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MUD: presentazione entro il 21 Maggio

Si ricorda che le comunicazioni, previste per i soggetti obbligati ad effettuarle, nell’ambito delle dichiarazioni annuali sulla quantità e qualità dei rifiuti gestiti, devono essere inoltrate al sistema camerale, mediante la piattaforma www.mudtelematico.it, entro il 21 Maggio 2022.

Che cos’è il MUD

Consente di acquisire i dati relativi ai rifiuti da tutte le categorie di operatori, indicate dall’articolo 189 del TUA (Testo Unico Ambientale, D.Lgs. n. 152/2006).

È articolato in comunicazioni che devono essere presentate dai soggetti tenuti all’adempimento.

Il tracciato record delle comunicazioni

Periodicamente la Presidenza del Consiglio dei Ministri provvede a definire il tracciato record delle singole comunicazioni, ovvero la quantità e la qualità delle informazioni da rendere.

Nell’anno 2021, è stato emanata, il 17 dicembre, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante “Approvazione del modello unico di dichiarazione ambientale per l’anno 2022”.

Con esso, da un lato si confermano le modalità per l’accesso ai portali ai fini dell’invio della dichiarazione e le modalità per il pagamento dei diritti di segreteria, dall’altro la struttura del modello.

Esso viene articolato in diverse comunicazioni (rifiuti, veicoli fuori uso, imballaggi, Raee, urbani e Aee), che sono da compilare in relazione all’eventuale obbligatorietà

Le novità 2022

Il MUD 2022 (per i dati relativi all’anno 2021) presenta comunque alcune novità, che riguardano:

  • la Sezione anagrafica: viene introdotta una nuova Scheda Riciclaggio destinata ai soggetti che effettuano il riciclaggio finale dei rifiuti urbani e o dei rifiuti di imballaggio);
  • la Comunicazione Rifiuti: non è piu’ previsto l’esonero per i produttori di rifiuti non inquadrati in un’organizzazione di Ente o di impresa; allo stesso tempo sono precisati i riferimenti normativi della disciplina ad hoc riguardante imprenditori agricoli, parrucchieri, istituti di bellezza e tatuatori;
  • la Comunicazione Rifiuti urbani e raccolti in convenzione: viene ridefinito l’insieme dei soggetti obbligati quali quelli che raccolgono rifiuti al di fuori del servizio urbano

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Utilizzo responsabile della plastica: pubblicata la prassi UNI

Con una comunicazione effettuata sul proprio sito, in occasione della giornata mondiale della Terra, UNI rende noto di aver posto in consultazione la la nuova Prassi di Riferimento UNI/PdR 117:2022 “Linee guida per l’utilizzo responsabile della plastica”.

Il tema

La prassi origina senza dubbio dalle numerose criticità che un uso non corretto dei prodotti costituiti da tale materiale, una volta divenuti rifiuti, possono generare nei confronti dell’umanità e dell’ambiente.

Come sottolineato nella comunicazione, sebbene il materiale di largo impiego nella nostra vita quotidiana, la plastica abbia contribuito, offrendo soluzioni innovative, ai bisogni provenienti dalla società grazie alla sua versatilità, economicità e durabilità, l’impatto che questo materiale può avere sull’ambiente è decisamente rilevante

Da qui l’esigenza di un uso corretto e responsabile della plastica, con particolare attenzione alle buone pratiche di raccolta, selezione e riciclo della stessa, in armonia con il concetto di Green Economy e di economia circolare.

I dati sulla produzione di rifiuti plastici

UNI denota come:

  • nel nostro Paese siano stati generati globalmente circa 5 milioni di rifiuti di materie plastiche di cui il 42% è stato avviato al recuperato meccanico, il 35% alla valorizzazione mediante il recupero energetico e il 23% è stato conferito in discarica.
  • il settore sia fortemente impegnato nello sviluppo di tecnologie di riciclo chimico[1] che in futuro verranno utilizzate in modo complementare a quelle di riciclo meccanico per aumentare la capacità di riciclo e raggiungere gli obiettivi preposti.

