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UE: stanziati circa 2 miliardi di euro per lo sviluppo del nostro agrivoltaico

Con l’approvazione di un regime di sostegno ad hoc per il nostro Paese, la Comunità europea offre un importante stanziamento a favore degli imprenditori agricoli che intendono investire in questa attività.

Lo stanziamento della Comunità europea

È stato deciso dalla Commissione europea uno stanziamento pari a 1,7miliardi di euro a favore dei produttori agricoli italiani per opportuni progetti relativi alla realizzazione di impianti solari fotovoltaici, da pagare in occasione della fase operativa degli stessi, per un periodo di 20 anni[1]. In particolare, essi dovranno consentire l’utilizzo simultaneo dei terreni sia per la produzione di energia fotovoltaica attraverso l’installazione di pannelli solari sia per lo svolgimento di attività agricole.

L’entità del plafond

In particolare, il plafond consiste in sovvenzioni agli investimenti per un totale di 1,1 miliardi di euro che coprono fino al 40% dei costi di investimento e tariffe incentivanti per 560 milioni di euro da pagare durante la fase operativa dei progetti, per un periodo di 20 anni. 

Durata

Il regime sostiene la costruzione e la gestione in Italia di nuovi impianti agrivoltaici per una capacità totale di 1,04 GW e una produzione di energia elettrica di almeno 1.300 GWh/anno, ed è destinato a durare fino al 31 dicembre 2024.

Qualificazione come aiuti di Stato

Qualora le sovvenzioni si configurino come aiuti di Stato, anche se previsti dal PNRR, dovranno essere notificati alla Commissione per l’approvazione preventiva, a meno che non soddisfino le condizioni di esenzione per la categoria in materia di aiuti di Stato.

In tal caso, la Commissione andrà a valutare, in via prioritaria, i provvedimenti che comportano aiuti di Stato contenuti nei PNRR nel contesto del dispositivo RRF per la cui rapida attuazione ha fornito orientamenti e sostegno agli Stati membri nelle fasi preparatorie dei piani nazionali. Allo stesso tempo, nel processo decisionale la Commissione si accerta che le norme applicabili in materia di aiuti di Stato siano rispettate, al fine di garantire la parità di condizioni nel mercato unico e assicurarsi che i fondi del dispositivo RRF siano utilizzati in modo da ridurre al minimo le distorsioni della concorrenza e non escludere gli investimenti privati.


[1] In particolare, la Commissione ha constatato che: a) il regime agevola lo sviluppo di un’attività economica, in particolare la produzione di energia elettrica rinnovabile da impianti agrivoltaici; b) la misura è necessaria e adeguata affinché l’Italia consegua gli obiettivi ambientali europei e nazionali. Inoltre, è proporzionata in quanto l’aiuto si limita al minimo necessario per stimolare gli investimenti. Sono inoltre previste le necessarie misure di salvaguardia, tra cui una procedura di gara competitiva per la concessione dell’aiuto e un meccanismo di recupero in caso di aumenti dei prezzi dell’energia; c) la misura ha un effetto di incentivazione, in quanto i beneficiari non realizzerebbero gli investimenti pertinenti senza l’aiuto.

Schema tipo del contratto di servizio: fra un mese si chiudono le consultazioni di ARERA

Con un pacchetto di quattro Delibere, lo scorso agosto ARERA ha inteso accelerare il processo di riforma del settore dei rifiuti urbani, dando seguito alle recenti previsioni normative per il riordino dei servizi pubblici locali, per la tutela della concorrenza, per le operazioni “Salva mare” e per favorire l’economia circolare, tenendo conto del principio comunitario della responsabilità estesa del produttore (EPR). Tra circa un mese si conclude la consultazione per lo schema-tipo del contratto di servizio.

Le quattro delibere

Obiettivo

L’obiettivo è quello di regolare alcuni elementi di notevole rilevanza per il funzionamento del sistema di gestione dei rifiuti, accompagnando una transizione che vede i rifiuti sempre più come una risorsa economica da valorizzare attraverso la raccolta differenziata, il riciclo e il recupero e che vede gradualmente ridursi la percentuale di rifiuti da considerare scarto inutilizzabile.

