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Ministero dell’Ambiente: al via le definizioni delle Bref’s sui grandi volumi di prodotti chimici inorganici

Il MASE ha avviato la eedazione del Reference Document on the Best Available Techniques for Large Volume Inorganic Chemicals (LVIC BRef). Richiesta contributi sulle BAT candidate e segnalazione impianti rappresentativi.

L’aggiornamento della direttiva

La Commissione UE, nel novembre 2021 ha avviato la redazione del BREF LVIC (Large Volume Inorganic Chemicals) relativo alla fabbricazione di grandi volumi di prodotti chimici inorganici, nell’ambito dell’attività di aggiornamento dei BREF prevista dalla Direttiva 2010/75/UE (IED),

Il nuovo documento avrà un campo di applicazione molto esteso e diversificato (vedi allegato) e sostituirà due BREF attualmente esistenti:

  • LVIC-AAF (Ammonia, Acids and Fertilizers);
  • LVIC-S (Solids and Others) (allegato: Ambito di applicazione BREF LVIC.pdf).

Per favorire l’acquisizione di informazioni necessarie alla definizione del BREF, in base alle quali le Autorità competenti saranno chiamate a determinare le nuove condizioni di autorizzazione per le installazioni interessate, il MASE ha ritenuto opportuno coinvolgere le Autorità competenti stesse e le Associazioni di categoria, per acquisire da parte di tutti i soggetti nazionali potenzialmente interessati.

In questi giorni le imprese interessate dovrebbero ricevere dalla propria Autorità competente (Ministero o Regione/Provincia), la richiesta di:

  • manifestare il proprio interesse a partecipare alla raccolta dati (allegato: Template_for_LVIC_plants.xlsx);
  • descrivere le BAT, comprese le BAT emergenti, applicate nel proprio impianto (allegato: Template_candidate_BAT_and_ET.xlsx).

Si evidenzia, infine, che il modo migliore per poter influenzare i lavori a livello europeo è che il maggior numero di imprese interessate aderisca alla raccolta dati.

Qualità dell’aria: in discussione la proposta di Direttiva Comunitaria presso il Senato

Il contenuto della Direttiva

La proposta di Direttiva UE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa, in discussione la proposta di direttiva sulla qualità dell’aria, presso la Commissione Politiche UE del Senato, richiama i principi stabiliti dalla Commissione europea nel Green Deal europeo.

Gli Obiettivi

La strategia

La Comunità mira a contribuire alla realizzazione del Piano d’azione per l’inquinamento zero, ed in particolare ridurre entro il 2050 l’inquinamento atmosferico a livelli non più considerati dannosi per la salute umana e gli ecosistemi naturali.

Gli obiettivi intermedi

Sarà necessario raggiungere, in tal senso, degli obiettivi intermedi, con riferimento alla riduzione, entro il 2030,  di:

  • almeno il 55% (rispetto al 2005) degli impatti sulla salute dell’inquinamento atmosferico (quantificati in termini di riduzione dei decessi prematuri attribuibili all’esposizione);
  • almeno il 25% di quelli sugli ecosistemi, obiettivi che potranno essere perseguiti solo se si ridurranno ancora significativamente le emissioni dei principali inquinanti.

Individuazione di standard intermedi per la qualità dell’aria

Viene predisposto un approccio graduale verso la definizione degli attuali e futuri standard di qualità dell’aria dell’UE.

In particolare:

  • verranno fissati standard intermedi per l’anno 2030;
  • verrà sviluppata una prospettiva che favorisca la possibilità di un pieno allineamento con le linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria entro il 2050.

Nelle sue valutazioni, aggiornate nel 2021, l’Oms non stabilisce un valore al di sotto del quale non vi sia rischio, ma individua come limite inferiore di esposizione dei valori definiti “air quality guideline level” termine che può essere inteso come “livello raccomandato a cui tendere”: è il livello più basso per il quale è stato osservato un incremento della mortalità totale, di quella per cause cardiopolmonari, e di quella per cancro del polmone, con una confidenza migliore del 95%.

Per quanto riguarda la valutazione della qualità dell’aria, viene richiesto agli Stati membri di istituire un certo numero di “supersiti” ovvero dei punti di misura dove, accanto agli inquinanti monitorati di routine, si eseguano determinazioni della composizione chimica del particolato, della distribuzione dimensionale e della concentrazione in numero delle particelle ultrafini, del black carbon, del potenziale ossidativo del materiale particolato, della concentrazione di ammoniaca, di numerosi idrocarburi policiclici aromatici. L’introduzione della misura strutturata di nuovi parametri, appare particolarmente rilevante sia per comprendere meglio le caratteristiche degli inquinanti e indirizzare al meglio le azioni di risanamento, che per approfondire gli studi relativi agli impatti sanitari delle diverse sostanze presenti in atmosfera.

L’obiettivo è di mettere in campo al più presto le misure necessarie per ridurre l’inquinamento atmosferico al di sotto dei limiti proposti, o almeno a ridurre al minimo il periodo di superamento, con la prospettiva di raggiungere il loro rispetto su tutto il territorio entro il 2030. I piani dovranno inoltre essere monitorati costantemente per verificarne l’effettiva implementazione ed aggiornati regolarmente qualora per tre anni consecutivi persista il superamento dei limiti.

