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ISPRA: al via le dichiarazioni PRTR 2024

ISPRA ha pubblicato sul proprio sito le informazioni relative alla Dichiarazione PTPR (Pollutant Release and Transfer Registers) 2024 per l’acquisizione dei dati relativi all’anno 2023.

I soggetti obbligati

Sono obbligati alla trasmissione i gestori degli stabilimenti italiani soggetti all’obbligo di trasmettere le informazioni ai sensi dell’art. 4 DPR 157/2011 (Regolamento di esecuzione del Regolamento (CE) n. 166/2006 relativo all’istituzione di un Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti e che modifica le direttive 91/689/CEE e 96/61/CE)

Le scadenze

Ciò dovrà avvenire entro il 30 aprile 2024, per i dati relativi all’anno 2023.

Attraverso opportuna compilazione e trasmissione di un modulo in formato excel, predisposto e aggiornato a tale scopo.

Le novità 2024

Rispetto ai precedenti esercizi, cambia la modalità di comunicazione dei dati di attività (scheda II.b del modulo) a partire dall’anno di riferimento 2023, in applicazione di quanto richiesto agli Stati membri dalla Decisione di esecuzione della Commissione europea n. 142/2022 (Parte 2 dell’Allegato alla Decisione stessa). Tale variazione riguarda solo le metriche e le unità di misura da usare per comunicare il livello di attività.

Per maggiori informazioni

https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/aria-1/emissioni-in-atmosfera/dichiarazione-prtr-2024-anno-di-riferimento-2023

Pubblicati gli indicatori ambientali

ISPRA ha disposto in rete la nuova versione della Banca dati indicatori ambientali. Con numerose grandezze, l’Istituto ambisce a mostrare lo stato di salute dell’ambiente in Italia.

DI cosa si tratta

La banca dati viene organizzata in 38 Temi ambientali.

In corrispondenza, l’istituto individua oltre 300 indicatori che costituiscono il core set ISPRA, la Banca dati raccoglie dati statistici e informazioni sullo stato dell’ambiente in Italia.

A cosa punta la banca dati

ISPRA sottolinea come sia importante continuare ad acquisire ed elaborare informazioni statistiche di dettaglio caratterizzate da un’elevata solidità scientifica, da diffondere in modalità dinamica e tempestiva.

In un’ottica di miglioramento e di sviluppo, per far fronte a sfide ambientali sempre più pressanti e per soddisfare le nuove esigenze conoscitive, anche di scenari futuri, è

La natura degli indicatori

Gli indicatori, classificati nei Temi ambientali, sono strutturati in schede contenenti informazioni di tipo descrittivo (metadati) quali, ad esempio, gli obiettivi da raggiungere, la valutazione dello stato, il trend e dati rappresentati con grafici, tabelle e mappe. Le principali novità riguardano l’organizzazione dei contenuti, le modalità di navigazione e la Dashboard. 

In particolare, attraverso il Catalogo aggregazioni, è possibile consultare gli indicatori aggregati con modalità diverse, in funzione delle esigenze informative provenienti dai principali framework e core set nazionali e internazionali.

Inoltre, essi:

  • non solo forniscono una fotografia dello stato dell’ambiente in Italia, fino ad oggi restituita nitidamente dall’Annuario dei dati ambientali;
  • ma segnano un ulteriore passaggio evolutivo grazie alla loro peculiarità nel supportare l’efficacia e la qualità dell’azione pubblica e per rispondere sia a precisi obblighi normativi sia alle richieste provenienti da organismi nazionali e internazionali.

Per maggiori informazioni

https://indicatoriambientali.isprambiente.it/

Presentazione del rapporto rifiuti urbani 2023

Il prossimo 21 dicembre, ISPRA con Utilitalia, presenterà la venticinquesima edizione del Rapporto Rifiuti Urbani, che presenta i dati relativi all’anno 2022.

Le tematiche affrontate nel rapporto

I dati del rapporto saranno centrati sulle statistiche relative ai dati elementari e complessi sul ciclo dei rifiuti urbani in Italia.

Inoltre, una parte del rapporto verrà dedicato al tema del Recupero Energetico da rifiuti in Italia.

Si tratta di uno studio mirato a fornire informazioni sugli impianti di digestione anaerobica e di incenerimento con il recupero di energia dei rifiuti in Italia.

Tali impianti fanno parte del sistema di gestione integrata dei rifiuti così come delineato anche dalle direttive europee per l’attuazione di un modello di economia circolare e, con particolare riferimento a quelli di trattamento termico, fondamentali per il recupero delle frazioni non riciclabili e finalizzati alla minimizzazione del ricorso allo smaltimento in discarica.