Il contenuto

Questi i contenuti principali delle quattro delibere:

  1. con la delibera 385 è stato approvato lo schema tipo di contratto di servizio per la regolazione dei rapporti tra ente affidante e soggetto gestore. Un provvedimento che il settore invocava da molto prima che l’ARERA assumesse, nel 2018, competenze sul settore rifiuti (la previsione era già contenuta nel Testo Unico del 2006).Con questa delibera sono stati disciplinati i contenuti minimi essenziali del contratto di servizio, volti ad assicurare, per tutta la durata dell’affidamento, l’assolvimento degli obblighi di servizio pubblico, nonché l’equilibrio economico-finanziario della gestione secondo criteri di efficienza, promuovendo il progressivo miglioramento dello stato delle infrastrutture e della qualità delle prestazioni erogate.
  2. con la delibera 387 si introduce il monitoraggio di nuovi indicatori di efficienza delle attività di recupero e smaltimento, secondo un approccio graduale che tiene conto delle condizioni di partenza e dell’eterogeneità del parco impiantistico disponibile. Da queste condizioni deriva la necessità di riconoscere il giusto valore di un settore industriale caratterizzato da un elevato grado di specializzazione in relazione alle diverse filiere. È stato quindi introdotto un primo set di indicatori che consentirà di monitorare le rese quantitative e qualitative della raccolta differenziata. Questo al fine di promuovere una maggiore efficacia nelle successive attività di riciclaggio del materiale. Il set di indicatori si completa con altri, legati all’affidabilità e alle performance delle infrastrutture degli impianti di trattamento, prevedendo – dal 1° gennaio 2024 – specifici obblighi di monitoraggio e trasparenza.
  3. con la delibera 389 sono state definite le regole per l’aggiornamento biennale 2024-2025 delle predisposizioni tariffarie, confermando l’ impostazione generale del metodo tariffario rifiuti MTR-2 (delibera 363/21) e adeguandolo anche per ottemperare rapidamente a quanto statuito dal Consiglio di Stato, con la recente sentenza n. 7196/23 relativamente alla trattazione dei costi afferenti alle attività di prepulizia, preselezione o pretrattamento degli imballaggi plastici provenienti dalla raccolta differenziata, in tal modo garantendo l’affidabilità del nuovo quadro regolatorio.Sono stati quindi introdotti criteri tariffari che preservano un quadro di riferimento stabile, nel rispetto dei principi di recupero dei costi efficienti di investimento ed esercizio e di non discriminazione degli utenti finali. Al tempo stesso sono state introdotte misure per dare adeguata copertura ai maggiori oneri sostenuti negli anni 2022 e 2023 a causa dell’inflazione, salvaguardando l’equilibrio economico-finanziario delle gestioni e la continuità nell’erogazione del servizio, assicurando comunque la sostenibilità della tariffa all’utenza.  Nella medesima delibera si sono infine introdotte misure per il monitoraggio del grado di copertura dei costi efficienti della raccolta differenziata, prevedendo una riclassificazione dei molteplici elementi conoscitivi desumibili dai circa 6.000 PEF approvati. I dettagli operativi saranno esplicitati dall’Autorità nel prossimo in autunno, in concomitanza con la definizione degli applicativi informatici per l’aggiornamento dei citati PEF, che avverrà sulla base degli ultimi dati disponibili facendo quindi riferimento alla annualità 2022.
  4. con delibera 386, infine, è stato istituito in particolare un meccanismo perequativo dei costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati e volontariamente raccolti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune. Il meccanismo, in coerenza con quanto stabilito dalla legge 60/22 cosiddetta legge Salva Mare, riguarda anche le campagne di pulizia ed è finalizzato a distribuire sull’intera collettività nazionale i relativi oneri, assicurandone la copertura con una specifica componente, che entrerà a far parte delle voci della tassa sui rifiuti oppure della tariffa corrispettiva.

