Fotovoltaico: chiarimenti del MASE in merito all’assoggettabilità a procedure autorizzative ambientale
Con un interpello, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), risponde ad una questione sollevata dalla Regione Sardegna, a riguardo della possibilità di applicare una verifica preliminare di assoggettabilità (c.d. “Screening”), a determinati impianti fotovoltaici.
Il tema dell’interpello
Il MASE ha fornito una risposta ad un chiarimento posto dalla Regione Sardegna, circa l’elevazione della soglia per l’assoggettamento della procedura di “screening” VIA per gli impianti fotovoltaici, da 1 a 10 MW, così come previsto dal DL n. 77/2021 (c.d. “Semplificazioni-bis”), sia da applicare nelle aree dei siti di interesse nazionale, nelle aree in cui ci sono impianti industriali per la produzione di energia da fonti convenzionali, e/o in tutte le aree industriali, indipendentemente dal contestuale interessamento di siti di interesse nazionale.
Che cos’è lo screening VIA
Lo screening Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) è una procedura utilizzata per identificare, valutare e prevedere gli effetti ambientali potenziali di un progetto o di un’attività proposta. L’obiettivo principale dello screening VIA è determinare se un progetto o un’attività richiede un’approfondita Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) o se può essere escluso da tale valutazione.
Lo screening VIA è solitamente un processo preliminare che coinvolge l’analisi dei dettagli del progetto, della sua posizione geografica, delle caratteristiche ambientali circostanti e delle possibili conseguenze ambientali che potrebbero verificarsi. Questa analisi aiuta a stabilire se il progetto potrebbe avere un impatto significativo sull’ambiente.
Se lo screening VIA determina che un progetto o un’attività può avere impatti ambientali significativi, potrebbe essere richiesta una VIA completa. La VIA completa coinvolge una valutazione dettagliata degli impatti ambientali potenziali, che comprende la raccolta di dati, l’analisi degli effetti sulle risorse naturali, sociali ed economiche, nonché la valutazione di possibili misure di mitigazione per ridurre gli impatti negativi.
In definitiva, lo screening VIA è un processo iniziale che consente di identificare i progetti o le attività che richiedono una VIA completa e quelli che possono essere esclusi da tale valutazione in base alla loro probabilità di avere impatti ambientali significativi.
Che cosa sono i SIN
Rappresentano aree o luoghi che vengono riconosciuti e designati come di particolare importanza o valore per un paese. Questi siti possono essere di vario tipo, come siti naturali, culturali, storici o archeologici, che riflettono l’eredità e l’identità di una nazione. La designazione di un sito come sito di interesse nazionale di solito comporta una protezione legale o una gestione speciale per preservarne l’integrità e il valore.
La specifica definizione e la gestione dei siti di interesse nazionale possono variare da paese a paese, poiché dipendono dalle leggi e dalle politiche di ciascuno Stato. Ad esempio, negli Stati Uniti, l’United States National Park Service gestisce diversi siti di interesse nazionale, tra cui parchi nazionali, monumenti nazionali e siti storici nazionali. In Italia, il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo riconosce e protegge i siti di interesse nazionale attraverso l’istituzione di parchi archeologici, aree naturali protette e monumenti storici.
I siti di interesse nazionale rappresentano spesso attrazioni turistiche di rilievo e possono contribuire alla conservazione della storia, della cultura e dell’ambiente di un paese. La loro conservazione e gestione responsabile sono cruciali per preservare il patrimonio nazionale per le generazioni future.
La risposta del MASE
Secondo il Dicastero l’innalzamento della soglia a 10 MW, prevista per gli impianti fotovoltaici ai fini della verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale di competenza regionale, si applica alle tre diverse fattispecie individuate dalla norma, indipendentemente dall’interessamento contestuale di siti di interesse nazionale.
La Regione Sardegna ha formulato istanza di interpello ambientale in merito alla corretta interpretazione dell’articolo 31, comma 7-bis, del Dl 77/2021 (il cosiddetto Semplificazioni bis) che per il fotovoltaico ha innalzato le soglie per lo screening da 1 a 10 MW.
La norma, che incide sull’Allegato IV del Dlgs 152/2006, fa riferimento a tutte le fattispecie per le quali scatta la verifica di assoggettabilità a Via in caso di impianti fotovoltaici che superano i 10 MW e si applica alle tre situazioni ipotizzate dal legislatore nel 2021 indipendentemente dal coinvolgimento dei siti di interesse nazionale.
