emissioni di gas a effetto serra in modo da supportare la transizione verso la neutralità climatica neutralità per tutto il decennio in corso.

Questa proposta mirerebbe a definire i tempi e fasi intermedie per quelle attività economiche, anche per gli investimenti esistenti, che contribuire al processo di transizione in modo coerente con il Green Deal europeo.

Un tale approccio consentirebbe di dare seguito alle conclusioni del Consiglio europeo dell’11-12 Dicembre 2020, che riconoscono il ruolo delle tecnologie di transizione come il gas naturale.

Gli investimenti in progetti di gas naturale possono beneficiare del sostegno finanziario degli strumenti dell’UE, ove tali investimenti sostengono gli obiettivi della politica dell’UE in modo coerente con il Green Affare. Gli esempi includono Recovery and Resilience Facility13, Invest EU, the European Fondo di sviluppo regionale e Fondo per la modernizzazione del sistema di scambio di quote di emissioni, che consentire ai progetti di gas naturale di qualificarsi previa valutazione caso per caso.

La transizione verso un’economia climaticamente neutra e sostenibile non è un evento una tantum ma a processi. Per le aziende, questa transizione significa ridurre le emissioni di gas serra, diventare resiliente e ridurre i danni ambientali nel tempo. Per gli investitori, transizione significa migliorare le prestazioni ambientali di un portafoglio nel tempo.

Per maggiori informazioni

Potete consultare il documento, cliccando qui.

[1] La Commissione ha presentato l’atto delegato sulla tassonomia del clima dell’UE, una proposta per una Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che rivede la non finanziaria Direttiva sulle relazioni e modifiche agli atti delegati per riflettere meglio la sostenibilità preferenze in materia di consulenza assicurativa e di investimento e considerazioni di sostenibilità nel prodotto governance e doveri fiduciari. Introduce chiari criteri di performance per determinare quali attività economiche fanno a contributo sostanziale agli obiettivi del Green Deal, e, nelle speranze della Commissione, dovrà aiutare a guidare un mondo più verde, più equo e più sostenibile Europa e sostenere l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Questi criteri creano un comune linguaggio per imprese e investitori, consentendo loro di comunicare sulle attività verdi con maggiore credibilità e aiutandoli a navigare nella transizione già in corso. La tassonomia dell’UE svolgerà anche un ruolo importante nella creazione dello standard EU Green Bond e

il marchio Ecolabel UE per alcuni prodotti finanziari al dettaglio. Attraverso l’atto delegato sulla tassonomia dell’UE per il clima, le attività economiche di circa il 40% delle società quotate, nei settori responsabili di quasi l’80% della serra diretta le emissioni di gas in Europa sono già coperte, con ulteriori attività da aggiungere in futuro.

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