Dove

La presentazione del Rapporto si terrà il 21 dicembre, dalle ore 9.30 alle ore 13.30, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Per partecipare

E’ necessario registrarsi al seguente link: https://www.isprambiente.gov.it/it/events/rifiuti-urbani-in-italia-produzione-raccolta-gestione-e-recupero-energetico/registration-form

Per maggiori informazioni

Per l’edizione precedente: https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2022

ISPRA: convegno e visita guidata all’orto botanico di Roma

Interessante iniziativa di ISPRA nell’ambito della costruzione del Network Nazionale della Biodiversità. Si terrà il prossimo martedì 24 ottobre, presso l’Orto Botanico, Largo Cristina di Svezia, 23 A – Roma, alle ore 9.30, un convegno nell’ambito dello sviluppo del “Network Nazionale della Biodiversità”. Programma e modalità di partecipazione.

Il tema

Nell’ambito dell’attività di promozione della diffusione delle conoscenze sulla biodiversità tramite piattaforme web e sistemi informativi, ISPRA promuove un incontro finalizzato alla presentazione di NNB quale strumento in grado di facilitare la realizzazione di flussi di raccolta dati nel rispetto dei principali standard internazionali di interoperabilità tecnologica e semantica e di accessibilità e riuso.

Saranno presentati casi d’uso di NNB a supporto di attività istituzionali, di progetti internazionali e nazionali e di iniziative di Citizen science.

Il contesto: la strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030

Si tratta di uno degli impegni assunti nell’ambito della “Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030”, il documento strategico nazionale volto a garantire la conservazione e l’utilizzazione durevole della diversità biologica in Italia.

Dalla sua implementazione ad oggi, il Network Nazionale della Biodiversità (NNB), l’infrastruttura tecnica gestita da ISPRA per conto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), secondo moderni parametri di condivisione e visualizzazione dei dati, permette di rendere accessibili i contenuti delle banche dati fornite dagli enti deputati al monitoraggio della biodiversità e rappresenta un valido strumento per la condivisione di conoscenze sul tema.

Sarà affrontato il tema del coinvolgimento dei cittadini e saranno esposte esperienze maturate nell’ambito di percorsi di educazione e formazione ambientale.

L’incontro è finalizzato alla presentazione di NNB quale strumento in grado di facilitare la realizzazione di flussi di raccolta dati nel rispetto dei principali standard internazionali di interoperabilità tecnologica e semantica e di accessibilità e riuso. Saranno presentati casi d’uso di NNB a supporto di attività istituzionali, di progetti internazionali e nazionali e di iniziative di Citizen science.

Le coordinate

Si terrà il 24 Ottobre 2023, dalle 9 alle 16.30, presso l’Orto Botanico di Roma.

Il programma

Vedi: https://www.isprambiente.gov.it/files2023/eventi/nnb/programma.pdf

ISPRA: pubblicato il Rapporto Rifiuti Speciali Edizione 2023

Sono stati resi pubblici i dati ISPRA relativi alla produzione e alla gestione dei rifiuti speciali, contenuti nel Rapporto ISPRA Rifiuti Speciali Edizione 2023, che presenta i dati relativi all’anno 2021. Le principali evidenze.

Le principali evidenze

Nel 2021 si registra una crescita significativa nella produzione dei rifiuti speciali, che raggiunge 165 milioni di tonnellate. L’aumento del 12,2% corrisponde a circa 18 milioni di tonnellate. La ripresa nei settori industriale, artigianale e dei servizi segna un aumento dei rifiuti generati dalle attività produttive.

Quasi la metà (47,7%) proviene dalle attività di costruzione e demolizione (78,7 milioni di tonnellate), settore che si conferma come il principale nella produzione totale di rifiuti speciali. Per questa tipologia di rifiuti risulta significativa la percentuale di riciclo (80,1%) superando ampiamente l’obiettivo del 70% fissato dalla normativa al 2020. A questo proposito, si evidenzia come il recupero riguarda prevalentemente la produzione di rilevati e sottofondi stradali.

Produzione

Nel 2021, analogamente a quanto rilevato per i rifiuti urbani, anche la produzione nazionale dei rifiuti generati dal sistema produttivo nazionale (attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, ma anche di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale) fa registrare un significativo aumento rispetto al 2020, attestandosi a 165 milioni di tonnellate (+12,2%, corrispondente a quasi 18 milioni di tonnellate).

Ad ogni modo segnalato che il confronto con il 2020 non può essere ritenuto rappresentativo di una situazione

ordinaria, tenuto conto dell’emergenza sanitaria che ha segnato l’intero contesto socioeconomico nazionale,

con conseguenti ripercussioni sul sistema produttivo nazionale e sui consumi. Rispetto al 2019, anno pre-pandemia, l’incremento rilevato risulta più moderato, pari al 7,1% (+11 milioni di tonnellate).

