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ARERA: al via la consultazione sui costi efficienti della raccolta differenziata

Con un Documento, l’Autorità per le Reti, l’Energia e l’Ambiente (ARERA) avvia un ulteriore consultazione riguardante la determinazione dei costi efficienti della raccolta differenziata, del trasporto, delle operazioni di cernita e delle altre operazioni preliminari, nonché per definire gli standard tecnici e qualitativi per lo svolgimento dell’attività di smaltimento e di recupero.

La consultazione

Obiettivo

L’obiettivo Il documento 214/2023/R/Rif predisposto da ARERA prosegue il cammino iniziato già dal 2021 e proseguito nel 2022 volto a definire la posizione dell’Authority sulla determinazione dei costi efficienti della raccolta differenziata, del trasporto, delle operazioni di cernita e delle altre operazioni preliminari, nonché per definire gli standard tecnici e qualitativi per lo svolgimento dell’attività di smaltimento e di recupero.

L’obiettivo è quello di promuovere la concorrenza, l’efficienza e adeguati livelli di qualità nei servizi regolati, anche definendo un sistema tariffario che armonizzi “gli obiettivi economico-finanziari dei soggetti esercenti il servizio con gli obiettivi generali di carattere sociale, di tutela ambientale e di uso efficiente delle risorse”, nonché – nell’ambito della specifica competenza in materia di rifiuti urbani – “l’adeguamento infrastrutturale agli obiettivi imposti dalla normativa europea”.

Le problematiche affrontate

Nel quadro delle finalità sopra richiamate, si inseriscono le recenti attribuzioni in ordine alle determinazioni dei costi efficienti della raccolta differenziata, nonché alla definizione degli standard tecnici e qualitativi per lo svolgimento dell’attività di smaltimento e di recupero, per le quali l’Autorità ha avviato i relativi procedimenti, rispettivamente, con le deliberazioni 364/2021/R/RIF e 413/2022/R/RIF.

Il nuovo articolo 222 del TUA: la determinazione dei costi efficienti attribuita ad ARERA

In dettaglio, il decreto legislativo 116/20 ha determinato una riformulazione dell’articolo 222 (“Raccolta differenziata e obblighi della pubblica amministrazione”) del TUA (D.Lgs. n. 152/2006), prevedendo:

“1. Gli Enti di governo d’ambito territoriale ottimale, ove costituiti ed operanti, ovvero i Comuni, organizzano sistemi adeguati di raccolta differenziata in modo da permettere il raggiungimento degli obiettivi di recupero e di riciclaggio (…). In particolare: (…) b) garantiscono la gestione della raccolta differenziata, del trasporto, nonché delle operazioni di cernita o di altre operazioni preliminari (…). 2. I servizi di cui alla lettera b) sono prestati secondo i criteri di efficacia, efficienza ed economicità, nonché dell’effettiva riciclabilità, sulla base delle determinazioni in merito ai costi efficienti dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA). I costi necessari per fornire tali servizi di gestione di rifiuti sono posti a carico dei produttori e degli utilizzatori nella misura almeno dell’80 per cento. Tali somme sono versate nei bilanci dei Comuni ovvero degli Enti di Gestione Territoriale Ottimale, ove costituiti e operanti nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti, al fine di essere impiegate nel piano economico finanziario relativo alla determinazione della tassa sui rifiuti (TARI)”.

La Legge annuale per la concorrenza 2021: attribuzione delle competenze sul punto all’Autorità

Alle previsioni sopra richiamate si affiancano quelle dell’articolo 14, comma 2, della Legge annuale per il mercato e la concorrenza per l’anno 2021, che integrando l’articolo 202 del TUA (in materia di affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti) al comma 1-bis ha assegnato all’Autorità il compito di “defini[re] (…) adeguati standard tecnici e qualitativi per lo svolgimento dell’attività di smaltimento e di recupero, procedendo alla verifica in ordine ai livelli minimi di qualità e alla copertura dei costi efficienti”.

La partecipazione dell’Autorità all’organismo di vigilanza dei Consorzi

A completamento del quadro delle attribuzioni appena delineato giova ricordare che il decreto legge 144/22, introducendo il comma 4-bis all’articolo 206-bis del decreto legislativo 152/06, ha previsto la partecipazione dell’Autorità all’Organismo di vigilanza dei consorzi e dei sistemi autonomi per la gestione dei rifiuti, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi, istituito presso il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica allo scopo “di rafforzare le attività di vigilanza e di controllo del funzionamento e dell’efficacia” di tali sistemi.