La Giornata mondiale dell’Ambiente
In occasione della giornata mondiale dell’Ambiente, il Ministro Pichetto Fratin coglie l’occasione per fare il punto della situazione sulla sostenibilità e sul modello di economia.
La posizione del nostro Ministero
L’italia punta sulla neutralità climatica e sull’energia pulità, nell’ambito dello sviluppo di un modello di economia circolare.
Inizia Fratin: “Un’Italia green, che vuole fare dello sviluppo sostenibile, dell’economia circolare e dell’energia pulita un modello vincente. Questa è l’Italia che io sogno e per la quale lavoro ogni giorno al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: una comunità nazionale che costruisce il suo futuro responsabilmente, che mette le proprie grandi professionalità al servizio del Paese, oggi e per le generazioni che verranno.” |
La giornata mondiale per l’ambiente è stata l’occasione per il Ministro sulla possibilità che si raggiunga l’obiettivo della neutralità climatica al 2050, come ci ha richiesto l’Europa con il Green Deal.
Prosegue Fratin: “La Giornata mondiale dell’Ambiente è l’occasione più adatta a una riflessione sul percorso che l’Italia deve affrontare per arrivare al traguardo della neutralità carbonica nel 2050. Un obiettivo che va perseguito con tenacia e determinazione perché sarà raggiungibile solo se sapremo mettere in campo azioni capaci di riorientare in direzione della sostenibilità sia l’apparato produttivo del Paese, sia i nostri comportamenti individuali e collettivi. L’obiettivo della decarbonizzazione non è una opzione: è l’unica via per avere un domani vivibile. Ce lo ricordano amaramente le tragedie che si susseguono nel Paese a causa degli eventi meteo estremi sempre più frequenti e sempre più violenti, come abbiamo constatato ancora recentemente in Emilia Romagna.” |
La transizione ecologica, intrapresa formalmente e sostanzialmente dal Ministero nel Febbraio del 2021, con il cambio di denominazione, deve essere ambientale, sociale ed economico, e rendere il passaggio idoneo a creare nuovi posti di lavoro green.
La transizione ecologica – e mi richiamo al monito di Papa Francesco nella sua Laudato SI’ – deve essere però “integrale”, in grado di tenere assieme le ragioni dell’ambiente e quelle sociali ed economiche. Deve essere percepita anche come la grande occasione di cambiamento, capace di dare più lavoro, più benessere diffuso. Occorre intervenire organicamente su tutto il sistema Italia. |
Gli obiettivi sono ambizioni e spaziano dall’utilizzo di carburanti di origine biologica all’efficientamento energetico.
Dovranno diventare green i trasporti, oggi ancora al 90% alimentati da idrocarburi. Il futuro di questo settore è l’elettrico ma non solo. Ci sono i biocarburanti per i quali stiamo discutendo con l’Ue e i carburanti sintetici, gli e-fuel, che possono garantire una quota di motori termici “puliti”. Dovranno diventare green le abitazioni e gli uffici, milioni di immobili, che oggi contribuiscono in maniera significativa alle emissioni di gas serra oltre che di polveri sottili che rendono sovente irrespirabile l’aria delle nostre città, soprattutto nella Pianura Padana. Anche su questo fronte abbiamo avviato una interlocuzione con l’Ue, per rendere possibile un percorso graduale che non si trasformi un una, ulteriore e pesantissima, tassa sulla casa per tutte le famiglie italiane. Saranno necessari certamente incentivi, che in parte già esistono, ma il modello non può essere quello, insostenibile per le casse dello Stato, del 110%. Dovrà diventare green anche tutto l’apparato produttivo: dalle piccole aziende con i pannelli solari sui capannoni, agli allevamenti con gli impianti di biogas, i campi con l’agrivoltaico e i trattori col biometano, all’industria pesante con l’idrogeno. |
Infine Fratin conclude sul ruolo, e soprattutto sulle risorse messe in gioco dal PNRR, visto come volano essenziale per la ripresa e resilienza (ma non solo) del nostro Paese dopo gli anni della pandemia
Il PNRR prevede stanziamenti in tutti questi campi. Dobbiamo spendere bene queste enormi risorse. Senza approssimazioni e con trasparenza, ma anche senza innescare ogni giorno una polemica su fantomatici ritardi e ipotetiche perdite dei finanziamenti. Dobbiamo attuare trasformazioni complesse rispettando la griglia dei target europei e internazionali. Trasformazioni che saranno coordinate attraverso il Piano nazionale energia e clima che è in via di aggiornamento e sarà definito, dopo un iter condiviso con tutti gli attori sociali e istituzionali, entro giugno del 2024. Ma siamo il Paese che ha più sole d’Europa, siamo il Paese che in pochi anni è diventato leader nell’economia circolare, siamo il Paese dei talenti e delle sfide vincenti. Quella della transizione ecologica è una sfida che non possiamo perdere. È la sfida del nostro futuro. |
ARERA: avviata la consultazione per l’individuazione dei costi efficienti nel settore rifiuti
L’Autorità per le Reti, l’Energia e l’Ambiente ha avviato lo scorso 16 maggio una consultazione per determinare i costi efficienti della raccolta differenziata del trasporto, delle operazioni di cernita e delle altre operazioni preliminari e la definizione degli standard tecnici e qualitativi del recupero e dello smaltimento. Avrà termine fra meno di un mese, il 15 giugno 2023.
