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Operative tutte le procedure per iscrizione aziende per la vendita dell’energia elettrica ai clienti finali sul mercato libero: definito l’elenco da parte del MASE

Il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha reso operative le procedure per iscrizione aziende e pubblicato  l’Elenco dei venditori di energia elettrica ai clienti finali sul mercato libero.   

Perché pubblicare un elenco

Con decreto direttoriale MASE, viene stabilito che, ai fini dell’attività di vendita dell’energia elettrica sul mercato libero, le imprese del settore dovranno presentare domanda di iscrizione attraverso l’apposito Portale “Elenco venditori di energia elettrica-Eve”.

Il DD al decreto direttoriale regolamenta l’operatività dell’attività di vendita.

Cosa disciplina il Decreto

Con il DD, in allegato, viene altresì pubblicato l’Elenco delle imprese che al 17 novembre 2022 risultavano accreditate nel Sistema Informativo Integrato dell’Acquirente Unico, e che, in quanto già in esercizio, sono incluse provvisoriamente nell’Elenco. 

Le stesse aziende potranno quindi perfezionarne l’iscrizione attestando, entro il 17 aprile 2023, il possesso dei requisiti necessari previsti dalla normativa.

Il Ministero intende rafforzare l’informazione a vantaggio degli utenti anche attraverso l’avvio di  un’ampia campagna informativa istituzionale. Verrà in questo modo accompagnato il processo di sviluppo del mercato libero con la finalità di risparmiare energia e costi in bolletta. I nuovi strumenti, realizzati  con il supporto di Acquirente Unico,  consentiranno dunque al cittadino di scegliere la migliore offerta disponibile più adeguata al  proprio profilo di consumo. 

Il decreto direttoriale che disciplina l’operatività dell’elenco è stato approvato dal Direttore generale per la competitività e l’efficienza energetica, ai sensi dell’articolo 11 del Regolamento del 25 agosto 2022, n. 164, recante la disciplina dell’Elenco dei venditori di energia elettrica ai clienti finali.

Le dichiarazioni

“L’Elenco è uno strumento fondamentale per gestire il progressivo processo di liberalizzazione del mercato dell’energia – afferma il Ministro Gilberto Pichetto  – contribuendo a migliorare il grado di trasparenza, conoscenza e affidabilità del mercato stesso. L’obiettivo infatti è incrementare la responsabilizzazione delle imprese e integrare gli strumenti  a tutela dei consumatori, quali il portale delle offerte e il portale dei consumi gestiti dall’Acquirente Unico”. 

Per ulteriori informazioni

https://www.mase.gov.it/pagina/elenco-venditori-energia-elettrica-eve

Eurostat: l’Europa si affida eccessivamente alle fossili

Dopo il next generation EU ed il green deal, varato nel Dicembre 2019, si pensava che il destino energetico dell’Europea fosse irrimediabilmente ed irreversibilmente segnato verso un deciso incremento nell’utilizzo delle fonti rinnovabili per produrre energia, verso l’obiettivo della neutralità climatica al 2050. In realtà gli istituti di statistica mostrano che l’inversione di tendenza ancora non è avvenuta del tutto.

I dati eurostat

L’ UE continua a fare affidamento in gran parte sui combustibili fossili per il suo approvvigionamento energetico complessivo, come dimostra il rapporto tra combustibili fossili ed energia lorda disponibile (la domanda totale di energia di un paese o di una regione). Nel 2021, i combustibili fossili costituivano il 70% dell’energia lorda disponibile nell’UE, rimanendo allo stesso livello del 2020. Questa percentuale è diminuita notevolmente negli ultimi decenni. Dal 1990, primo anno per il quale sono disponibili i dati, è diminuito di 13 punti percentuali (pp) , principalmente a causa dell’aumento delle energie rinnovabili .

Nel 2021, Malta (96%) è rimasta il paese dell’UE con la quota più alta di combustibili fossili nell’energia disponibile lorda, seguita da Cipro e Paesi Bassi (89%), Irlanda e Polonia (88%). La maggior parte degli altri paesi dell’UE aveva quote comprese tra il 50% e l’85%. Solo Svezia (32%), Finlandia (38%) e Francia (48%) avevano quote inferiori al 50%.

Rispetto al 2020, nel 2021 le diminuzioni maggiori, ma piuttosto contenute, della quota di combustibili fossili nell’energia lorda disponibile si sono verificate in Finlandia (-3 punti percentuali), Belgio (-3 punti percentuali), Lituania (-3 punti percentuali), Portogallo (-3 punti percentuali). -2 pp) e Danimarca (-2 pp). Gli aumenti maggiori sono stati registrati in Bulgaria (+4 pp), Estonia (+3 pp), Polonia e Slovacchia (entrambe +2 pp) e Spagna (+1 pp).

Nell’ultimo decennio, tutti i membri dell’UE hanno registrato una diminuzione della loro quota di combustibili fossili nell’energia lorda disponibile. La diminuzione maggiore è stata misurata in Danimarca (dall’81% al 57%; -25 pp), seguita da Estonia (dal 91% nel 2010 al 69% nel 2021; -22 pp) e Finlandia (dal 57% al 38%; – 19 pagg.).

Altre diminuzioni significative sono state registrate in Lettonia (dal 69% al 57%; -12 punti percentuali), Lussemburgo (dal 90% al 79%; -11 punti percentuali) e Lituania (dal 75% al ​​64%; -10 punti percentuali).