Le scadenze e i limi della n. 385

In particolare, le scadenze per i portatori di interesse, in relazione alle osservazioni che possono essere fornite in merito all’approvazione dello schema tipo del bando per l’affidamento del servizio dei rifiuti, vengono collocate al 13 dicembre prossimo venturo. 

La normativa sul punto è chiara: spetta, infatti, secondo il Testo Unico dei Servizi Pubblici Locali (TUEL, articolo 7), tale compito, configurandosi tale disciplina come speciale, rispetto a quella generale costituita dal nuovo codice degli appalti.

Lo schema tipo suppone una gestione integrata dei rifiuti trucchi tale schema sia applicabile, con gli opportuni adattamenti, anche gli affidamenti di singole fasi del servizio: La precisazione è fondamentale, perché, secondo i dati empirici, soltanto l’1,9 dei gestori è effettivamente integrato, ovvero svolge tutte quante le attività del servizio di genere urbana.

Per maggiori informazioni

Gli atti sono consultabili sul sito www.arera.it

Agenzia Europea per l’Ambiente: occorre puntare sullo sviluppo delle biomasse

Il rapporto predisposto dall’ Agenzia Europea per l’Ambiente evidenzia le sfide, i benefici collaterali e i compromessi che devono essere compresi e quantificati affinché la biomassa possa contribuire a raggiungere – e non ostacolare – gli obiettivi del Green Deal europeo.

I temi affrontati nel rapporto

Come la biomassa può aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi climatici e ambientali? In quale modo il cambiamento climatico potrebbe influenzare la produzione di biomassa dell’UE in settori agricolo e forestale? Queste sono alcune questioni affrontate all’interno del rapporto “The European biomass puzzle   Challenges, opportunities and trade-offs around biomass production and use in the EU”, rilasciato lo scorso 8 novembre dall’Agenzia Europea dell’Ambiente.

Quando si parla di biomassa, si tratta di una materia fondamentale per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo.

Si tratta della vegetazione alla base di ecosistemi, mediante la quale è possibile il sequestro del carbonio e la fornitura del cibo e delle materie prime per un’ampia gamma di materiali a base biologica utilizzati in settori quali l’edilizia, l’energia, i trasporti, i mobili e l’industria tessile.

Gli usi della biomassa sono molteplici, e di conseguenza, sussiste una forte concorrenza sul mercato.

È inclusa anche la protezione (non utilizzo) per la natura e la biodiversità.

Cosa prevede in merito il Green Deal

Il Green Deal europeo prevede che la biomassa svolga diversi ruoli in relazione alla sicurezza alimentare ed energetica, alla conservazione della natura, alla riduzione dell’inquinamento e alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Tuttavia, la ricerca scientifica indica che non sarà disponibile abbastanza biomassa proveniente dall’UE per svolgere tutti questi ruoli previsti in futuro.

Quali sono gli impieghi della biomassa

Gli impieghi come sostanza secca

In ambito comunitario, abbiamo utilizzato 1,2 miliardi di tonnellate di biomassa nel 2017 sotto forma di sostanza secca, di cui:

  • il 50% è stato utilizzato per alimenti, mangimi e lettiere per il bestiame;
  • il 22% per la bioenergia;
  • il 28% per i materiali.

Gli impieghi come vettore energetico

Il settore della bioenergia utilizza la biomassa sia tramite combustione diretta che per la produzione di biocarburanti. L’uso della biomassa in questo settore è cresciuto dal 2005 grazie agli incentivi politici e nel 2021 la biomassa rappresentava il 56% dell’energia rinnovabile consumata nell’UE.

La biomassa legnosa viene utilizzata anche nell’edilizia, nella produzione di mobili, nella produzione di carta e negli imballaggi e in una vasta gamma di altri settori che necessitano di materiali a base biologica per funzionare.

La provenienza della biomassa

La biomassa viene fornita dagli ecosistemi. La sua produzione ed estrazione possono avere impatti positivi o negativi sulla biodiversità, sulla condizione degli ecosistemi e sulla loro capacità di sequestrare l’anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera. Pertanto, l’uso della biomassa deve essere bilanciato con le esigenze di conservazione dell’ecosistema.

