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PNRR: dal Ministero dell’Agricoltura risorse per un miliardo di euro dedicate allo sviluppo dell’agrisolare

Facendo seguito ad un Decreto risalente ad Aprile scorso, il Ministero dell’Agricoltura ha reso noto l’avviso pubblico per la gestione di risorse pari ad un miliardo di euro dedicate all’agrivoltaico.

I dettagli dell’iniziativa

Il Ministero ha pubblicato sul proprio sito, lo scorso 19 aprile, un avviso di partecipazione riguardante le attività di finanziamento di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale.

Si tratta di una misura che interessa impianti fotovoltaici installati sui tetti di edifici, che vengono impiegati per l’uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale.

Si tratta, cioè, di edifici che possono, tra le altre cose, alimentare i consumi energetici di fattorie, allevamenti o stabilimenti di trasformazione.

I settori interessati sono quelli agricolo, zootecnico e agroindustriale nell’ambito del Missione 2 del Pnrr, investimento Parco Agrisolare.

I termini

Le domande dovranno essere presentate dal 12 settembre al 12 ottobre 2023 tramite la Piattaforma informatica predisposta dal Gse nell’area clienti.

Le novità

L’avviso, rispetto alle altre linee di finanziamento, porta delle novità; in particolare si segnalano:

  • la previsione della partecipazione delle imprese in forma aggregata e la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati agricoli con potenza fino ad un massimo di 1.000 kWp per impianto;
  • l’incremento dell’intensità di aiuto massima concedibile fino all’80%, per le imprese della produzione agricola primaria e della trasformazione agricolo in agricolo, e l’introduzione della nuova fattispecie di autoconsumo condiviso.
  • Il tetto massimo della spesa ammissibile[1].

[1] Essa è stata raddoppiata per sistemi di accumulo fino a 100.000 euro e per dispositivi di ricarica fino a 30.000 euro. In merito alla spesa massima ammissibile per beneficiario essa è ora pari ad 2.330.000 euro.

Pnrr, proposta di revisione con rimodulazione risorse

Lo scorso 27 Luglio la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha reso pubblica la bozza di proposta per la revisione del PNRR. Si tratta dell’ennesimo intervento del Governo per accelerare le procedure utili a consentire la possibiità di sfruttare le risorse finanziarie offerte dal NextGenUE.

L’ultimo intervento

La novità riguarda, in particolare, l’inserimento di un nuovo capitolo volto al perseguimento degli obiettivi legati all’iniziativa RePowerEu (adottata dall’Unione europea nel 2022 al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento dell’energia a prezzi sostenibili).

Che cos’è il PNRR?

Nella seconda metà del 2021 il Governo italiano ha adottato il “Piano nazionale ripresa e resilienza” (meglio

noto come “Parr”), quale insieme di azioni finalizzate a contrastare gli effetti negativi sul piano economico

causati dalla pandemia di Covid-19.

In particolare, gli investimenti per l’ambiente sono rinvenibili nelle seguenti missioni:

  • missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura);
  • missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica):
  • missione 3 (Infrastrutture per una modalità sostenibile).

Il PIT è articolato in sei missioni, a loro volta suddivise in componenti. In tale architettura sono incastonati

gli interventi previsti dal Piano, distinguibili in due tipologie, ossia “riforme” legislative ed “investimenti”

economici. Tra gli investimenti, cosi come per le riforme, trovano collocazione misure che interessano la tematica ambientale.

Tutte le misure del PNRR (dunque sia riforme che investimenti) devono soddisfare il principio di “non arrecar[1]e danno significativo agli obiettivi ambientali” (“Do No Significant Harm”, da cui l’acronimo “Dush”) secondo valutazioni da fare ex-ante, in itinere ed ex-post. Allo scopo di assistere Amministrazioni titolari delle misure e soggetti attuatori delle stesse nell’applicazione del principio “Dnsh” la Ragioneria generale dello Stato ha adottato la circolare 30 dicembre 2021, n. 32. poi aggiornata dalla circolare 13 ottobre 2022, n. 33.

Dove interviene il Governo?

La bozza riguarda l’insieme delle modificazioni implementate nel PNRR Parr relative a ciascuna delle sei Missioni che lo compongono, con la specificazione di un elenco di misure per le quali è previsto un definanziamento, totale o parziale, dal Piano.

Tra queste le misure relative alla gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico, all’utilizzo dell’idrogeno in setton hard-to-abate, alla promozione di impianti innovativi (incluso offshore) e alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano.