Dopo la crisi pandemica, nel 2021, si assiste ad una generale ripresa delle attività economiche. La produzione

industriale e manifatturiera risulta, infatti, caratterizzata dal graduale ripristino degli scambi commerciali, fondamentali nelle catene di approvvigionamento delle materie prime e dei prodotti semilavorati, nonostante

per alcuni settori persistano ancora ripercussioni negative legate al periodo emergenziale.

Tale andamento appare rilevante, in particolare, per il settore dell’edilizia, grazie al ripristino e/o all’apertura di cantieri destinati alla costruzione di infrastrutture e opere pubbliche e di edilizia abitativa e commerciale.

Va rilevato, inoltre, che tale settore è stato oggetto, negli ultimi anni, di incentivi disposti dal Governo per la

ristrutturazione degli immobili mirati alla riqualificazione energetica degli edifici. Tali attività di costruzione/ristrutturazione hanno inevitabilmente determinato impatti, soprattutto, ambientali in termini di

maggiori quantitativi di rifiuti prodotti.

Il dato complessivo tiene conto sia dei quantitativi derivanti dalle elaborazioni della banca dati MUD sia di quelli stimati.

Sono, inoltre, compresi i quantitativi di rifiuti speciali provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani, pari a 9,7 milioni di tonnellate, in calo, rispetto al 2020, di oltre 500 mila tonnellate (-5%).

I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,5% del totale dei rifiuti prodotti, presentano un aumento di 17,1 milioni di tonnellate (+12,5%), quelli pericolosi di circa 820 mila tonnellate (+8,3%).

La gestione

I rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia, nel 2021, sono pari a circa 178,1 milioni di tonnellate, di cui

168 milioni di tonnellate (94,4% del totale gestito) non pericolosi e i restanti 10 milioni di tonnellate (5,6% del

totale gestito) pericolosi.

Il totale gestito è comprensivo dei rifiuti rimasti in stoccaggio presso gli impianti e presso i produttori al 31/12/2021, pari a 18,7 milioni di tonnellate.

I rifiuti avviati a forme di recupero risultano pari a 147,8 milioni di tonnellate (83% del totale gestito), mentre quelli avviati alle operazioni di smaltimento sono pari a 30,2 milioni di tonnellate (17% del totale gestito). Le percentuali di recupero e smaltimento dei rifiuti pericolosi e non, sono state calcolate in rapporto al totale gestito.

Rispetto al 2020 (159,8 milioni di tonnellate) si assiste a un aumento dei rifiuti complessivamente gestiti pari

all’11,4% (+18,3 milioni di tonnellate).

Tale andamento appare coerente con quello rilevato nello stesso periodo di osservazione per la produzione dei rifiuti speciali che nel biennio fa registrare un incremento del 12,2%, attestandosi, nel 2021, a 164,9 milioni di tonnellate.

In particolare, le quantità avviate a operazioni di recupero (da R1 a R13) aumentano del 12,6% (+16,6 milioni di tonnellate) e quelle avviate a smaltimento (da D1 a D15) del 6% (+1,7 milioni di tonnellate).

In linea generale, si segnala che i rifiuti sottoposti a forme intermedie di trattamento ossia, a trattamento biologico, chimico-fisico, ricondizionamento, raggruppamento preliminare (D8, D9, D13, D14) potrebbero, nel

periodo di osservazione, essere avviati ad altre operazioni di recupero/smaltimento finale. In altri casi, invece,

tali rifiuti non completano il proprio ciclo di gestione nell’anno di riferimento e restano in giacenza. Per questo motivo i dati relativi ai rifiuti prodotti e quelli gestiti nello stesso anno possono evidenziare degli scostamenti

Pubblicato il rapporto “Lo stato delle bonifiche dei siti contaminati in Italia: secondo rapporto sui dati regionali”

ISPRA ha rilasciato un rapporto dedicato alle attività di bonifica svolte a livello regionale. Si tratta del secondo documento rilasciato in ordine di tempo dall’Istituto. Le principali evidenze e le attività di bonifica descritte nel documento.  

Le principali evidenze

Il rapporto illustra e analizza i dati relativi ai procedimenti di bonifica aggiornati al 31 dicembre 2020.

I dati sono stati ricavati da MOSAICO, il database nazionale sui procedimenti di bonifica, popolato da SNPA, dalle Regioni e Province Autonome.

Si tratta di un censimento che interessa tutti i procedimenti in corso (16.199) e quelli conclusi (18.823).