Le principali evidenze del rapporto

L’Agenzia sottolinea come occorra dare priorità alla biomassa e individuare, soprattutto, per quali scopi, a causa dei diversi ruoli previsti per la biomassa e della potenziale carenza di fornitura di biomassa in futuro.

Si auspica che gli incentivi politici diano equilibrio tra l’uso della biomassa per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo del 2030, mantenendo gli ecosistemi in buone condizioni e mantenendo la loro capacità di fornire biomassa e sequestro del carbonio a lungo termine.

Quali materie prime/prodotti della biomassa devono avere la priorità e per quali scopi devono essere valutati rispetto ai costi economici e sociali e in relazione alle seguenti funzioni della biomassa evidenziate in questo rapporto:

  1. rimuovere la CO2 dall’atmosfera aumentando il sequestro del carbonio negli ecosistemi europei e garantire lo stoccaggio del carbonio a lungo termine sia nella biomassa vivente che nei prodotti della biomassa;
  2. ridurre il cambiamento climatico e gli impatti ambientali della produzione e del consumo di biomassa all’interno e all’esterno dell’UE e rendere i sistemi di produzione di biomassa più resilienti a tali impatti;
  3. sostituire i materiali a base fossile e minerale nell’economia europea con materiali e prodotti a base biologica per ridurre l’intensità/emissioni di gas serra;
  4. ripristinare la natura e la biodiversità per preservare la diversità dei paesaggi europei;
  5. riutilizzare e riciclare per utilizzare al meglio materiali e prodotti di origine biologica.

Per maggiori informazioni

https://www.eea.europa.eu/publications/the-european-biomass-puzzle

Cresce il numero delle imprese che investono in sostenibilità

È uno dei dati che emerge dal rapporto Greenitaly: aumentano in modo considerevole il numero delle imprese che investono in sostenibilità ambientale.

L’evento

Si è tenuta a Roma, lo scorso 31 ottobre, la presentazione del nuovo Rapporto GreenItaly, giunto alla 14esim edizione.

Realizzato da Fondazione Symbola e di Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha visto la partecipazione di numerosi Enti, quali Conai, Novamont, Ecopneus, European Climate Foundation, molte organizzazioni e oltre 40 esperti.

Le principali evidenze

Il riciclo del materiale

Come emerge dal documento, innanzitutto, l’Italia si conferma invece leader sul fronte del recupero di materia: laddove si manifesta una carenza di materie prime, secondo i dati di Eurostat, la capacità nell’avvio a riciclo dei rifiuti totali (urbani e speciali) in Italia ha raggiunto il record dell’83,4% (2020), un tasso di gran lunga superiore alle altri grandi economie europee, Germania (70%), Francia (64,4%) e Spagna (59,9%), e alla media UE (52,6%).

Questo si traduce in rilevanti vantaggi per il sistema manifatturiero: infatti, grazie al forte utilizzo di materie prime seconde, nel 2021 questo ha conseguito un risparmio energetico di circa 770 mila TJ (o 18,4 milioni di Tep), equivalente all’11,8% del totale dell’energia disponibile lorda, e ha evitato emissioni climalteranti per 61,9 milioni di tonnellate di CO2eq, pari al 15,9% delle emissioni lorde italiane.

Le filiere virtuose del recupero

Tra le filiere virtuose, si segnalano:

  • la carta, un settore con una grande tradizione nel riciclo manifatturiero, che nel 2021 ha visto raggiungere il massimo storico nell’impiego di macero (62,9%).
  • Il comparto degli oli minerali usati, per cui viene rigenerato il 98% del totale raccolto, in basi per lubrificanti, oli leggeri e altri prodotti petroliferi.
  • Il settore pneumatici, per cui sulla scorta dei sistemi di responsabilità estesa esistenti (v. Ecopneus), l’attività di recupero di PFU (pneumatici fuori uso) ha permesso al Paese nel 2022 di risparmiare oltre 127 milioni di euro sulle importazioni di materie prime ed evitare emissioni in atmosfera per 368 mila tonnellate di CO2eq, evitare prelievi di materie prime per 336 mila tonnellate e consumi di acqua di 1,5 milioni di mc.
  • quella della frazione organica, per cui il nostro Paese si pone come quarto produttore al mondo di biogas – da frazione organica, fanghi di depurazione e settore agricolo – dopo Germania, Cina e Stati Uniti, a prova del potenziale dell’Italia nella valorizzazione di materia seconda.

