Direttiva RED III in rampa di lancio

La direttiva RED III è stata aggiornata. Si tratta di un importante passaggio verso l’indipendenza energetica dell’Unione europea, con numerose prescrizioni che interessano il rilancio e l’ulteriore sviluppo della produzione di energia a partire da fonti rinnovabili. Le principali novità.

L’intervento del Consiglio della UE

Il Consiglio della UE ha recepito il testo della Direttiva sulle energie rinnovabili (c.d. “RED III”) lo scorso lunedì 9 ottobre.

Questa revisione legislativa fa parte del pacchetto “Pronti per il 55% – Fit for 55”, che adatta la legislazione UE esistente in materia di clima ed energia per raggiungere il nuovo obiettivo dell’UE di una riduzione minima del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 (REDIII).

Tali obiettivi sono stati ulteriormente innalzati nell’ambito del pacchetto REPowerEU, volto a ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia in seguito alla guerra contro l’Ucraina.

Adottando questa legislazione, il Parlamento risponde alle aspettative dei cittadini espresse nelle varie proposte effettuate, e delle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa volte ad accelerare la transizione verde dell’UE, in particolare attraverso: l’aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili; la riduzione della dipendenza dalle importazioni di petrolio e gas attraverso progetti di efficienza energetica e l’espansione dell’offerta di energia pulita e rinnovabile; il miglioramento della qualità e dell’interconnettività dell’infrastruttura elettrica; l’investimento in tecnologie per la produzione di energia rinnovabile, come la produzione e l’uso efficienti dell’idrogeno verde; e l’esplorazione di nuove fonti di energia ecocompatibili e di nuovi metodi di stoccaggio.

L’iter

Dopo il trilogo con le altre istituzioni comunitarie coinvolte, e la relativa confermata del Parlamento vengono ora fissati obiettivi specifici per il settore dei trasporti, degli edifici e dell’industria.

La legislazione è stata approvata con 470 voti favorevoli, 120 contrari e 40 astensioni.

I principali punti di riforma

Gli obiettivi della UE sono ambiziosi: l’Europa dovrà salire al 42,5% dei consumi dell’UE entro il 2030 da energie rinnovabili, e dovrà ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di energia dalla Russia. Sono previsti:

  • Procedure di approvazione più rapide per i nuovi impianti, ed in particolare sono contemplate talune zone geografiche di
  • Ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di energia dalla Russia

Con la Direttiva, che dovrà essere recepita dai Membri della UE:

  • viene prevista la facoltà, a favore di questi, di rilasciare garanzie di origine ai produttori.
  • viene prevista la possibilità, al verificarsi di talune condizioni, di procedure autorizzative accelerate a seconda della zona geografica;

Si precisa che lo snellimento delle procedure riguarda le concessioni di permessi per nuovi impianti di energia rinnovabile, come pannelli solari e centrali eoliche, o per l’adeguamento di quelli esistenti.

In particolare, in merito alle zone “accelerate”, le autorità nazionali non potranno impiegare più di 12 mesi per autorizzare la costruzione di nuovi impianti di energia rinnovabile situati nelle cosiddette “zone di riferimento per le energie rinnovabili”.

Al di fuori di queste zone, la procedura non potrà superare i 24 mesi.

Nel settore dei trasporti, la diffusione delle rinnovabili dovrebbe portare a una riduzione del 14,5% delle emissioni di gas serra entro il 2030, grazie a una quota maggiore di biocarburanti avanzati e a una quota più ambiziosa di carburanti rinnovabili di origine non biologica, come l’idrogeno.

I deputati hanno anche chiesto agli Stati membri di fissare un obiettivo indicativo per le tecnologie innovative pari ad almeno il 5% della capacità di energia rinnovabile di nuova installazione, nonché un quadro vincolante per i progetti energetici transfrontalieri. Infine, le nuove misure vanno a sostegno dell’uso della biomassa, ma garantendo che l’UE non sovvenzioni tecnologie non sostenibili. Infatti, la raccolta di biomassa dovrà essere effettuata in modo da evitare impatti negativi sulla qualità del suolo e sulla biodiversità.