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Al via Horizon Europe

Con lo schema di Regolamento rilasciato dal Parlamento Europeo lo scorso 27 aprile, parte finalmente Horizon Europe, lo strumento individuato dalla UE per fornire incentivi a ricerca e innovazione finalizzati alla decabornizzazione dell’economia comunitaria.

Che cos’è Horizon Europe

Rappresenta lo strumento per il finanziamento della ricerca e innovazione in Europa per il periodo 2021-2027. Si tratta del programma di finanziamento più ambizioso di sempre.

Pur continuando a promuovere l’eccellenza scientifica attraverso lo European Research Council, le borse Marie Sklodowska-Curie e le azioni del Joint Research Centre, Horizon Europe si propone di aumentare ambizione e impatto scientifico, economico e sociale della ricerca europea.

Si propone di aumentare l’impatto scientifico, economico e sociale della ricerca europea, verrà applicato retroattivamente dal 1° gennaio 2021 e va a sostituire il precedente Horizon 2020.

Quali sono gli obiettivi del programma

Horizon europe, con il piano strategico conferma la forte spinta europea verso i temi della neutralità climatica e la digitalizzazione e stabilito quattro orientamenti strategici per gli investimenti in R&I nell’ambito di Horizon Europe per i prossimi quattro anni. Secondo la Comunità, quattro dovranno essere i target da raggiungere, con riferimento a:

  • promozione dello sviluppo di tecnologie chiave, settori e value chain digitali, abilitanti ed emergenti;
  • ripristino degli ecosistemi e la biodiversità in Europa e sostenibilità della gestione delle risorse naturali;
  • realizzare la neutralità climatica comunitaria, e rendere l’economia UE la prima climaticamente neutra, sostenibile, digitale e circolare.
  • creazione di una società europea più resiliente, inclusiva e democratica.

I tre pilastri di Horizon 2021-2017

Horizon si sviluppa su tre direzioni:

realizzare la scienza di eccellenza: è il pilastro che Sostiene progetti di ricerca di frontiera ed ad alto rischio e quindi progetti che promuovono la ricerca di eccellenza in diversi settori ritenuti strategici e si suddivide in 3 sotto-programmi (il Consiglio europeo della ricerca (European Research Council – ERC) , le azioni Marie Sklodowska-Curie (MSCA), l’azione Infrastrutture di ricerca di Horizon Europe)

vincere le sfide globali e raggiungere la competitività industriale a livello comuntiario: è il pilastro che consente la realizzazione di progetti collaborativi in grado di affrontare e rispondere alle sfide globali e di fungere da stimolo per il rafforzamento della competitività industriale, al fine di conseguire una crescita sostenibile e inclusiva in Europa, e viene articolato in vari cluster)

costruire l’Europa innovativa: è il pilastro con il quale la UE intende rafforzare la leadership europea nel campo delle tecnologie di punta e delle innovazioni dirompenti, nonché il loro impatto sullo stile di vita europeo e sul benessere dei cittadini.

Come partecipare ai Bandi previsti?

Innanzitutto, è opportuno precisare che possono precisare ai bandi (“progetti collaborativi”) imprese, Università, organismi di ricerca europei ed organizzazioni internazionali in partenariati composti da almeno 3 membri e provenienti da 3 diversi paesi membri dell’UE o paesi associati ad Horizon Europe (la lista dei Paesi associati è in fase di pubblicazione) o in alcuni casi anche Paesi terzi non associati (questi ultimi non ricevono il co-finanziamento).

Si precisa che la partecipazione è consentita sia come partner capofila di progetto o semplicemente come partner di progetto, ipotesi consigliabile per quelle imprese che sono alle prime esperienze con i programmi europei, e, all’interno di ogni partenariato è obbligatorio che ci sia almeno un partner proveniente da un Paese membro UE: occorre necessario attendere la pubblicazione dei work programme ed individuare le singole call di interesse.

Per maggiori informazioni

Visita il sito di Horizon, cliccando qui.

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Commissione UE: necessario dirigere la finanza verso il Green deal

Con una comunicazione la Commissione Europa l’europa ribadisce la centralità della nuova strategia di sviluppo sostenibile basata sul green deal,

Dirigere la finanza verso il Green Deal europeo

Con la COM(2021) 188 del 21 Aprile 2021, la Commissione europea, rivolgendosi a Parlamento, Consiglio, Comitato delle Regioni, fa il punto della situazione sulla tassonomia comunitaria, sulle modalità di reporting, sulle preferenze inerenti il tema della sostenibilità ambientale ed in particolare a livello aziendale.