Quali sono stati i recenti interventi governativi sul punto

Diversi sono stati gli interventi effettuati dal Governo per accelerare la realizzazione delle iniziative del Piano. In tempi recenti si segnalano:

  • La definizione delle modalità operative per la presentazione di progetti di decarbonizzazione industriale con idrogeno a basso contenuto di carbonio nei settori “hard to abate”, relative alla missione 2, Componente 2, Investimento 3.2 (avviso pubblico MASE  del 15 marzo 2023, n. 254);
  • Pubblicazione del decreto direttoriale da parte del MASE (156 del 2 maggio 2023), relativo all’approvazione dell’avviso pubblico per la presentazione di proposte di intervento di forestazione urbana, periurbana ed extraurbana nelle Città metropolitane (Misura 2- Componente 4-Investimento 3.1);
  • La creazione di una casella di posta elettronica (quesitipnrr@mase.gov.it) alla quale i soggetti attuatori beneficiari di interventi relativi alle Misure del Parr di competenza del Ministero possono inviare quesiti sui progetti approvati o presentati o sulle domande presentate (avvenuta lo scorso 10 maggio 2023);
  • Definizione delle indicazioni sulle modifiche consentite ai progetti rientranti negli investimenti per la realizzazione e l’ammodernamento degli impianti rifiuti e i “progetti faro di economia circolare (Missione 2-Componenti 1-Investimenti 11 e 12)[2];
  • La determinazione della disciplina per la concessione di contributi per l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale (Missione 2, Componente 1. Investimento 2.2[3]).

[1] Ex Regolamento 241/2021/Ue (Dispositivo per la ripresa e la resilienza).

[2] Ex Circolare MASE del 27 giugno 2023.

[3] Ex  Dm 19 aprile 2023, pubblicato l’1.7.2023.

MASE: autorizzati 75 progetti faro per il riciclo della plastica

Sono stati autorizzati dal ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) ben 75 progetti. I profili dell’iniziativa e i meccanismi di riciclo della plastica ad oggi praticati in Italia.

PNRR: dal MASE ok a 75 progetti faro per impianti di riciclo della plastica

E’ stata aggiornata dal MASE la lista dei soggetti beneficiari del contributo per complessivi 115 milioni. Settantacinque sono i nuovi progetti di realizzazione di impianti di riciclo dei rifiuti plastici, compresi quelli recuperati dal mare. Il Dipartimento Sviluppo Sostenibile del Ministero ha approvato infatti il decreto di concessione dei contributi ai progetti “faro” di Economia Circolare per il riciclo della plastica, specifica linea di intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il provvedimento, trasmesso alla Corte dei Conti per la registrazione, estende la platea dei beneficiari già individuati dal precedente decreto grazie alla rimodulazione delle risorse non utilizzate per altre linee.

I meccanismi di riciclo della plastica

Esistono diversi meccanismi per il riciclo dei rifiuti in plastica, che dipendono dal tipo di plastica e dalla sua destinazione d’uso finale. Tra i principali meccanismi di riciclo ci sono:

  • Riciclo meccanico: è il metodo più comune e prevede la triturazione e la fusione della plastica in nuovi prodotti, come contenitori, tubi, profili e altri oggetti.
  • Riciclo chimico: è un processo più avanzato che prevede la trasformazione della plastica in nuovi materiali utilizzando sostanze chimiche. Esistono diverse tecnologie per il riciclo chimico, come il cracking termico, la depolimerizzazione e la gassificazione.
  • Riciclo energetico: prevede l’utilizzo della plastica come combustibile per la produzione di energia termica o elettrica. Questo processo avviene attraverso la combustione della plastica in appositi impianti, che la trasformano in vapore acqueo e gas di combustione.
  • Riciclo biologico: si tratta di un processo di compostaggio in cui la plastica viene scomposta da microrganismi in compost, che può essere utilizzato come fertilizzante per l’agricoltura.

Inoltre, esistono anche altri meccanismi di riciclo meno diffusi, come il riciclo artistico, che prevede l’utilizzo della plastica per creare opere d’arte, o il riciclo di prodotti in plastica, come le bottiglie, per creare nuovi prodotti come i piumoni.

Le dichiarazioni

Il finanziamento ai soggetti beneficiari, la cui lista è pubblicata sul sito del Ministero, consentirà la realizzazione di nuovi impianti di riciclo meccanico, chimico e i “plastic hubs”, anche per recuperare il cosiddetto “marine litter”. “L’investimento del PNRR – spiega il Ministro Gilberto Pichetto – ci dà la possibilità di far crescere nel Paese una filiera dell’innovazione sul dirimente problema della gestione dei rifiuti plastici. Anche nel G7 in Giappone – ricorda il Ministro – l’impegno preso è stato molto chiaro, con il target al 2040 per lo stop a nuovi rifiuti plastici: l’Italia vuole essere ancora una volta, come in altri settori del riciclo, riferimento virtuoso per l’affermazione dell’economia

Piano d’azione per i siti orfani: sbloccati i fondi del PNRR

Con un Decreto direttoriale, il Dicastero ha sboccato le risorse, previste dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), relative al ripristino dei c.d. “siti orfani”, mediante la realizzazione di un Piano d’Azione programmato dal Governo nel 2021. I profili dell’iniziativa.