Nel dettaglio, nel rapporto sono analizzati gli stati di avanzamento del procedimento e lo stato di contaminazione dei siti con procedimenti in corso, le modalità di chiusura di quelli conclusi, l’età dei procedimenti e la loro durata. Sono esaminati altresì i tipi di procedura adottati a norma di legge, i soggetti titolari del procedimento e la distribuzione territoriale dei procedimenti.

Che cos’è ISPRA

Si tratta dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ovvero di un’agenzia creata per monitorare, proteggere e gestire l’ambiente e le risorse naturali del paese; istituita nel 2008, opera sotto la supervisione del MASE.

Le attività principali riguardano la raccolta di dati ambientali, la ricerca scientifica, la valutazione e l’analisi dei rischi ambientali, la pianificazione e la gestione delle risorse naturali, nonché la promozione e la diffusione di informazioni sullo stato dell’ambiente italiano.

Essa svolge anche un ruolo importante nel fornire consulenza tecnica al governo italiano e alle istituzioni locali nel campo della protezione ambientale, e collabora con altre agenzie nazionali e internazionali, università, centri di ricerca e organizzazioni non governative per promuovere la sostenibilità ambientale e lo sviluppo sostenibile.

Le nozioni fondamentali: quando si avvia una attività di bonifica.

In base a quanto descritto all’interno del rapporto, rimane utile individuare le definizioni fondamentali e relativa base normativa interna.

La legislazione nazionale in materia di bonifica dei siti contaminati è stata introdotta con il D.M. 471/99 ed è stata profondamente modificata dal D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii, parte quarta, titolo V che, ancora oggi, rappresenta la norma che regolamenta la “Bonifica di siti contaminati”.

In accordo alla norma:

  • l’avvio di un procedimento di bonifica è legato al verificarsi di un evento potenzialmente in grado di contaminare un sito o al rinvenimento di una contaminazione storica;
  • una volta effettuate le indagini preliminari e, qualora necessaria la caratterizzazione, il sito viene dichiarato non contaminato se non sono registrati superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC), o potenzialmente contaminato nel caso si sia verificato il superamento delle CSC anche per un solo parametro.
  • i siti non contaminati escono dalla procedura senza alcuna necessità di ulteriori interventi;
  • i siti potenzialmente contaminati che hanno concluso la fase di caratterizzazione prevedono l’applicazione di una procedura di analisi del rischio sito-specifica per la determinazione delle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR).

Qualora sia accertato il superamento delle CSR:

  • il sito è dichiarato contaminato;
  • deve essere presentato, approvato ed eseguito un intervento di bonifica\messa in sicurezza che consenta di minimizzare e ricondurre ad accettabilità il rischio derivante dallo stato di contaminazione presente.

Nel caso il procedimento sia relativo alla sola matrice acque sotterranee, il superamento delle CSC al punto di conformità (POC) identifica il sito come “contaminato”. 

Per alcuni casi particolari, riconducibili a specifiche tipologie di siti (punti vendita carburante, siti di ridotte dimensioni, contaminazione relativa alla sola matrice suolo-sottosuolo), sono state definite delle procedure “semplificate” che, in taluni casi, prevedono la possibilità di effettuare interventi di bonifica del suolo volti al raggiungimento di concentrazioni inferiori o uguali ai valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC) senza effettuare l’analisi di rischio.

L’attivazione di un procedimento di bonifica non necessariamente implica l’esigenza di un intervento di bonifica e allo stesso modo l’esistenza di un procedimento di bonifica non implica necessariamente un intervento di bonifica.

Il procedimento di bonifica può infatti chiudersi anche senza necessità di intervento sul sito.

Per la gestione dei siti accertati come contaminati sono previsti dalla normativa interventi di:

  • messa in sicurezza operativa (MISO): interventi eseguiti in un sito con attività in esercizio atti a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l’ambiente, in attesa di ulteriori interventi di messa in sicurezza permanente o bonifica da realizzarsi alla cessazione dell’attività; comprende inoltre gli interventi di contenimento della contaminazione da mettere in atto in via transitoria fino all’esecuzione della bonifica o della messa in sicurezza permanente, al fine di evitare la diffusione della contaminazione all’interno della stessa matrice o tra matrici differenti;
  • messa in sicurezza permanente (MISP): interventi atti a isolare in modo definitivo le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti e a garantire un elevato e definitivo livello di sicurezza per le persone e per l’ambiente; in tali casi devono essere previsti piani di monitoraggio e controllo e limitazioni d’uso rispetto alle previsioni degli strumenti urbanistici;
  • bonifica: interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR) o, nel caso delle acque sotterranee, il rispetto delle CSC al confine del sito in corrispondenza del POC.