La commissione si sofferma sul recente Green Deal comunitario, rilasciato agli inizi del Dicembre 2019, prima della pandemia dovuta al COVID-19, e ribadisce il ruolo centrale del nuovo corso verde, finalizzato a garantire una crescita tale da migliorare il benessere e salute dei cittadini, coniugando lo sviluppo economico-finanziario a quello sostenibile.

Ciò dovrà essere raggiunto rendendo l’Europa climaticamente neutra entro il 2050 e proteggendo, conservando e migliorando lo stato del capitale naturale e della biodiversità sul nostro territorio.

Obiettivo: un sistema finanziario sostenibile

La commissione sottolinea ancora una volta come, in tale contesto, deve essere garantita anche una finanza “sostenibile”, e ciò deve passare, innanzitutto, attraverso una legislazione finanziaria e un chiaro percorso di transizione per le imprese.

Infatti, la portata degli investimenti necessari realizzare i cambiamenti necessari metterà il settore finanziario europeo al centro della ripresa economica che dovrà avere i profili della sostenibilità e della inclusività, nel contesto della pandemia COVID-19 e dallo sviluppo economico sostenibile a lungo termine dell’Europa.

Non si tratta di un atto estemporaneo: l’Unione sta procedendo da tempo in questa direzione – come sopra evidenziato – e l’atto delegato sulla tassonomia del clima [1], del regolamento sull’informativa sulla finanza sostenibile ne sono la chiara testimonianza.

Finanziare la transizione alla sostenibilità

La Commissione si propone di valutare la possibilità di proporre una legislazione a sostegno del finanziamento di alcune attività economiche, principalmente nel settore energetico, compreso il gas, che contribuiscono a ridurre le emissioni di gas a effetto serra in modo da supportare la transizione verso la neutralità climatica neutralità per tutto il decennio in corso.

Questa proposta mirerebbe a definire i tempi e fasi intermedie per quelle attività economiche, anche per gli investimenti esistenti, che contribuire al processo di transizione in modo coerente con il Green Deal europeo.

Un tale approccio consentirebbe di dare seguito alle conclusioni del Consiglio europeo dell’11-12 Dicembre 2020, che riconoscono il ruolo delle tecnologie di transizione come il gas naturale.

Gli investimenti in progetti di gas naturale possono beneficiare del sostegno finanziario degli strumenti dell’UE, ove tali investimenti sostengono gli obiettivi della politica dell’UE in modo coerente con il Green Affare. Gli esempi includono Recovery and Resilience Facility13, Invest EU, the European Fondo di sviluppo regionale e Fondo per la modernizzazione del sistema di scambio di quote di emissioni, che consentire ai progetti di gas naturale di qualificarsi previa valutazione caso per caso.

La transizione verso un’economia climaticamente neutra e sostenibile non è un evento una tantum ma a processi. Per le aziende, questa transizione significa ridurre le emissioni di gas serra, diventare resiliente e ridurre i danni ambientali nel tempo. Per gli investitori, transizione significa migliorare le prestazioni ambientali di un portafoglio nel tempo.

Per maggiori informazioni

Potete consultare il documento, cliccando qui.

[1] La Commissione ha presentato l’atto delegato sulla tassonomia del clima dell’UE, una proposta per una Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che rivede la non finanziaria Direttiva sulle relazioni e modifiche agli atti delegati per riflettere meglio la sostenibilità preferenze in materia di consulenza assicurativa e di investimento e considerazioni di sostenibilità nel prodotto governance e doveri fiduciari. Introduce chiari criteri di performance per determinare quali attività economiche fanno a contributo sostanziale agli obiettivi del Green Deal, e, nelle speranze della Commissione, dovrà aiutare a guidare un mondo più verde, più equo e più sostenibile Europa e sostenere l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Questi criteri creano un comune linguaggio per imprese e investitori, consentendo loro di comunicare sulle attività verdi con maggiore credibilità e aiutandoli a navigare nella transizione già in corso. La tassonomia dell’UE svolgerà anche un ruolo importante nella creazione dello standard EU Green Bond e

il marchio Ecolabel UE per alcuni prodotti finanziari al dettaglio. Attraverso l’atto delegato sulla tassonomia dell’UE per il clima, le attività economiche di circa il 40% delle società quotate, nei settori responsabili di quasi l’80% della serra diretta le emissioni di gas in Europa sono già coperte, con ulteriori attività da aggiungere in futuro.