La creazione della prassi

Tutto ciò premesso, numerose organizzazioni hanno promosso la realizzazione di una roadmap ben definita che permetta di comunicare in modo chiaro agli stakeholder il proprio percorso virtuoso, articolato nel tempo, per una progressiva scelta consapevole degli articoli e materiali al fine di ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività fondato su basi scientifiche e incontrovertibili.

La prassi di riferimento può essere utilizzata per applicare un sistema di gestione per l’utilizzo responsabile della plastica, che può essere certificato da organismi di valutazione della conformità di terza parte operanti secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17021.

Il contenuto del documento

Cosa contiene la prassi?

Innanzitutto le modalità per identificare il contesto in cui opera l’organizzazione e il campo di applicazione del sistema di gestione e illustra come l’impegno della Direzione debba esplicitarsi in politiche e obiettivi per l’utilizzo responsabile della plastica e quali siano gli elementi a supporto del sistema di gestione.

Successivamente le attività di pianificazione e controllo delle fasi di acquisto, utilizzo e conferimento e fornisce gli elementi per la valutazione delle prestazioni e per il miglioramento continuo del sistema di gestione.

Per maggiori informazioni

Si ricorda che la UNI/PdR 117:2022 è liberamente scaricabile dal Catalogo UNI (previa registrazione).


[1] L’introduzione delle tecnologie di riciclo chimico sarà importante anche per minimizzare il ricorso all’incenerimento e consentiranno praticamente di eliminare lo smaltimento in discarica.

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Convegno del Sole 24 ore: “RECOVERY PLAN, PNRR, agenda 2022: l’anno di svolta”

Il PNRR rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme per seguire un percorso di crescita economica a lungo termine per il nostro paese, in ottica di sostenibilità, digitalizzazione, inclusione. A che punto sono le riforme? Se ne parla in un convegno organizzato dal Sole 24 ore. Per Confindustria Cisambiente, interviene Stefano Sassone.

Il tema

Il PNRR rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme per seguire un percorso di crescita economica a lungo termine per il nostro paese, in ottica di sostenibilità, digitalizzazione, inclusione.

Alcuni progetti sono stati attuati, certe missioni hanno visto maggiore sviluppo ed evoluzione: quali i next steps previsti dalla Cabina di Regia?

L’evento sarà l’occasione per fare il punto analizzando anche il coinvolgimento degli enti locali, per capire l’attuazione del piano a livello territoriale, se si sono riscontrati ostacoli o criticità.
Per affrontare, in ottica di miglioramento, l’importante sfida della crescita.

Il Programma

09.30 – Apertura dei lavori a cura di:

  • Fabio Tamburini, Direttore Il Sole 24 Ore

09.40 – L’attuazione del piano nazionale: stato dell’arte e percezione dall’estero

Alberto Orioli, Vicedirettore Il Sole 24 Ore

in conversazione con:

  • Marco Buti, Capo di Gabinetto Commissario europeo all’Economia

09.50 – Riforme, obiettivi, investimenti per lo sviluppo: a che punto siamo?

  • Giorgia Aresu, Partner, KPMG

10.00 – TRANSIZIONE ECOLOGICA

Verso un’Italia green: come realizzare la transizione ecologica

Intervengono:

  • Pier Lorenzo Dell’Orco, Amministratore Delegato Italgas Reti
  • Fabrizio Di Amato, Presidente Maire Tecnimont
  • Alberto Irace, Amministratore Delegato Alia Servizi Ambientali
  • Stefano Sassone, Direttore Area Tecnica, Confindustria Cisambiente
  • Piero Petrucco, Vice Presidente ANCE
  • Piercarlo Rolando, Ceo RINA Prime Value Services
  • Chicco Testa, Presidente Assoambiente

Modera:

Celestina Dominelli, Giornalista Il Sole 24 Ore

11.10

Barbara Gobbi, Giornalista Il Sole 24 Ore in conversazione con:

  • Claudio Levorato, Presidente Gruppo Rekeep

11.20 – TRANSIZIONE DIGITALE

Italia digitale: i pilastri dell’innovazione per lo sviluppo

Andrea Biondi, Giornalista Il Sole 24 Ore in conversazione con:

  • Anna Ascani, Sottosegretaria Ministero Sviluppo Economico

Intervengono:

  • Paolo De Rosa, Chief Technology Officer, Dipartimento per la Trasformazione Digitale Presidenza Del Consiglio dei Ministri
  • Mariangela Ziller, Board Member Deda Cloud, Deda Group

Modera:

  • Andrea Biondi, Giornalista Il Sole 24 Ore

11.50

SALUTE E SANITA’
Oltre l’emergenza: scenari per la sanità del futuro

Marzio Bartoloni, Giornalista Il Sole 24 Ore in conversazione con:

  • Stefano Lorusso, Direttore Generale Unità di Missione per l’attuazione del Pnrr Ministero della Salute

Intervengono:

  • Sergio Dompé, Executive President Dompé farmaceutici
  • Raffaele Donini, Assessore alle politiche per la salute Regione Emilia-Romagna, Coordinatore Commissione Salute Conferenza delle Regioni

Modera:

Marzio Bartoloni, Giornalista Il Sole 24 Ore

12.20

Attuazione e impatto del piano a livello territoriale: la voce degli enti locali

Intervengono:

  • Gaetano Armao, Coordinatore Commissione Affari europei e internazionali Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vicepresidente e Assessore per l’Economia Regione Siciliana
    Michele de Pascale, Presidente UPI
  • Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo

Modera:
Gianni Trovati, Giornalista Il Sole 24 Ore

12.50

Chiusura dei lavori

Per collegarsi

https://virtualevent.ilsole24ore.com/recovery-plan-2022/?user=guest

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Webinar “PON IC-REACT EU bando investimenti sostenibili 4.0”: on line, il prossimo 28 aprile 2022

L’evento, organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale Incentivi alle Imprese, in collaborazione con CNA, sarà l’occasione per presentare il Bando Investimenti Innovativi 4.0, il regime di aiuto per il sostegno, sull’intero territorio nazionale, di nuovi investimenti imprenditoriali innovativi e sostenibili volti a favorire la trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa.

Il bando investimenti 4.0

Cos’è

Si tratta di regime di aiuto per il sostegno, nell’intero territorio nazionale, di nuovi investimenti imprenditoriali innovativi e sostenibili. L’obiettivo è favorire la trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa, al fine di superare la contrazione indotta dall’emergenza Covid e di orientare la ripresa degli investimenti verso ambiti strategici per la competitività e la crescita sostenibile del sistema economico.

La misura prevede la concessione e l’erogazione di agevolazioni in favore di programmi di investimento proposti da micro, piccole e medie imprese conformi ai vigenti principi di tutela ambientale e ad elevato contenuto tecnologico, coerente con il piano Transizione 4.0, con priorità per quelli in grado di offrire un particolare contributo agli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Unione europea e per quelli volti, in particolare, a:

  • favorire la transizione dell’impresa verso il paradigma dell’economia circolare;
  • migliorare la sostenibilità energetica dell’impresa.

La dotazione finanziaria

La dotazione finanziaria complessiva dello strumento è pari a euro 677.875.519,57, di cui:

  • 250.207.123,57 euro per le Regioni del Centro – Nord a valere sulle risorse dell’iniziativa “REACT – EU” destinate all’Asse prioritario VI del Programma Operativo Nazionale (PON) “Imprese e competitività” 2014-2020, come modificato da ultimo con la decisione di esecuzione C(2021) 5865 finale, del 3 agosto 2021;
  • 427.668.396,00 euro per le Regioni del Mezzogiorno.

Una quota pari al 25% della dotazione finanziaria complessiva è destinata ai programmi proposti dalle micro e piccole imprese.

Quadro di riferimento

La misura, istituita con il decreto ministeriale 10 febbraio 2022, si pone in continuità con gli interventi promossi dai bandi “Macchinari Innovativi” (decreti ministeriali del 9 marzo 2018 e del 30 ottobre 2019), rispetto ai quali presenta comunque significativi elementi di novità.

L’intervento agevolativo è definito nell’ambito della comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final («Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19») e successive modificazioni e integrazioni, e, in particolare, della Sezione 3.13 (“Sostegno agli investimenti per una ripresa sostenibile”), ai sensi e nei limiti della quale sono concessi gli aiuti.