L’oggetto della consultazione
ARERA ha avviato una consultazione dal titolo “Orientamenti per la determinazione dei costi efficienti della raccolta differenziata del trasporto, delle operazioni di cernita e delle altre operazioni preliminari e la definizione degli standard tecnici e qualitativi del recupero e dello smaltimento
L’obiettivo è quello di determinare i costi efficienti e standard di qualità, della raccolta differenziata, delle attività di recupero e di smaltimento.
Ciò viene svolto con l’obiettivo strategico di individuare i costi efficienti del servizio di gestione dei rifiuti e determinare le tariffe alla luce del paradigma della Circular Economy.
Ciò avverrà tenendo conto di corretti e imprescindibili criteri di sostenibilità e di efficienza, il fondamentale principio della “Extended Producer Responsibility” (EPR), per una configurazione delle filiere più efficace, conducendo analisi ed elaborazioni volte a identificare gli opportuni indicatori di costo, quali benchmark di efficienza a cui tendere.
ARERA
Che cos’è
Si tratta di un Autorità Amministrativa indipendente, istituita nel 1995[1].
Essa ha il compito di tutelare gli interessi dei consumatori e di promuovere la concorrenza, l’efficienza e la diffusione di servizi con adeguati livelli di qualità, attraverso l’attività di regolazione e di controllo. L’azione dell’Autorità, inizialmente limitata ai settori dell’energia elettrica e del gas naturale, è stata in seguito estesa attraverso alcuni interventi normativi.
Le competenze nel settore rifiuti
Con la c.d. “Legge Finanziaria 2018” (L. n. 205 del 27 Dicembre 2017), inoltre, sono state attribuite da essa funzioni di regolazione e controllo del ciclo dei rifiuti, anche differenziati, urbani e assimilati.
Pure per questo settore le competenze conferite sono svolte con i medesimi poteri e nel quadro dei principi, delle finalità e delle attribuzioni, incluse quelle di natura sanzionatoria, stabiliti dalla legge istitutiva n.481/1995.
Oltre a garantire la promozione della concorrenza e dell’efficienza nei settori energetici, l’azione dell’Autorità è diretta, per tutti i settori oggetto di regolazione, ad assicurare la fruibilità e la diffusione dei servizi in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale, a definire adeguati livelli di qualità dei servizi, a predisporre sistemi tariffari certi, trasparenti e basati su criteri predefiniti, a promuovere la tutela degli interessi di utenti e consumatori. Tali funzioni sono svolte armonizzando gli obiettivi economico-finanziari dei soggetti esercenti i servizi con gli obiettivi generali di carattere sociale, di tutela ambientale e di uso efficiente delle risorse.
I propositi dell’Autorità
Le azioni strategiche di cui al presente provvedimento coprono il quadriennio in cui l’Autorità è chiamata ad accompagnare l’applicazione della disciplina tariffaria per il settore dei rifiuti, varata nell’agosto 2021, contribuendo a creare le condizioni per il raggiungimento dei nuovi target eurounitari e nazionali.