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I veri amici sono loro

Mercoledì 14 Aprile 2021 si terrà, presso la Sala Pininfarina di Confindustria, l’evento “I veri amici sono loro”, dalle ore 16.30 in collegamento streaming, L’appuntamento verrà dedicato al rapporto con gli animali domestici, la loro cura ed i gesti utili a migliorare la nostra interazione con loro. Focus sull’economia circolare degli imballaggi per il pet food, a cura di Stefano Sassone.

Il Tema

Fra gli interventi, si segnala la presentazione del progetto scientifico eseguito presso l’Istituto Europeo Oncologico in collaborazione con l’Università di Milano (Unità Veterinaria) realizzato mediante una donazione della Cariplo il progetto “Se ti fiuto ti aiuto”, con il Dott. Gasparri, che permette il loro addestramento e successiva validazione scientifica del loro talento. Questo progetto ha avuto un impatto decisivo per il programma di Ricerca per la Diagnosi Precoce del cancro del Polmone che viene attuato presso il loro istituto.

Con la Prof.ssa Albertini si farà una vera e propria dimostrazione con i cagnolini, ed interverranno le Unità Cinofile Antiveleno dell’Arma dei Carabinieri e il Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità e dei Parchi.

Da ultimo, con il Dott. Capellino, verrà presentato il progetto “Companion Animal for Life”, fra quelli recentemente realizzati dalla Fondazione Capellino. Si tratta di un un progetto di scala comunitaria che mira a dare ai cani e ai gatti che vivono con gli umani una loro citizenship definitiva, stabile e fatta rispettare dalla legge.+

L’intervento di Stefano Sassone

Il focus realizzato dal Direttore dell’Area Tecnica di Confindustria Cisambiente, Stefano Sassone, sarà dedicato all’economia circolare del pet food packaging.

Il programma

Apertura dei lavori

Marcello Rosetti – Presidente Confindustria Cisambiente

Introduzione e conduzione

Dott.ssa Lucia Leonessi – Direttore Generale Confindustria Cisambiente –

Interventi

Dott.ssa Donatella Bianchi – Presidente WWF Italia
Dott. Roberto Gasparri – Chirurgia toracica IEO – “Se ti fiuto ti aiuto”
Prof.ssa Mariangela Albertini – in collegamento dal Dipartimento Medicina Veterinaria Università di Milano
On. Michela Vittoria Brambilla – Presidente Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente
Ten. Col. Giancarlo Papitto – Unità Cinofile Antiveleno Arma dei Carabinieri
Dott. Massimo Vacchetta – Centro Recupero Ricci La Ninna
Dott. Pier Giovanni Capellino – Presidente Fondazione Capellino

Focus

Dott. Stefano Sassone, Direttore Area Tecnica, Confindustria Cisambiente

Reati e Tutele

Sen. Luca Briziarelli – Vicepresidente Commissione Ecoreati

Conclusioni

On. Vannia Gava – Sottosegretario Ministero Ambiente e Transizione Ecologica

Question time

Il Question Time sarà a cura del Gruppo Giovani Imprenditori Ambiente (Gruppo GIA)

Per informazioni e registrazione

Registrati all’evento info@confindustriacisambiente.it – 06 5903247

Per assistere all’evento

Puoi collegarti cliccando qui

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Legge di delegazione europea: delega per la Direttiva SUP

Con l’approvazione, da parte della Camera dei Deputati del Ddl “Legge di delegazione europea 2019-2020”, avvenuta lo scorso 31 Marzo, viene prevista la delega, tra le altre, per il recepimento della direttiva sulla plastica monouso (SUP). Attesa adesso l’approvazione da parte del Senato.

Le Direttive da recepire

Con la Legge verrà fornita la delega al Governo per avviare il recepimento di quasi 40 direttive europee, tra cui viene compresa anche quella per il recepimento della Direttiva 2019/904/Ue, relativa alla riduzione della plastica.