Le definizioni

Altrettanto rilevante è l’insieme delle definizioni di interesse:

  • Procedimento di bonifica: procedimento amministrativo previsto dal D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. che contempla diverse fasi. I dati raccolti e presentati nel Rapporto sono relativi a tutti i procedimenti di bonifica censiti dalle Regioni/Province Autonome nelle proprie anagrafi/banche dati, anche quelli avviati e talvolta conclusi ai sensi del previgente D.M. 471/99 ad eccezione di quelli relativi ad aree ricadenti nel perimetro di un Sito di Interesse Nazionale (SIN).  
  • Sito: l’area o porzione di territorio, geograficamente definita e determinata, intesa nelle diverse matrici ambientali (suolo, materiali da riporto, sottosuolo ed acque sotterranee) e comprensiva delle eventuali strutture edilizie e impiantistiche presenti.
  • Sito Orfano: a) il sito potenzialmente contaminato in cui non è stato avviato o si è concluso il procedimento di ricerca del responsabile della potenziale contaminazione per il quale il responsabile dell’inquinamento non è individuabile o non provvede agli adempimenti previsti e non provvede il proprietario del sito ne’ altro soggetto interessato; b) sito rispetto al quale il soggetto responsabile dell’inquinamento o il soggetto interessato, dopo avere attivato le procedure previste, non conclude le attività e gli interventi. Sito di Interesse Nazionale (SIN): area individuata con apposito decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (ora MASE) sulla base dei criteri fissati dall’Art. 252 del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii., connotata da specifiche caratteristiche, dai contaminanti presenti e dal rilievo sull’impatto in termini di rischio sanitario ed ecologico, i cui procedimenti sono in capo al Ministero stesso. Generalmente all’interno del perimetro dei SIN ricadono differenti siti e quindi vi sono una pluralità di procedimenti in capo a diversi soggetti.
  • Sito regionale: area interessata da procedimento di bonifica in corso o concluso, non ricompresa nei Siti di Interesse Nazionale e il cui procedimento è in capo alla Regione o ad enti territoriali da essa delegati.
  • Sito potenzialmente contaminato: un sito nel quale sono registrati superamenti delle CSC di cui alle tabelle 1 e 2 Allegato V alla Parte Quarta Titolo V del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.
  • Sito contaminato: un sito per il quale si è registrato il superamento delle CSR di cui al D.Lgs. 152/06 e ss.mmii., oppure per i quali si è registrato il superamento delle CSC che, per scelta del soggetto obbligato o per tipologia di procedimento (ex D.M. 471/99, semplificato ex D.Lgs. 152/06 e ss.mmii) o per interessamento della sola matrice acque sotterranee, ne comporta la diretta attribuzione di sito contaminato senza il passaggio all’analisi di rischio. 
  • Sito in attesa di accertamenti analitici: un sito con procedimento amministrativo di bonifica in corso che risulta però senza alcun riscontro circa la presenza o meno di concentrazioni di sostanze contaminanti superiori alle CSC.
  • Sito bonificato: un sito nel quale sono stati eseguiti interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore alle CSR. Ai fini del presente rapporto il termine sito bonificato è inteso in senso più esteso comprendendo anche siti sui quali sono stati effettuati interventi di messa in sicurezza, che consistono nell’isolamento temporaneo o definitivo delle fonti di contaminazione. 
  • Sito non contaminato: un sito nel quale la concentrazione rilevata nelle matrici ambientali risulti inferiore alle CSC (valori di screening) oppure alle CSR (valori obiettivo sito-specifici associati all’accettabilità del rischio sanitario/ambientale).

Nel rapporto vengono inseriti in questa categoria anche siti con rischio accettabile nei quali non sono stati adottati interventi sulle matrici ambientali, ma misure di “gestione del rischio” (MISO/MISP) che hanno ricondotto all’accettabilità i livelli di rischio associato alla contaminazione.

Superficie amministrativa: somma delle particelle catastali che risultano coinvolte anche solo parzialmente dall’evento potenzialmente in grado di contaminare il sito. Nel caso in cui il procedimento interessi anche (o solo) la matrice acque sotterranee, la superficie amministrativa non oltrepassa il confine di proprietà, limite massimo sul quale può essere individuato il POC. Superficie tecnica C>CSC: proiezione in superficie delle sorgenti di contaminazione del suolo/sottosuolo derivanti dal modello concettuale definitivo. Ai fini del rapporto i termini sito e procedimento vengono utilizzati indistintamente con lo stesso significato.