L’Autorità valuterà l’impatto degli sviluppi tecnologici sulla configurazione delle filiere, anche alla luce degli effetti conseguenti alle novità normative introdotte dal recepimento del “Circular Economy Package” (ed in particolare del D.Lgs. n. 116 del 3 settembre 2020), in materia di qualificazione dei rifiuti prodotti da utenze non domestiche e di possibilità, per tale tipologia di utenza, di conferire i rifiuti urbani al di fuori del servizio pubblico.
Peraltro, con riferimento alla definizione della domanda dei servizi pubblici di raccolta, trasporto e trattamento, o, sotto un profilo giuridico diverso ma con effetti in termini economici e finanziari analoghi, con riferimento alla definizione di rifiuto, l’appartenenza o meno al perimetro delle attività regolate e, conseguentemente, soggette al relativo recupero dei costi, secondo le modalità di prelievo all’utenza finale, appare un tema di grande rilevanza, che richiede all’Autorità di individuare – in esito ad una costante analisi evidence based – le misure più idonee a graduarne gli effetti in un orizzonte temporale congruo.
Alcuni degli strumenti economici richiamati dal citato decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, e delle altre misure per incentivare l’applicazione della gerarchia dei rifiuti, richiedono lo sviluppo di interventi ulteriori, da inquadrare in un framework di progressiva stabilità e certezza della regolazione. In particolare, nuove misure verranno attivate con riferimento alla prevenzione e al riciclaggio, ai “regimi di tariffe puntuali (pay-as-you-throw) che gravano sui produttori di rifiuti sulla base della quantità effettiva di rifiuti prodotti e forniscono incentivi alla separazione alla fonte dei rifiuti riciclabili e alla riduzione dei rifiuti indifferenziati”, nonché ai “regimi di responsabilità estesa del produttore per vari tipi di rifiuti e [alle] misure per incrementarne l’efficacia, l’efficienza sotto il profilo dei costi e la governance”*.
Le linee di intervento
Diverse sono, a tal proposito, le linee di intervento previste, oltre a quello sopra citato:
- Aggiornamento e integrazione del metodo tariffario rifiuti, alla luce delle evidenze riferite alla prima applicazione delle misure recate dal MTR-2 per la promozione della capacità del sistema di gestire integralmente i rifiuti. Un limite alla crescita annuale delle entrate tariffarie e dei corrispettivi per l’accesso agli impianti, e la possibilità di definire criteri di prossimità a beneficio delle comunità ricadenti in aree limitrofe agli impianti medesimi, saranno elementi che l’Autorità intende mantenere, in un’ottica di sostenibilità delle condizioni economiche applicate agli utenti, anche in sede di impostazione della disciplina tariffaria per il terzo periodo regolatorio.
- Revisione dell’attuale disciplina in materia di corrispettivi applicati agli utenti, in merito ai criteri di ripartizione delle entrate tariffarie tra utenze domestiche e non domestiche, anche favorendo il passaggio graduale alla tariffazione puntuale (con la finalità di introdurre sistemi di tariffazione che forniscano adeguati segnali di prezzo agli utenti, in ossequio al principio comunitario del “pay-as-you-throw”, con effetti positivi anche in termini di prevenzione della produzione di rifiuti).
- Disciplina dei criteri e delle modalità per la definizione della componente a copertura dei costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati, anche definendone le relative modalità di indicazione negli avvisi di pagamento e vigilando sul corretto utilizzo delle risorse che ne derivano (in coerenza con gli esiti della discussione parlamentare in ordine alle “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare («legge SalvaMare»)”).
[1] legge 14 novembre 1995, n. 481 “Norme per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità.Istituzione delle Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità”
Ok al piano di forestazione urbana del MASE
Per la Commissione Europea e la nostra Corte dei Conti l’avviso inerente il Piano di forestazione urbana varato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) può essere intrapreso. A seguito della positiva valutazione dei due organismi, prendono corpo le misure del PNRR previste dalla Missione 2.