A chi si rivolge

Le agevolazioni sono concesse alle micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda devono:

  • essere regolarmente costituite, iscritte e «attive» nel registro delle imprese;
  • essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali;
  • non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019, fatte salve le deroghe previste per le micro e piccole imprese dalla disciplina in materia di aiuti di riferimento;
  • trovarsi in regime di contabilità ordinaria e disporre di almeno due bilanci approvati e depositati presso il registro delle imprese ovvero aver presentato, nel caso di imprese individuali e società di persone, almeno due dichiarazioni dei redditi;
  • essere in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia e urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente ed essere in regola in relazione agli obblighi contributivi;
  • aver restituito somme dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero;
  • non aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso l’unità produttiva oggetto dell’investimento;
  • non trovarsi in una delle situazioni di esclusione previste dall’art. 5, comma 2, del DM 10 febbraio 2022.

Cosa finanzia

I programmi di investimento devono:

  • prevedere l’utilizzo delle tecnologie abilitanti afferenti al piano Transizione 4.0. e l’ammontare di tali spese deve risultare preponderante rispetto al totale dei costi ammissibili del programma;
  • essere diretti all’ampliamento della capacità alla diversificazione della produzione, funzionale a ottenere prodotti mai fabbricati in precedenza o al cambiamento fondamentale del processo di produzione di un’unità produttiva esistente ovvero alla realizzazione di una nuova unità produttiva;
  • essere realizzati presso un’unità produttiva localizzata nel territorio nazionale;
  • rispettare le seguenti soglie di importo delle spese ammissibili:
  1. nel caso di programmi di investimento da realizzare nelle Regioni Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna, spese ammissibili non inferiori complessivamente a 500 mila euro e non superiori a 3 milioni di euro e, comunque, all’80% del fatturato dell’ultimo bilancio approvato e depositato
  2. nel caso di programmi di investimento da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino Alto-Adige, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto, spese ammissibili non inferiori complessivamente a un milione di euro e non superiori a 3 milioni di euro e, comunque, all’80% del fatturato dell’ultimo bilancio approvato e depositato
  • essere avviati successivamente alla presentazione della domanda;
  • prevedere un termine di ultimazione non successivo a dodici mesi dalla data del provvedimento di concessione delle agevolazioni.

Per i programmi caratterizzati da un particolare contenuto di sostenibilità, sono previsti specifici criteri di valutazione, che consentono all’impresa proponente di conseguire un punteggio aggiuntivo nell’ambito dell’attività di valutazione dell’istanza prevista per l’accesso alle agevolazioni.

Attività economiche ammesse

Sono ammesse le attività manifatturiere, ad eccezione delle attività connesse ad alcuni settori caratterizzati da limitazioni derivanti dalle disposizioni europee di riferimento (siderurgia; estrazione del carbone; costruzione navale; fabbricazione delle fibre sintetiche; trasporti e relative infrastrutture; produzione e distribuzione di energia, nonché delle relative infrastrutture) o a programmi di investimento che, arrecando un danno significativo agli obiettivi ambientali definiti a livello europeo, non garantiscono il rispetto del principio DNSH (Do No Significant Harm, “non arrecare un danno significativo”).

Sono inoltre ammesse le attività di servizi alle imprese elencate nell’allegato 4 del decreto 10 febbraio 2022.

Spese ammissibili

Sono ammissibili alle agevolazioni le spese strettamente funzionali alla realizzazione dei programmi di investimento di cui all’articolo 6 del decreto 10 febbraio 2022, relative all’acquisto di nuove immobilizzazioni materiali e immateriali, come definite agli articoli 2423 e seguenti del codice civile, che riguardino:

  1. macchinari, impianti e attrezzature
  2. opere murarie, nei limiti del 40% del totale dei costi ammissibili
  3. programmi informatici e licenze correlati all’utilizzo dei beni materiali di cui alla lettera a)
  4. acquisizione di certificazioni ambientali

Per i progetti di investimento volti al miglioramento della sostenibilità energetica dell’impresa, sono, inoltre, ammissibili le spese aventi ad oggetto servizi di consulenza diretti alla definizione della diagnosi energetica di cui al decreto legislativo 4 luglio 2014 n. 102, nei limiti del 3% dell’importo complessivo delle spese ammissibili e a condizione che l’effettuazione della diagnosi non costituisca un adempimento obbligatorio per l’impresa ai sensi della normativa di riferimento.