Le performance complessive del sistema italiano

Sotto il profilo del recupero, il sistema produttivo italiano, a parità di valore prodotto, segna degli ottimi risultati; infatti:

genera meno rifiuti, con 46,6 tonnellate di rifiuti per milione di euro prodotto (2020) – seconda solo alla Spagna (41,2);

presenta un tasso d’uso di materia seconda pari al 18,4% (2020), molto vicino a quello della Francia (19,8%).

Inoltre, con il rapporto si evidenzia un elevata performance:

  • nella produttività nell’uso di materie prime (PIL/Consumo domestico di materia) con un punteggio di 269 (2022) – contro una media UE di 151;
  • nella produttività per consumi energetici (PIL/ consumo lordo energia) con 160 punti – seguita dalla Germania con 155.

Circa il posizionamento relativo alla produttività delle emissioni (PIL/ CO2eq), anche qui si registrano buoni risultati: l’Italia, infatti, si colloca seconda in graduatoria tra le grandi economie europee a 215 punti, preceduta dalla Francia.

Le performance nel settore design

Il rapporto attesta una stretta correlazione dei dati relativi alla crescita di qualità di beni e servizi made in Italy ed il settore design: l’Italia è prima in Europa per addetti e fatturati nel settore del design.

Queste performance sono strettamente legate agli investimenti in prodotti e tecnologie green. Nel quinquennio 2018-2022, più di 1 impresa (extra-agricola) su 3 ha effettuato eco-investimenti (510.830 unità, pari al 35,1%), 2 imprese su 5 nell’industria manifatturiera (95.410 unità, pari al 40,8%). Un confronto con

il periodo di rilevazione precedente (2014-2018) evidenzia una crescita delle imprese eco-investitrici (l’incidenza sul totale delle imprese passa dal 24,9% del primo periodo al 35,1%). Nel settore agricolo, la percentuale delle imprese che hanno effettuato eco-investimenti risulta essere pari al 41% per le imprese del settore agricoltura (coltivazione e allevamento), mentre percentuali più ridotte si osservano per le imprese della silvicoltura (23%) e della pesca (31%).

Da sottolineare, inoltre, come la crescita degli investimenti green nelle imprese del Centro-Sud – rilevata nelle ultime indagini – abbia annullato gli squilibri territoriali nella penisola relativi alla distribuzione delle imprese ecoinvestitrici.

Per approfondimenti

Visitare:

https://www.unioncamere.gov.it/comunicazione/primo-piano/presentato-il-rapporto-greenitaly-2023-di-fondazione-symbola-e-unioncamere

Convegno: “Il ruolo del settore carta nella Strategia italiana per l’economia circolare” – Giovedì 9 novembre, ore 10.30 – Ecomondo 2023, Fiera di Rimini – Paper District (Padiglione B2, Stand 111-210)

Il settore del riciclo, quello della carta in particolare, è al centro delle strategie approntate dal nostro Paese per rendere più sostenibile il nostro sistema economico. Tuttavia viene esposto a numerose intemperie e ritardi che mostrano quanto ancora debba essere fatto per consentirne uno sviluppo su larga scala: la questione del China ban nel 2018, l’assenza – per anni – di una regolamentazione end of waste, l’introduzione solo dal dicembre 2022 di prodotti da carta riciclata fra i contenitori nei criteri ambientali minimi, l’aumento dei costi unitari dell’energia che ha rischiato di far chiudere numerose cartiere, ovvero il punto di sbocco del materiale riciclato da cui ottenere i prodotti cartari, le resistenze solo italiane all’utilizzo della carta riciclata nel recupero dell’organico.