Il processo di valutazione
In particolare la Commissione ha concluso l’iter di valutazione relativo alle attività di rendicontazione, magistratura contabile e chiede alle strutture di “proseguire e accelerare vigilanza e controllo sui soggetti beneficiari”. Pubblicato il nuovo bando per le annualità 2023 e 2024. Per il Ministero “opera strategica per compensare anni di eccessivo consumo di suolo”
Di cosa si tratta
La M2C4
La valutazione riguardava l’avviso rilasciato dal Ministero dell’ambiente, relativo alla presentazione di proposte progettuali finalizzate alla realizzazione di interventi di forestazione urbana, periurbana ed extraurbana nel contesto territoriale delle 14 Città metropolitane nell’ambito del PNRR, Missione 2, Componente 4, Investimento 3.1 “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU.
In linea con le strategie nazionali e dell’Unione Europea, l’investimento prevede una serie di azioni rivolte alle 14 città metropolitane, per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini di tutti i comuni metropolitani attraverso interventi di rimboschimento che contrastino i problemi legati all’inquinamento atmosferico, all’impatto dei cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità.
Le finalità dell’investimento
L’investimento è finalizzato a:
- preservare e valorizzare la naturalità diffusa, la biodiversità e i processi ecologici legati a ecosistemi pienamente funzionali e resilienti;
- contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e alla rimozione del particolato nelle aree metropolitane, aiutando così a proteggere la salute umana;
- contribuire a ridurre le procedure di infrazione della qualità dell’aria;
- recuperare i paesaggi antropizzati valorizzando le periferie e le connessioni ecologiche con le aree interne rurali (corridoi ecologici, reti ecologiche territoriali) e il sistema delle aree protette; frenare il consumo di suolo e ripristinare i suoli utili.
L’obiettivo finale dell’attività di forestazione
L’obiettivo è la messa a dimora di almeno 6,6 milioni di alberi entro il T4-2024 (1000 alberi per ettaro), individuando specie coerenti con la vegetazione naturale potenziale secondo il principio di utilizzare “l’albero giusto nel posto giusto” in termini ecologici, biogeografici, ecoregionali e di risposta alle diverse esigenze ambientali per ciascuna area metropolitana.
Le valutazioni operate sul piano
Le considerazioni della Corte dei Conti
La Corte dei Conti ha chiuso la propria iniziativa di controllo concomitante con una deliberazione del 9 maggio scorso, prendendo atto dell’attività svolta dal Ministero.
In particolare, la magistratura contabile chiede al MASE:
- di proseguire e accelerare l’esercizio proattivo delle proprie funzioni di vigilanza e controllo nei confronti dei soggetti attuatori beneficiari” delle risorse PNRR per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano nell’intervento “Rimboschimento e tutela del verde;
- di attuare un “monitoraggio continuo del relativo stato di avanzamento così da prevenire eventuali ritardi o criticità tali da compromettere il raggiungimento del target finale.
Le considerazioni della Commissione Europea
Invece, la Commissione europea ha dato esito positivo all’attività di verifica (“sampling”) sulla misura, con la conseguente conferma della rendicontazione sulla domanda di pagamento di dicembre 2022.
Le dichiarazioni
Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato, in merito, che “il fattivo confronto con il collegio per il controllo concomitante della Corte dei Conti è servito a chiarire l’efficacia dell’azione del MASE, sostenuta da evidenze scientifiche e rivolta a una gestione delle piante nel rispetto dell’autoctonia e della biodiversità, che garantisca nel tempo la reale funzionalità degli interventi di imboschimento. Ne è conferma anche la chiusura delle procedure di verifica da parte degli uffici europei preposti. L’impegno – conclude il Ministero – è da considerarsi strategico, perché non finalizzato all’arredo urbano, ma a un’opera di vera e propria forestazione che, come dimostrano i tragici eventi di questi giorni, è necessaria per compensare anni di eccessivo consumo del suolo”.
Il PNRR prevedeva come milestone di fine 2022 la messa a dimora di un milione e 650 mila specie arboree e arbustive: un traguardo superato per tempo dal Ministero, con oltre due milioni di unità, tra piante e semi, destinate a undici città metropolitane che hanno progettato interventi di forestazione sul loro territorio. La task force di progetto composta tra gli altri da MASE, Centro Interuniversitario Biodiversità CIRBISES, Ispra e Comando biodiversità dell’Arma dei Carabinieri approfondirà ulteriormente le azioni di verifica e controllo e nel frattempo è stato pubblicato l’avviso per le annualità 2023 e 2024, nel quale sono tenuti in considerazione i suggerimenti tecnici giunti dall’ANCI e dalle Città Metropolitane.