I cali più contenuti si registrano invece in Germania (da 81% a 79%; -2 pp), seguita da Romania (da 75% a 72%; -3 pp), Malta (da 100% a 96%; poco sopra -3 pp), Ungheria (da 73% a 69%; -4 pp) e Francia (da 52% a 48%; -4 pp).

Eurostat ha recentemente pubblicato le statistiche annuali sull’energia per il 2021. Visita il database Eurostat per nuovi dati sui bilanci delle materie prime, i bilanci energetici e gli indicatori energetici e attiva i tuoi avvisi per gli articoli aggiornati di Statistics Explained in uscita nei prossimi 3 mesi. Se vuoi saperne di più sul settore energetico nell’UE in modo interattivo e personalizzabile, puoi anche visitare la pagina delle visualizzazioni energetiche per un’ampia gamma di strumenti interattivi, ad esempio diagrammi di flusso di energia e commercio di energia.

Le conseguenze

Questo significa fondamentalmente due cose:

  • l’Unione europea dipende ancora in gran parte dai combustibili fossili;
  • la UE ricerca contestualmente di incrementare la quota di energia originata dall’utilizzo di foni rinnovabili, pure essendo questa rallentata dai noti eventi della pandemia

Obiettivi di decarbonizzazione ancora lontani per l’Europa che continua a fare affidamento in gran parte sulle fonti fossili per il suo approvvigionamento energetico complessivo, come dimostra il rapporto tra combustibili fossili ed energia lorda disponibile (indice che rappresenta la domanda totale di energia di un paese).

REPower EU: un’alleanza per il raggiungimento degli obiettivi

Gli obiettivi del REPowerEu sono piu’ vicini: sviluppata un’Alleanza tra Commissione, industrie, istituti di ricerca e associazioni al fine potenziare la capacità produttiva di energia solare fotovoltaica.

Obiettivi

L’obiettivo strategico consiste nel ridurre i rischi di approvvigionamento dell’industria europea e accelerare la produzione delle rinnovabili sono tra gli obiettivi dell’Alleanza europea dell’industria del solare fotovoltaico istituzionalizzata il 9 dicembre 2022.

Il board

A guidare l’accordo sarà un un comitato direttivo (Commissione, segretariato, SolarPowerEurope e European Solar Manufacturing).

Già definiti i primi obiettivi per potenziare la capacità produttiva del solare fotovoltaico, che rappresenta una tappa fondamentale per raggiungere gli obiettivi di REPowerEu attraverso la strategia europea sull’energia solare: oltre 320 GW di capacità solare fotovoltaica di nuova installazione entro il 2025 e quasi 600 GW entro il 2030.

Lo sviluppo del solare fotovoltaico

Nei prossimi tre anni, stando alla tabella di marcia dell’Alleanza, il solare fotovoltaico dovrà arrivare ai 30 GW di capacità produttiva europea; traguardo che dovrebbe generare 60 miliardi di euro di nuovo Pil all’anno in Europa e la creazione di oltre 400.000 nuovi posti di lavoro.

Il lavoro dell’Alleanza si concentrerà sugli investimenti della Bei (Banca europea per gli investimenti), dei Piani nazionali di ripresa e resilienza e sull’attrazione di investimenti privati.

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Al via gli incentivi per l’idrogeno previste dall’IPCEI

A partire dal 28 novembre 2022 e fino al 30 gennaio 2023 le imprese italiane partecipanti al primo IPCEI sull’idrogeno (H2 Technology) potranno presentare domanda per richiedere le agevolazioni a sostegno dei progetti in ricerca, sviluppo e innovazione nelle componenti ‘abilitanti’ per la realizzazione della filiera dell’idrogeno, tra cui Gigafactory per la produzione di elettrolizzatori.

Investimenti per favorire la diversificazione energetica in Europa

L’obiettivo

Per incentivare gli investimenti il Ministero dello Sviluppo economico mette a disposizione 700 milioni di euro del Fondo IPCEI (attivando anche risorse PNRR), che sono parte dei complessivi 5,4 miliardi di euro di aiuti autorizzati dalla Commissione Ue lo scorso mese di luglio.

Che cos’è L’IPCEI

L’IPCEI H2 Technology  rappresenta una le principali iniziative di politica industriale promosse dal ministro Giancarlo Giorgetti, tra cui partecipa l’Italia[1].

Le dichiarazioni

Il Ministro del MIMIT, G. Giorgetti, dichiara a tal proposito: “Con questi investimenti si compie un ulteriore passo in avanti nel percorso della diversificazione energetica che punta a favorire il raggiungimento dell’autonomia strategica dell’Europa anche attraverso la creazione di una filiera basata sullo sviluppo dell’ idrogeno, nella quale l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista con le tecnologie all’avanguardia delle sue aziende”.

In particolare, sono sei le aziende italiane che partecipano a questo importante progetto europeo: Ansaldo, Fincantieri, Iveco Italia, Alstom Ferroviaria, Enel e De Nora (in partnership con Snam). A queste si aggiungono anche due enti di ricerca, Enea e Fondazione Bruno Kessler (FBK).

Le modalità di presentazione delle domande sono contenute nel decreto pubblicato sul sito del MIMIT.

Per maggiori informazioni

https://www.mise.gov.it/it/incentivi/ipcei-idrogeno-1-h2-technology


[1] Nel trust partecipano anche Austria, Belgio, Rep. Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna.

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