Il Piano

Il Piano mira a ripristinare lo stato precedente dei luoghi interessati, per consentire la maggiore tutela delle popolazioni interessante, ovvero residenti in prossimità di queste aree, e, nel contempo, evitare che la contaminazione possa ulteriormente allargarsi al territorio circostante. L’importo delle risorse, tratte dal PNRR, mediante DM Ambiente dello scorso 4 agosto, è pari a 500 milioni di euro, e consistono in fondi erogati a favore di Regioni e Province autonome.

Cosa sono i siti orfani

Si tratta dei “quei siti contaminati che non siano stati bonificati dai responsabili o dai proprietari dei terreni, perché sconosciuti o inadempienti”, con particolare riferimento ad ex discariche, ex inceneritori, fabbriche o cave minerarie dismesse, mattatoi, raffinerie petrolifere, ovvero luoghi dannosi per l’uomo e per l’ambiente, secondo la definizione fornita dal Ministero della Transizione Ecologica.

Si tratta, in definitiva, di luoghi potenzialmente contaminati per i quali il responsabile dell’inquinamento non è individuabile o individuato o se è individuato non ha provveduto agli adempimenti previsti per la bonifica ai sensi del TUA (D.Lgs. n. 152/2006, Testo Unico Ambientale).

Il contenuto dell’art. 17

Nel 2021 il Governo (con DL n. 152, art. 17) aveva previsto l’adozione di un apposito  Piano d’azione per la riqualificazione dei siti orfani al fine  di  ridurre l’occupazione  del  terreno  e  migliorare  il  risanamento   urbano.

Ciò era inserito nelle previsioni  indicate   nella   Misura   M2C4   – investimento 3.4 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a cura del Ministro della transizione  ecologica,  secondo un’intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata di cui  all’articolo  8  del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,

Il MITE aveva precedentemente stabilito:

  • da un lato l’elenco[1] dei suddetti;
  • dall’altro i criteri di ammissibilità[2],

Con un ulteriore intervento il MITE (DM Ambiente 4 agosto 2022) ha stabilito la ripartizione tra Regioni e Province autonome relativi ai fondi del PNRR stanziati nell’ambito della Missione 2, Componente 4, Investimento 3.4, dedicati ai siti orfani oggetto di intervento e concertati con gli Enti territoriali[3].


[1] Individuati con Decreto Direttoriale Mite 22 novembre 2021, n. 222.

[2] Individuati con Decreto Direttoriale Mite 23 febbraio 2022, n. 15.

[3] Ai fini del Piano d’azione si  applicano  le definizioni, l’ambito di applicazione e  i  criteri  di  assegnazione delle risorse previsti dalle disposizioni di attuazione previste dalla normativa (v. art. 1, c. 800, L. n. 145/2018, Legge di bilancio 2019).

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PNRR: pubblicate le graduatorie dei progetti di riciclo

Quasi 660. Sono le proposte che sono state selezione dal Ministero della Transizione Ecologica in risposta ai bandi del PNRR (Piano Nazionale Ripresa e resilienza). Tante le richieste di accesso ai finanziamenti provenienti dalla Comunità europea, rispetto alle disponibilità previste dal Piano. Le componenti della Missione 2, dedicata al tema, e lo stato dell’arte in merito alle richieste.

La missione 2 (“Economia Circolare”) del PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e resilienza, in merito, include le risorse per il miglioramento dei progetti di riciclo nell’ambito della missione 2 (M2) Rivoluzione verde e transizione ecologica, con la quale si prefigge l’obiettivo di colmare le lacune strutturali che ostacolano il raggiungimento di un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse, in linea con gli obiettivi del Piano d’azione per l’economia circolare varato dall’Unione europea nel marzo del 2020. La Missione si articola in quattro diverse  Componenti.

  • Componente 1 (“Agricoltura sostenibile ed economia circolare”), realizzata con il fine di migliorare la gestione dei rifiuti attraverso il rafforzamento e lo sviluppo di filiere circolari.

A questo scopo, tra gli altri, gli investimenti previsti sono mirati alla infrastrutturazione e digitalizzazione della raccolta differenziata, alla realizzazione di nuovi impianti per il riciclo e la valorizzazione delle frazioni provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani, allo sviluppo tecnologico di filiere industriali strategiche per il raggiungimento degli obiettivi comunitari di riciclaggio e di decarbonizzazione (carta e cartone, plastiche, tessile, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche).