La plastica oggi: principali sfide

Prima di dare un’occhiata al contenuto, ovvero alle prescrizioni da recepire contenute nella Direttiva SUP, è opportuno fornire un quadro d’insieme sulle principali criticità che il materiale plastico pone oggi al sistema economico comunitario, ed in particolare in merito alla costruzione di un modello economico circolare.

Innanzitutto, alcuni dati a testimoniare l’aumentato impegno della plastica nell’attività manifatturiera.

Secondo i dati dell’anno 2018, ovvero il momento in cui la Comunità ha rilasciato la c.d. “Strategia europea della plastica”, il livello di produzione dei manufatti così costituiti, è pari a 322 milioni di tonnellate nel 2015, e nei prossimi 20 anni dovrebbe raddoppiare.

Nella Comunità il settore della plastica dà lavoro a 1,5 milioni di persone e nel 2015 ha generato un giro d’affari di 340 miliardi di euro.

Si rileva come, anche se la produzione di plastica nell’UE è stata stabile negli ultimi anni, la quota dell’UE nel mercato mondiale si sta riducendo con l’aumentare della produzione in altre parti del mondo.

Altro aspetto significativo viene costituito dal potenziale di riciclaggio dei rifiuti di plastica, il quale ancora in larga misura non sfruttato.

Il riutilizzo e il riciclaggio della plastica a fine vita sono molto bassi, soprattutto rispetto ad altri materiali come la carta, il vetro e il metallo (ogni anno vengono generati in Europa circa 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica di cui meno del 30% sono raccolti a fini di riciclaggio).

All’epoca della strategia, la domanda di materiale plastico per i prodotti finiti viene rappresentata ordinatamente dal 39,9% dal settore imballaggi, dal 19,7% per il settore edilizia, e da ultimo per il 8,9% dall’Edilizia.

A riguardo invece dei rifiuti in plastica, il 59% sono rappresentati da rifiuti di imballaggi, l’8% dai RAEE, il 5% dal settore automotive, il 5% da rifiuti inerti, e, da ultimo, per un 4% darifiuti domestici diversi da imballaggi 4%.

La Direttiva SUP: perchè limitare l’utilizzo dei piccoli oggetti in plastica (SUP)?

La Direttiva SUP è stata realizzata, fondamentalmente, per prevenire l’inquinamento da rifiuti di plastica, il quale sorge per il crescente utilizzo della plastica per un’ampia gamma di applicazioni di breve durata, il quale dà luogo a grandi quantità di rifiuti (si tratta di un materiale molto diffuso e considerato il nesso con le tendenze sociali e i comportamenti individuali).

Non esistono incentivi chiari per produttori e consumatori a passare a soluzioni in grado di generare meno rifiuti o di ridurne l’abbandono nell’ambiente.

Perché, in particolare, i SUP (single use plastics) creano molti problemi all’ambiente? Per due motivi:

  • è difficile il loro riciclaggio;
  • vengono utilizzati lontano da casa e gettati nell’ambiente.

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UE: diramate le linee guida per la definizione di “danno ambientale”

Con un documento rilasciato nell’alveo delle prescrizioni fornite con la Direttiva n. 35 del 2004 sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, la Commissione Europea, con una comunicazione, chiarisce le modalità per la definizione di Danno Ambientale.

La base normativa

Con la comunicazione 2021/C 118/01, vengono finalmente diramate le linee guida comunitarie sul danno ambientale.

Essa muove i passi dalle prescrizioni contenute nella direttiva 2004/35/CE riguardante la responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, la quale punta ad istituire un quadro per la responsabilità ambientale, basato sul principio «chi inquina paga», per la prevenzione e la riparazione del danno ambientale.

Proprio con una modifica apportata al suddetto tracciato normativo, adottata nel 2019, viene previsto che la Commissione europea elabori linee guida che forniscono un’interpretazione comune del termine «danno ambientale».

Il rilascio delle Linee è dovuto agli ostacoli riscontrati dalla Commissione, circa la considerevole mancanza di uniformità nell’applicazione di alcuni concetti fondamentali, in particolare legati alla nozione di danno ambientale.