Obiettivo del Rapporto

La raccolta dati è stata effettuata sui siti contaminati dal 2017 in avanti.

Nel 2021, essa ha registrato un punto di svolta con la messa in esercizio ed il primo popolamento di MOSAICO, il Database nazionale dei procedimenti di bonifica.

L’obiettivo è quello di raccogliere e divulgare dati affidabili, omogenei e completi a livello nazionale sui siti contaminati; in tal senso ISPRA ha promosso, sin dall’istituzione del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), la costituzione di una struttura ad hoc in ambito SNPA con il coinvolgimento delle Regioni e Province Autonome, con l’obiettivo di creare un luogo di confronto, scambio e condivisione per la realizzazione di un sistema informativo relativo ai procedimenti di bonifica sul territorio nazionale.

Oggi tutto ciò permette di avere una conoscenza sullo stato dell’arte sui siti contaminati a livello nazionale senza precedenti, rispondendo a precisi obblighi di legge (art.251 D.Lgs.152/2006 e art. 3 Legge 132/2016) e permettendo la diffusione delle informazioni all’opinione pubblica, agli organi di stampa, alla Pubblica Amministrazione, agli organi decisori.

Il percorso effettuato ha permesso di raggiungere, secondo le valutazioni dell’Istituto, con la messa in esercizio di MOSAICO, un livello di dettaglio elevato, a scala del singolo procedimento di bonifica, consentendo un notevole aumento del grado di conoscenza rispetto ai dati precedentemente raccolti.

I dati sulla contaminazione del suolo in Europa

In Europa si stima che 60-70% dei suoli sono degradati a causa delle pratiche di utilizzo da parte dell’uomo: ad esempio il 21% dei suoli ha limiti per il cadmio superiori alla soglia di pericolo per l’uomo e allo stesso modo l’83% dei suoli ha almeno un residuo di pesticidi. (EU European Missions A Soil Deal for Europe Implemetation Plan, 2020).

Giornata Mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità: l’impegno dell’Italia

Il Ministro Pichetto: “Contesto complesso incide su crescita Paese, tema chiave è efficienza gestione idrica. Da PNACC il quadro di azioni necessarie”.

I dati

Secondo le ultime stime, quasi un terzo del territorio nazionale (il 28%, dati ISPRA) è degradato e a rischio desertificazione. Siccità, degrado del suolo e desertificazione sono problemi ambientali correlati, che possono determinare situazioni emergenziali con impatti severi su economia, ambiente, agricoltura. Il “trend” climatico degli ultimi anni mostra un ritmo e un’intensità crescente dei fenomeni siccitosi, anche in ambito del Mediterraneo e nel nostro stesso Paese.

Il tema della giornata la celebrazione della giornata è infatti “Her Land. Her rights.”, “La sua terra. I suoi diritti.”, scelto per promuovere esempi di successo con i contributi di donne e ragazze alla gestione sostenibile del suolo e mobilitare il sostegno per promuovere i diritti alla terra per le donne e le ragazze di tutto il mondo.

La lotta alla desertificazione

La lotta alla desertificazione è un processo globale che mira a contrastare l’espansione delle aree desertiche o semidesertiche attraverso una combinazione di strategie di gestione sostenibile delle terre, politiche di conservazione ambientale e pratiche agricole appropriate.

La desertificazione è il processo attraverso il quale le terre precedentemente produttive diventano aride, con una diminuzione significativa della vegetazione e della fertilità del suolo. Questo può essere causato da una serie di fattori, tra cui il sovrapascolamento, la deforestazione, il cambiamento climatico, l’erosione del suolo e le pratiche agricole non sostenibili.

Per combattere la desertificazione, sono necessarie azioni su più fronti. Ecco alcune delle strategie chiave che vengono adottate:

Gestione sostenibile delle terre: è importante implementare pratiche di gestione del suolo che migliorino la sua struttura e fertilità. Ciò può includere la rotazione delle colture, la conservazione dell’acqua, l’uso di terrazze per ridurre l’erosione del suolo e la gestione mirata delle aree colpite.

Rimboschimento e ripristino delle terre: la piantumazione di alberi e la riparazione degli ecosistemi degradati possono aiutare a stabilizzare il suolo, ridurre l’erosione e favorire la ripresa della vegetazione.

Conservazione dell’acqua: la gestione efficiente delle risorse idriche è fondamentale per contrastare la desertificazione. Ciò può comportare l’adozione di tecniche di irrigazione a basso consumo idrico, la raccolta e la conservazione dell’acqua piovana e l’implementazione di sistemi di irrigazione più efficienti.