La tutela sanitaria dei Cittadini

Altro importante obiettivo perseguito dall’Atto è quello della garanzia di una maggiore tutela sanitaria per i cittadini.

Ciò dovrà essere realizzato mediante il contenimento dell’inquinamento atmosferico. 

Governo Meloni: approvati i meccanismi sanzionatori in caso di violazioni Politica Agricola Comune

Con l’approvazione di uno schema di Decreto Legislativo, il Governo pone mano alla Politica Agricola Comunitaria (c.d. “PAC”). In particolare, stabilisce i meccanismi sanzionatori riguardanti i beneficiari degli aiuti, laddove si verificassero violazioni della normativa.

Che cos’è la PAC

Prima di passare in rassegna gli elementi principali dello schema di Decreto, rimane opportuno ricordare cosa si tratta quando si parla di PAC.

La politica agricola comune (PAC) è una politica dell’Unione Europea (UE) che mira a fornire supporto e protezione agli agricoltori dell’UE, promuovere la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale e la coesione territoriale.

La PAC è stata istituita nel 1962 ed è stata oggetto di numerose riforme nel corso degli anni. Oggi, la PAC rappresenta una delle maggiori politiche dell’UE in termini di budget, con un bilancio di circa il 38% del budget totale dell’UE per il periodo 2021-2027.

La PAC si concentra su quattro obiettivi principali:

  • Garantire la sicurezza alimentare: la PAC mira a garantire che l’UE abbia un’offerta alimentare sicura e sufficiente per soddisfare la domanda interna.
  • Promuovere la sostenibilità ambientale: la PAC si impegna a promuovere pratiche agricole sostenibili e a proteggere l’ambiente, compresi il suolo, l’acqua e la biodiversità.
  • Sostenere gli agricoltori: la PAC fornisce sostegno finanziario agli agricoltori dell’UE per aiutarli a mantenere le loro attività e garantire il loro reddito.
  • Promuovere la coesione territoriale: la PAC mira a promuovere la coesione tra le regioni dell’UE, garantendo che gli agricoltori in tutta l’UE abbiano accesso agli stessi incentivi e supporto finanziario.

In sintesi, la PAC è una politica comune dell’UE volta a sostenere l’agricoltura europea in modo sostenibile, garantendo al contempo la sicurezza alimentare e il benessere degli agricoltori.

I meccanismi sanzionatori della PAC

La politica agricola comune (PAC) dell’Unione Europea (UE) prevede diversi meccanismi sanzionatori per garantire il rispetto delle regole e delle norme da parte degli agricoltori e degli altri soggetti coinvolti.

Di seguito sono elencati alcuni degli strumenti sanzionatori previsti dalla PAC:

  • Penalizzazioni finanziarie: se un agricoltore non rispetta le regole della PAC, può essere soggetto a penalizzazioni finanziarie. Ad esempio, se un agricoltore non rispetta le regole sulla gestione del terreno, sulla produzione o sulle dichiarazioni dei redditi, può essere penalizzato con una riduzione del sostegno finanziario previsto dalla PAC.
  • Controllo e ispezioni: gli agricoltori che partecipano alla PAC possono essere soggetti a controlli e ispezioni per verificare il rispetto delle regole e delle norme. In caso di violazione delle norme, l’agricoltore può essere soggetto a sanzioni.
  • Sospensione o revoca del sostegno finanziario: se un agricoltore viola gravemente le norme della PAC, può essere sospeso o revocato il sostegno finanziario previsto. Ad esempio, se un agricoltore falsifica le dichiarazioni dei redditi o usa pesticidi vietati, può essere revocato il sostegno finanziario.
  • Azioni penali: in caso di gravi violazioni delle norme della PAC, possono essere intraprese azioni penali. Ad esempio, se un agricoltore viola le norme sulla sicurezza alimentare o sull’ambiente, può essere perseguito penalmente.

Lo schema approvato dal Governo

Con lo schema in parola, una volta approvato, sono previsti meccanismi sanzionatori, ed in particolare, previste sanzioni per i beneficiari degli aiuti previsti dalla politica.

In particolare, le violazioni potranno riguardare la normativa su sicurezza sul lavoro, appalti pubblici e sul buono stato dei terreni.

Esso rappresenta l’attuazione del Regolamento 2021/2116/Ue inerente il finanziamento, la gestione e il monitoraggio della Politica agricola comune

Il perimetro soggettivo

In particolare potranno essere destinatari delle sanzioni agricoltori, o altri beneficiari dei pagamenti diretti (come quelli concessi per zone svantaggiate o sottoposte a vincoli naturali), nei cui confronti sia stata accertata in via definitiva la violazione delle:

  • norme attuative delle direttive in materia di salute e sicurezza sul lavoro (direttive 89/391/Cee e 2009/104/Ce);
  • norme per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e ambientali e delle regole in materia di appalti pubblici.