Le agevolazioni

Le agevolazioni sono concesse, ai sensi e nei limiti di quanto previsto dalla sezione 3.13 del Temporary framework, nella forma del contributo in conto impianti, a copertura di una percentuale nominale massima delle spese ammissibili determinata in funzione del territorio di realizzazione dell’investimento e della dimensione delle imprese beneficiarie. In particolare:

  • per i programmi di investimento da realizzare nei territori delle Regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, il contributo massimo è pari al 60% delle spese ammissibili per le imprese di micro e piccola dimensione e al 50% per le imprese di media dimensione
  • per i programmi di investimento da realizzare nei territori delle regioni Basilicata, Molise e Sardegna, il contributo massimo è pari al 50% delle spese ammissibili per le imprese di micro e piccola dimensione e al 40% per le imprese di media dimensione
  • per i programmi di investimento da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino Alto-Adige, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto, il contributo massimo è pari al 35% per le imprese di micro e piccola dimensione e al 25% delle spese ammissibili per le imprese di media dimensione

Termini e modalità di presentazione delle domande

Le agevolazioni sono concesse sulla base di una procedura valutativa con procedimento a sportello. Le domande di agevolazione devono essere presentate, esclusivamente per via telematica, attraverso l’apposita procedura informatica messa a disposizione sul sito internet del Soggetto gestore Invitalia SpA.

Con decreto direttoriale 12 aprile 2022 sono disciplinati termini e modalità di presentazione delle domande:

  • a partire dalle ore 10.00 del 4 maggio 2022 è possibile, attraverso la procedura informatica raggiungibile sul sito del Gestore, procedere alla compilazione della domanda; 
  • dalle ore 10.00 del 18 maggio 2022 le domande compilate potranno essere inviate.

Normativa

Per partecipare al webinair

Per partecipare all’evento necessario registrarsi qui:

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Green economy report: la transizione ecologica che ci salverà

Con un articolo dedicato al tema della transizione ecologica, Green economy report fa il punto della situazione sullo stato dell’arte della transizione ecologica in Italia. La cifra con cui si dovrà misurare ogni attività economica al netto di qualunque crisi è la sostenibilità. Parola di Lucia Leonessi, che spiega l’importanza di fare squadra per raggiungere questo obiettivo in ambito manifatturiero. Stefano Sassone: “Investire nell’economia circolare offre opportunità rilevanti di business e crescita occupazionale e non è semplicemente il manifesto di una maggior sensibilità nei confronti dei luoghi dove viviamo”.

Il tema

Secondo Confindustria Cisambiente, catalizzatore di imprese ad alta vocazione green, dovrà partire da questo presupposto la transizione ecologica che l’Italia è chiamata ad accelerare per reagire alla pandemia e alla guerra. Una doppia offensiva che ci ha segnato non solo dal lato umano, ma ha proiettato la questione dell’emancipazione dal gas in una dimensione emergenziale.

«In questa cruciale partita- sostiene Lucia Leonessi, Direttore generale e fondatrice di Confindustria Cisambiente – l’Europa ha dato l’impressione di tentennare rispetto all’utilizzo del rifiuto come fonte energetica: essendo la colonna della transizione ecologica di Confindustria, noi avremmo immaginato una spinta molto più decisa».

Assieme a Lucia Leonessi intervengono Fabrizio D’Epiro, vicepresidente Finanza e fiscalità Cisambiente, Stefano Sassone, Direttore Area tecnica Cisambiente e Carlo Lusi, presidente Cartambiente.

La stessa spinta avete cercato di imprimerla nei primi 5 anni di attività di Cisambiente, durante i quali rivendicate con orgoglio una serie di successi. In quali ambiti avete conseguito i più rilevanti?