  • componente 2 ( “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”), creata con il fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi strategici di decarbonizzazione attraverso importanti linee di riforme e investimenti, incrementando la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, potenziare e digitalizzare le infrastrutture di rete, promuovere la produzione, la distribuzione e gli usi finali dell’idrogeno, incentivare la crescita di un trasporto locale più sostenibile e sviluppare nel nostro Paese catene di fornitura competitive nelle aree a maggior crescita che consentano di ridurre la dipendenza da importazioni di tecnologie ed anzi di farne motore di occupazione e crescita;
  • componente 3 (“Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”), realizzata con l’obiettivo di agire su una filiera particolarmente strategica.  Fra le misure che la compongono, oltre alla riduzione dei consumi, da cui consegue l’abbattimento delle emissioni di CO2, è significativo anche il riferimento all’esposizione al rischio sismico del nostro Paese e al miglioramento delle condizioni abitati dei cittadini, alleviando fra le altre cose la povertà energetica;
  • componente 4 ( “Tutela del territorio e della risorsa idrica”), predisposta per mettere in campo le azioni necessarie per rendere il Paese più resiliente agli effetti dei cambiamenti climatici, proteggendo la natura e le biodiversità. Nell’ambito di questa il MiTE ha concluso quattro differenti investimenti.

Il plafond dedicato e le graduatorie pubblicate

Gli investimenti previsti dalla M2C1 prevedono appunto un sostegno finanziario alla realizzazione di nuovi impianti per il riciclo e la valorizzazione delle frazioni provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani.

In merito, le richieste ricevute sono 577 proposte, mentre il plafond dedicato è pari a 2,1 miliardi di euro. Per i progetti innovativi invece l’entità del plafond è pari a 600 milioni di euro

La commissione di valutazione ha reso note le prime due graduatorie, relative a:

I progetti selezionati saranno ora sottoposti a un’ulteriore verifica prima dell’approvazione delle graduatorie definitive.

Le graduatorie da pubblicare

In relazione alle proposte sin qui presentate, ancora cinque devono essere pubblicate.

In merito, il MITE ha rinviato la loro pubblicazione al 13 e 20 ottobre e al 20 novembre, in relazione alla numerosità delle istanze pervenute e la complessità delle relative proposte progettuali, per cui la stessa commissione di valutazione.

I numeri, meglio di ogni altra cosa, consentono di comprendere la natura della richiesta:

  • 243 le domande che provengono dall’area meridionale del Paese (più della meta) mentre sono 136 quelle che provengono dal Centro e 89 dal Nord;
  • 468 i progetti selezionati dalla commissione tra le domande fatte pervenire da comuni e gestori del servizio pubblico per l’accesso alla linea d’intervento da quasi mezzo miliardo di euro dedicata all’ammodernamento e realizzazione di impianti per il trattamento e il riciclo dei rifiuti urbani differenziati;
  • oltre 4mila, per un valore complessivo dei progetti di più di 12 miliardi di euro, pari a sei volte l’ammontare disponibile;
  • 109 le proposte progettuali selezionate per l’accesso ai 150 milioni di euro dedicati ai nuovi impianti per il riciclo della plastica[1].

[1] In particolare, sulle domande presentate sull’oggetto, 45 provengono dal meridione, 27 dal Centro e 37 dal Nord (il 35%).

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Cronoprogramma attuazione PNRR: Cingolani firma il Decreto

Adottato il cronoprogramma per l’attuazione del PNRR. Con esso vengono individuate le azioni, gli obiettivi e le misure da perseguire nella definizione delle politiche istituzionali per assicurare un’effettiva transizione verso un’economia di tipo circolare.

La strategia verso un modello di economia circolare passa per l’attuazione del PNRR

Il ministro della Transizione Economica, Prof. Roberto Cingolani ha firmato il Decreto per l’adozione del cronoprogramma di attuazione della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, il documento che individua le azioni, gli obiettivi e le misure da perseguire nella definizione delle politiche istituzionali per assicurare un’effettiva transizione verso un’economia di tipo circolare. Il cronoprogramma contiene i dettagli relativi alle tempistiche e alle azioni previste dalla Strategia e ne costituisce parte integrante.

La governance della Strategia è affidata all’Osservatorio per l’economia , in corso di istituzione presso il Ministero della Transizione Ecologica. L’Osservatorio avrà anche il compito di monitorare, definire e quantificare i target intermedi e di fornire gli indirizzi per l’eventuale integrazione e aggiornamento del cronoprogramma.

Il report sull’attuazione della Strategia per l’Economia Circolare, comprensivo del cronoprogramma aggiornato, sarà pubblicato annualmente sul sito istituzionale del MITE.

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