L’importanza della definizione di danno ambientale

Viene precisato che, quando un danno ambientale si verifica o minaccia di verificarsi, per gli operatori scatta l’obbligo di adottare misure di prevenzione o riparazione, così come scattano obblighi connessi per le autorità competenti, ferma restando la facoltà per altre persone di richiedere l’adozione di interventi.

In caso di danno transfrontaliero, che interessa più di uno Stato membro, scatta il dovere di cooperazione fra Stati membri. Inoltre, il termine reca conseguenze per gli operatori finanziari che forniscono garanzie finanziarie per coprire le responsabilità ai sensi della direttiva.

Il termine ricopre quindi un ruolo potenzialmente cruciale nella protezione dell’ambiente, poiché contribuisce a determinare se i danni ambientali siano prevenuti e riparati o meno.

I potenziali responsabili

Secondo la Direttiva n. 35 sopra richiamata, i potenziali responsabili ai sensi di legge sono denominati «operatori», e lo divengono solamente nel quadro delle «attività professionali» che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva.

Le principali attività professionali interessate sono descritte all’allegato III della suddetta Direttiva. I relativi operatori possono essere responsabili di tutt’e tre le categorie di danno ambientale ai sensi della direttiva, e la loro responsabilità è oggettiva, ossia non dipende da loro azioni od omissioni per colpa (dolo o negligenza). Per far valere la responsabilità oggettiva è sufficiente che sia stabilito un nesso di causalità fra il danno ambientale e l’attività professionale.

Per maggiori informazioni

Per il testo della Comunicazione, cliccare qui.

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GSE: in pista il nuovo servizio di ricarica del proprio veicolo elettrico

Attivo il nuovo servizio del GSE per la ricarica del proprio veicolo elettrico avendo la disponibilità di una potenza di circa 6 kW.

le caratteristiche principali del servizio offerto

A seguito della Delibera 541/2020 di ARERA (che descrive i termini generali di questa innovativa sperimentazione), messa in piedi la sperimentazione del servizio di ricarica del proprio veicolo elettrico avendo la disponibilità di una potenza di circa 6 kW.

Ciò potrà avvenire di notte, di domenica e negli altri giorni festivi, senza dover richiedere un aumento di potenza al proprio fornitore di energia elettrica, quindi senza dover sostenere costi fissi aggiuntivi dovuti all’incremento della potenza.

La gestione operativa è stata affidata al Gestore dei Servizi Energetici (GSE)), ed il servizio sarà attivo dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2023.

Gli obiettivi perseguiti dal Gestore

Il GSE realizzerà questo servizio per promuovere la ricarica “intelligente” dei veicoli elettrici:

  • compatibilmente con le caratteristiche delle reti elettriche esistenti;
  • sfruttando le potenzialità offerte dai misuratori elettronici e dai dispositivi di ricarica più avanzati, in grado cioè di regolare la velocità di ricarica sulla base di comandi forniti da attori esterni (ad esempio da aggregatori o dal distributore locale, previa autorizzazione del cliente), oppure in modo automatico.

Termini per la presentazione della domanda

Dal 3 maggio 2021 sarà possibile presentare la richiesta di ammissione a ricaricare il proprio veicolo elettrico, di notte, di domenica e negli altri giorni festivi, in luoghi non accessibili al pubblico, senza dover richiedere un aumento di potenza al proprio fornitore di energia.

La richiesta di ammissione alla sperimentazione potrà essere presentata al GSE a partire dal 3 maggio 2021 e fino al 30 aprile 2023 dai clienti che rispettano i requisiti previsti dalla delibera relativi al contratto di fornitura di energia elettrica e alla tipologia di dispositivo di ricarica.

I beneficiari

GSE chiarisce che i potenziali beneficiari sono quegli utenti che hanno un contratto di fornitura di energia elettrica attivo con le seguenti tipologie di utenza: Clienti Domestici e Non domestici (Altri usi).

Inoltre viene specificato che:

  • la potenza impegnata deve essere non inferiore a 2kW e non superiore a 4,5 kW;
  • la connessione deve essere in bassa tensione (BT) ovvero con tensione di fornitura non superiore a 1.000 V;
  • il contatore installato, a cui è allacciato il dispositivo di ricarica, deve essere elettronico telegestito, di prima o di seconda generazione.

Maggiori informazioni

Per avere:

  • la Guida operativa
  • il Fac-simile del modulo della domanda di ammissione.

Potete cliccare qui.

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