Lucia Leonessi: «Il più grande successo all’inizio del nostro sesto anno di attività è aver aggregato tutta la filiera del ciclo integrato dei rifiuti dalla progettazione allo smaltimento finale alle bonifiche. Lottare gli uni al fianco degli altri in un’unica associazione si è rivelato vincente nell’ottenimento degli obiettivi. La tradizione ecologico-ambientalista è diventata il nostro stesso motore per costruire il futuro partendo dalla realizzazione di impianti nuovi, di alta tecnologia e soprattutto di prossimità. Il miglior alleato del ciclo integrato del rifiuto e dell’economia circolare è proprio la prossimità impiantistica».

Tra le alternative energetiche più evocate per tamponare il deficit  del  gas russo c’è il carbone. Che ne pensate e quali ulteriori strade può percorrere l’Italia per liberarsi da questa dipendenza?

Fabrizio D’Epiro: «In Italia nel 2020 il 55,8 per cento del carbone utilizzato dalle nostre centrali proveniva dalla Russia, va da sé che bisogna trovare fonti realmente alternative sia al gas sia al carbone. Una strada valida è certamente quella di sostituire la fonte carbonifera con il Combustibile solido secondario (Css), matrice mista di plastiche, carta e tessuto non recuperabile nei normali processi di riciclo. Una tonnellata di Css sostituisce in termini di potere calorico quasi una tonnellata di carbone e ha un costo di approvvigionamento di circa un ottavo. Confindustria Cisambiente, che al suo interno conta i maggiori produttori italiani di questa fonte, propone alle società proprietarie delle centrali a carbone di pianificarne una progressiva sostituzione con il Css».

Qual è il grado di coinvolgimento delle Pmi nella corsa verso la sostenibilità e, in ambito manifatturiero, quali settori risultano trainanti in termini di buone pratiche?

Stefano Sassone: «In Italia oggi la maggior parte delle aziende viene costituita da micro e piccole imprese. Investire nell’economia circolare offre opportunità rilevanti di business e crescita occupazionale e non è semplicemente il manifesto di una maggior sensibilità nei confronti dei luoghi dove viviamo. Nella rivoluzione verde le Pmi sono pertanto pienamente coinvolte e hanno un ruolo essenziale per realizzare la transizione ecologica di cui oggi tanto si parla. Tra i settori manifatturieri che risultano avanti in questa corsa per la sostenibilità spiccano le aziende che realizzano gli imballaggi atti a contenere, manipolare e trasportare prodotti e materie prime».

Il Pnrr pone un forte accento sulla rivoluzione verde. Quali forme di riorganizzazione green delle catene produttive sta favorendo?

Stefano Sassone: «Il Piano nazionale ripresa e resilienza ha rappresentato, ed è destinato a rappresentare per molti anni, un utile e proficuo meccanismo di finanziamento per le iniziative “verdi”. Il termine previsto per i bandi ne testimonia il forte successo, suffragato dai numeri diramati dal MiTE. Di particolare interesse è stata la volontà del dicastero di finanziare le proposte impiantistiche riguardanti l’idrogeno da umido, definita tecnicamente come frazione organica dei rifiuti solidi urbani, che mediante opportuni meccanismi di conversione consente di ottenere energia pulita dai nostri rifiuti. Tale opportunità è stata accolta dalle nostre imprese associate che hanno risposto ai bandi per l’idrogeno verde».

Il rincaro delle materie prime rende ancora più attrattivi i nuovi paradigmi circolari. Quale strategia andrà perseguita in futuro per affermare questo modello economico nelle nostre imprese?

Carlo Lusi: «Al di là della pandemia, della guerra e delle attuali speculazioni finanziarie, la cifra con cui si dovrà misurare ogni attività economica è la sostenibilità. La crisi climatica, l’aumento della popolazione mondiale e i limiti delle risorse sono dati di fatto. Il modello economico dovrà essere sempre più orizzontale, vicino, ramificato, circolare, rinnovabile, in primis in Paesi come l’Italia poveri di materie prime. La filiera del recupero e riciclo della carta è un esempio di tale nuovo modello. La globalizzazione ha mostrato la sua fragilità intrinseca e i rischi a cui espone anche le società più ricche. La sostenibilità è la “rete di sicurezza” che ci salverà dalla caduta che rischiamo seriamente di fare a breve».

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