Pratiche agricole sostenibili: promuovere l’agricoltura sostenibile può ridurre l’erosione del suolo e la degradazione. L’uso di tecniche come l’agricoltura di conservazione, l’agroforestazione e l’agricoltura biologica può aiutare a mantenere la fertilità del suolo e ridurre l’esaurimento delle risorse naturali.

Coinvolgimento delle comunità locali: coinvolgere le comunità locali nella gestione delle risorse naturali è essenziale. Ciò può essere fatto attraverso programmi di educazione ambientale, lo sviluppo di alternative economiche sostenibili e l’adozione di pratiche agricole che rispettino le tradizioni locali e promuovano la resilienza.

Cooperazione internazionale: la lotta alla desertificazione richiede sforzi congiunti a livello internazionale. Gli accordi internazionali, come la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD), promuovono la collaborazione tra i paesi per affrontare il problema e fornire sostegno finanziario e tecnico alle nazioni colpite.

È importante sottolineare che la lotta alla desertificazione richiede un impegno a lungo termine e una combinazione di misure preventive, mitigazione e ripristino. La consape

Le dichiarazioni

“L’Italia è impegnata a vincere la sfida contro la siccità e la desertificazione, in un contesto di cambiamento climatico che mette a rischio i sistemi naturali, incidendo negativamente sulle prospettive di crescita del Paese”. Lo afferma Gilberto Pichetto, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in occasione della “Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità”, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con una risoluzione adottata nel dicembre 1994.

“Il governo – spiega Pichetto – lavora fin dal suo insediamento sul tema chiave dell’efficienza nella gestione idrica: sta rafforzando la governance di contrasto ai fenomeni siccitosi, come base per nuovi strumenti operativi sul territorio e per lo sviluppo delle migliori pratiche. Il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, ormai in dirittura d’arrivo, aggiornerà il quadro di azioni necessarie a contenere questi fenomeni”. “L’Italia – conclude Pichetto – sta anche intensificando la sua cooperazione internazionale, con importanti progetti di contrasto alla desertificazione in Africa, in particolare nel Sahel”.

Il Ministro Pichetto ricorda, in proposito, “l’importanza storica e sempre attuale dell’impegno femminile nella cura della terra: la stessa nostra azione nel continente africano – spiega – intende creare le condizioni ambientali per nuove opportunità di lavoro rivolte a donne e giovani”.

Come osservato dal Segretario Esecutivo dell’UNCCD, Ibrahim Thiaw, “le donne sono le principali attrici negli sforzi globali per ridurre e invertire il degrado del suolo. Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei paesi, le donne hanno accesso e controllo sulla terra in modo ineguale e limitato. Non possiamo raggiungere la neutralità del degrado del suolo senza l’uguaglianza di genere e non possiamo escludere metà della popolazione dalle decisioni di gestione del territorio a causa del loro genere”.

Le informazioni in merito alla celebrazione della giornata e i materiali della campagna sono scaricabili dal sito del Segretariato della UNCCD al link: https://www.unccd.int/events/desertification-drought-day.

Guarda il video del MASE

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ISPRA: rilasciata la Banca dati degli indicatori ambientali nell’ambito del rapporto ambiente in Italia

E’ on-line la banca dati degli indicatori ambientali realizzata dall’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA). Cosa contiene il rapporto e quali sono le principali evidenze emerse dall’analisi dell’Istituto?

DI cosa si tratta

La Banca dati degli indicatori ambientali ISPRA, con più di 300 indicatori, è la più completa raccolta di dati statistici e informazioni sullo stato dell’ambiente in Italia realizzata e curata dall’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) in collaborazione con le Agenzie regionali e delle province autonome nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA). Gli indicatori sono strutturati in schede contenenti informazioni di tipo descrittivo (metadati) quali, ad esempio, gli obiettivi da raggiungere, la valutazione dello stato, il trend e dati rappresentati con grafici, tabelle e mappe.

Il rapporto ambiente in Italia

La pubblicazione della Banca dati avviene nell’ambito della pubblicazione, sempre da parte di ISPRA, del Rapporto Ambiente in Italia: uno sguardo d’insieme, Annuario dei dati ambientali 2022 per rispondere alle diverse esigenze conoscitive in campo ambientale e offrire una migliore fruibilità delle informazioni da parte dei target di riferimento.

Esso delinea, in modo sintetico e chiaro, un quadro delle condizioni di salute delle componenti ambientali e delle loro complesse interrelazioni, con l’obiettivo di fornire a decisori politici, pubblici amministratori, tecnici e cittadini informazioni ufficiali sullo stato dell’ambiente nel nostro Paese. La pubblicazione permette di comprendere i fenomeni ambientali e il loro andamento nel tempo, fornendo indicazioni utili al monitoraggio delle politiche di sostenibilità nazionali e internazionali.