Il sistema industriale di trattamento dei rifiuti organici è già in overcapacity, con un’offerta di trattamento che sovrasta la domanda territoriale. La causa di ciò è un eccesso di finanziamenti, con evidenti sprechi, da parte dei fondi Pnrr. Tutto ciò porta all’attuale guerra delle tariffe che sono sempre più basse e non tengono conto della distanza tra produzione dell’organico e impianto di riciclo. Il ribasso apparente è una vittoria di Pirro per gli enti pubblici: non li stimola a lavorare sulla riduzione e sulla qualità e sottrae comunque a impianti locali o a impianti dediti solo al compost, la risorsa locale di qualità. La sostenibilità in queste condizioni è una pura chimera.

I temi saranno sviluppati da Confindustria Cisambiente, dall’AIC, Associazione italiana che promuove il compostaggio in loco come alternativa agli ingenti costi economici ed ambientali dovuti al trasporto e produzione di compost di bassa qualità, e da Dolomiti Ambiente, gestore trentino che ha sempre utilizzato sacchetti in carta riciclata e promosso la riduzione dello spreco e degli imballaggi all’interno della filiera dell’organico.

Programma

Giovedì 9 Novembre

Ore 10:30 Paper District, Padiglione B2 – Stand 111-210

Il ruolo del settore carta nella Strategia italiana per l’economia circolare

Interventi

Umberto Lo Re, AIC Associazione Italiana di Compostaggio, Business Developer

Andrea Miorandi, Dolomiti Ambiente, Amministratore Delegato

Carlo Lusi, Sumus Italia, Direttore Commerciale

Modera

Stefano Sassone, Direttore Tecnico, Confindustria Cisambiente

Convegno: “I costi standard della raccolta differenziata in Italia” – Giovedì 9 novembre, ore 15.30 – Ecomondo 2023, Fiera di Rimini – Stand Confindustria Cisambiente (Hall Sud, Stand n.304, Hall Sud)

Confindustria Cisambiente promuove lo sviluppo di una pubblicazione dedicata alla definizione degli standard tecnici ed economici delle attività di raccolta differenziata presso i Comuni italiani. Diversi sono gli obiettivi perseguiti: fornire dati utili ai partecipanti le gare per formulare correttamente la propria offerta in risposta ai bandi, alla normativa (i.e.: CAM igiene urbana), e alla regolamentazione tariffaria vigente (i.e.: ARERA); fornire un indicazione alle stazioni appaltanti in merito alle voci di costo da inserire nei bandi ed in particolare nei capitolati speciali d’appalto; fornire l’utile supporto informativo alle autorità di regolamentazione di settore (ARERA e AGCM) per la migliore formulazione dei propri orientamenti (DCO), delibere e procedimenti istruttori sul mercato di riferimento. Nell’occasione verranno presentati i lavori, mirati ad effettuare una ricognizione dello stato dell’arte dei servizi di raccolta differenziata e igiene ambientale per costruire un riferimento per aziende e stazioni appaltanti dei reali parametri di dimensionamento tecnico e di computo dei costi dei servizi di igiene ambientale in Italia.

Programma

Apertura dei lavori
  • Avv. Alessandro Della Valle, Presidente Confindustria Cisambiente
  • Dr.ssa Lucia Leonessi, Direttore Generale Confindustria Cisambiente
Interventi
  • Stefano Sassone, Direttore Tecnico Confindustria Cisambiente
  • Francesco Causo, Presidente dell’Arera Arera e Tariffe Appalti Confindustria Cisambiente   e Amministratore di Vitruvio Srl SB ingegneria ambientale
  • Luca Moretti, CEO  Greenext Technologies S.p.A.
  • Silvia Bongiorno, Agesp Spa
  • Carlo Lusi, Direttore Commerciale, Sumus Italia
  • Walter Pulignano, Amministratore Delegato, Ecoross
  • Antonio Licciardo, Sindaco del Comune di Assoro (EN) , Presidente SRR Enna Provincia ATO 6
  • Dott.ssa Fiorenza Pascazio, Sindaco del Comune di Bitetto (BA), Presidente ANCI Puglia

Moderazione

Stefano Sassone