Termine della consultazione

I contributi possono essere inviati o compilando il modulo sul sito di Arera o via posta certificata entro il 15 giugno 2023.

Transizione energetica, notevoli le distanze per IRENA 

Servono 35 trilioni di dollari: è questa la stima realizzata da IRENA per realizzare la transizione energetica. E’ urgente una decisa crescita dell’entità di energia prodotta da fonti rinnovabile. Questo quanto emerge dal piu’ recente report prodotto dall’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili.

Che cos’è IRENA

L’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (International Renewable Energy Agency), conosciuta anche con l’acronimo IRENA, è un’organizzazione internazionale finalizzata ad incoraggiare l’adozione e l’utilizzo crescente e generalizzato delle energie rinnovabili in una prospettiva di sviluppo sostenibile. L’organizzazione è stata fondata il 26 gennaio 2009 a Bonn in Germania, il suo Statuto ha ottenuto fin dall’inizio la firma di settantacinque Stati.

Piu’ investimenti

IRENA sottolinea, nel suo recente outlook trimestrale, che si rendono necessari maggiori investimenti e politiche mirate per compiere la transizione energetica.

È la mancanza di progressi nelle politiche e negli investimenti che preoccupa l’osservatorio dell’IRENA. L’entità del cambiamento è ben al di sotto del target 1,5°C. Per mantenere queste aspettative, le energie rinnovabili devono crescere di circa 10.000 GW nel 2030, mantenendo una media di circa 1.000 GW all’anno.

Entro il 2030, anche gli investimenti necessari dovrebbero ammontare a circa 35 trilioni di dollari, dando priorità a efficienza energetica, elettrificazione tramite le rinnovabili, espansione della rete e flessibilità dei servizi.

Ad oggi, circa il 41% degli investimenti rimane destinato ai combustibili fossili. Secondo quanto espresso dall’agenzia internazionale per le energie rinnovabili, circa 1000 miliardi di dollari di questi investimenti in combustibili fossili dovranno essere reindirizzati verso tecnologie e infrastrutture di transizione per mantenere l’obiettivo di 1,5°C a portata di mano.

“La posta in gioco non potrebbe essere più alta” ha dichiarato Francesco La Camera, direttore generale di IRENA, “Una trasformazione profonda e sistemica del sistema energetico globale deve avvenire in meno di 30 anni, con un nuovo approccio per accelerare la transizione energetica.”.

Riferimenti

Al via gli incentivi per l’idrogeno previste dall’IPCEI

A partire dal 28 novembre 2022 e fino al 30 gennaio 2023 le imprese italiane partecipanti al primo IPCEI sull’idrogeno (H2 Technology) potranno presentare domanda per richiedere le agevolazioni a sostegno dei progetti in ricerca, sviluppo e innovazione nelle componenti ‘abilitanti’ per la realizzazione della filiera dell’idrogeno, tra cui Gigafactory per la produzione di elettrolizzatori.

Investimenti per favorire la diversificazione energetica in Europa

L’obiettivo

Per incentivare gli investimenti il Ministero dello Sviluppo economico mette a disposizione 700 milioni di euro del Fondo IPCEI (attivando anche risorse PNRR), che sono parte dei complessivi 5,4 miliardi di euro di aiuti autorizzati dalla Commissione Ue lo scorso mese di luglio.

Che cos’è L’IPCEI

L’IPCEI H2 Technology  rappresenta una le principali iniziative di politica industriale promosse dal ministro Giancarlo Giorgetti, tra cui partecipa l’Italia[1].

Le dichiarazioni

Il Ministro del MIMIT, G. Giorgetti, dichiara a tal proposito: “Con questi investimenti si compie un ulteriore passo in avanti nel percorso della diversificazione energetica che punta a favorire il raggiungimento dell’autonomia strategica dell’Europa anche attraverso la creazione di una filiera basata sullo sviluppo dell’ idrogeno, nella quale l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista con le tecnologie all’avanguardia delle sue aziende”.

In particolare, sono sei le aziende italiane che partecipano a questo importante progetto europeo: Ansaldo, Fincantieri, Iveco Italia, Alstom Ferroviaria, Enel e De Nora (in partnership con Snam). A queste si aggiungono anche due enti di ricerca, Enea e Fondazione Bruno Kessler (FBK).

Le modalità di presentazione delle domande sono contenute nel decreto pubblicato sul sito del MIMIT.

Per maggiori informazioni

https://www.mise.gov.it/it/incentivi/ipcei-idrogeno-1-h2-technology


[1] Nel trust partecipano anche Austria, Belgio, Rep. Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna.

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