Consiste in un report statistico prodotto dall’ISPRA con l’obiettivo di fornire a decisori politici, pubblici amministratori, tecnici e cittadini informazioni ufficiali sullo stato dell’ambiente nel nostro Paese.

Utilizzando i suddetti indicatori, delinea un quadro preciso delle condizioni di salute delle varie componenti ambientali e delle loro interrelazioni

Come la Banca dati, il report è il risultato delle attività di raccolta, monitoraggio e controllo svolte dall’Istituto in cooperazione con le Agenzie per la protezione dell’ambiente regionali e delle province autonome nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA).

Il documento offre per ciascun indicatore: descrizione, finalità, grafico o mappa, copertura temporale, commenti che definiscono, ove possibile, lo stato e il trend. Inoltre, sono riportati informazioni e dati statistici salienti e riferimenti simbolici immediati (Obiettivi SDGs; Green Deal; DPSIR; Qualità dell’informazione; Obiettivo fissato dalla normativa).

Le tematiche trattate sono: Agricoltura e selvicoltura, Pesca e acquacoltura, Energia, Trasporti, Turismo, Industria, Atmosfera, Biosfera, Idrosfera, Geosfera, Rifiuti, Economia e ambiente, Radiazioni non ionizzanti, Rumore, Pericolosità geologiche, Agenti chimici, Valutazione e autorizzazione ambientali, Certificazione ambientale, Strumenti per la pianificazione ambientale, Promozione e diffusione della cultura ambientale, Ambiente e benessere.

Che cos’è ISPRA

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) è l’ente pubblico italiano che si occupa della protezione dell’ambiente e della salvaguardia della biodiversità. È stato istituito nel 2008 con la fusione di alcuni enti preesistenti, tra cui l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (IPRA).

ISPRA svolge numerose attività di ricerca, monitoraggio e valutazione dell’ambiente, fornisce supporto scientifico e tecnico alle politiche ambientali e promuove la conoscenza e la consapevolezza dell’ambiente tra la popolazione. Tra le sue attività principali, rientrano la gestione del Sistema Nazionale di Monitoraggio Ambientale (SNPA), la raccolta e l’elaborazione dei dati ambientali, la gestione dei rischi ambientali e la valutazione dell’impatto ambientale di grandi progetti di sviluppo.

Le principali evidenze

La pubblicazione permette di comprendere i fenomeni ambientali e il loro andamento nel tempo, fornendo indicazioni utili al monitoraggio delle politiche di sostenibilità nazionali e internazionali e, in particolare, di quelle varate per far fronte alla crisi globale causata dalla pandemia da Covid-19, ulteriormente aggravata dalle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina quale, ad esempio, la questione della fornitura energetica.

Tra le misure a sostegno della ripresa e della sostenibilità sociale, ambientale ed economica, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce il piano di attuazione di politiche ambientali più importante e generoso a cui fare riferimento per il prossimo futuro, attingendo ai cospicui stanziamenti elargiti dall’Unione Europea. La fetta più grossa del Piano, il 31% (59,5 miliardi di euro), è infatti destinata alla Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”.

Sempre a livello nazionale, lo strumento di coordinamento dell’attuazione dell’Agenda 2030 dell’ONU è rappresentato dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, volta alla creazione di un nuovo modello economico circolare, a basse emissioni di CO2, resiliente ai cambiamenti climatici e agli altri cambiamenti globali che impattano sugli ecosistemi.

La Strategia è strutturata in cinque aree, corrispondenti alle “5P” dello sviluppo sostenibile proposte dall’Agenda 2030 (persone, pianeta, prosperità, pace, partnership), ciascuna delle quali contiene scelte e obiettivi strategici per l’Italia, correlati ai 17 obiettivi SDGs (Sustainable Development Goals).

A cascata, la Strategia funge da volano e coordinamento tra tutti gli altri piani e strategie tematiche a livello nazionale come la Strategia nazionale per l’economia circolare, la Strategia nazionale per la biodiversità e il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima e il Piano per la transizione ecologica.

In relazione a un quadro di misure tanto ampio e articolato, il report si qualifica come una bussola, speriamo utile, in grado di orientare e rafforzare la capacità di risposta da parte dei decisori politici e di accrescere la consapevolezza dei cittadini con i quali la “politica ambientale”, oggi, si confronta in modo sempre più diretto, per vincere una sfida che richiede un’alleanza tra la responsabilità di ognuno e quella delle istituzioni.

Per maggiori informazioni

https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/stato-dellambiente/ambiente-in-italia-uno-sguardo-dinsieme-annuario-dei-dati-ambientali-2022