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MASE: al via la consultazione sul riutilizzo dei reflui urbani depurati e affinati

Con una informativa, il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha posto in consultazione pubblica il Decreto del Presidente della Repubblica che armonizza la disciplina nazionale con quella europea sul riutilizzo delle acque reflue urbane depurate ed affinate per diversi usi.

L’informativa del MASE

Il Ministero dell’Ambiente ha diramato un’informativa attraverso la quale interviene sul tema del riutilizzo dei reflui urbani depurati e affinati

Il Ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica pone in consultazione pubblica il Decreto del Presidente della Repubblica che armonizza la disciplina nazionale con quella europea sul riutilizzo delle acque reflue urbane depurate ed affinate per diversi usi.

L’Italia è uno dei Paesi dell’Unione Europea che già pratica il riutilizzo delle acque reflue depurate, con tutte le più adeguate tecniche volte alla protezione della salute pubblica e dell’ambiente.  Dal prossimo 26 giugno, si applicherà negli stati dell’Ue il nuovo regolamento del Parlamento e del Consiglio europeo (n.2020/741 del 25 maggio 2020) che definisce per la prima volta requisiti minimi per l’utilizzo delle acque di recupero.

Il testo nazionale e quello europeo si differenziano per una serie di profili, tra cui l’ambito di applicazione e diversi utilizzi, l’approccio basato sulla gestione del rischio, le categorie dei soggetti responsabili, una diversa tipologia di approccio per la verifica di qualità delle acque. Per questo, la Direzione generale Uso sostenibile del Suolo e delle risorse idriche del Ministero si è attivata per equilibrare le due discipline, con l’obiettivo di non imporre agli operatori italiani un gravoso doppio binario normativo e diffondere in maniera efficace la pratica del riutilizzo, misura virtuosa in un’ottica di economia circolare.

La bozza del nuovo DPR oggetto in consultazione pubblica è al link Acque: MASE, in consultazione pubblica il DPR sul riutilizzo dei reflui urbani depurati e affinati | Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Le dichiarazioni

Puntiamo molto – spiega il ministro Gilberto Pichetto – sullo sviluppo di una pratica che rappresenta anche una risposta alla scarsità di acqua che vivono tante parti del territorio nazionale: preziosa risorsa idrica può essere messa a disposizione dell’agricoltura, in ambiti civili e industriali, per rafforzare gli ecosistemi”.

“L’Italia è uno dei Paesi dell’Unione Europea che già pratica il riutilizzo delle acque reflue depurate, con tutte le più adeguate tecniche volte alla protezione della salute pubblica e dell’ambiente.  Dal prossimo 26 giugno, si applicherà negli stati dell’Ue il nuovo regolamento del Parlamento e del Consiglio europeo (n.2020/741 del 25 maggio 2020) che definisce per la prima volta requisiti minimi per l’utilizzo delle acque di recupero.

Il testo nazionale e quello europeo si differenziano per una serie di profili, tra cui l’ambito di applicazione e diversi utilizzi, l’approccio basato sulla gestione del rischio, le categorie dei soggetti responsabili, una diversa tipologia di approccio per la verifica di qualità delle acque. Per questo, la Direzione generale Uso sostenibile del Suolo e delle risorse idriche del Ministero si è attivata per equilibrare le due discipline, con l’obiettivo di non imporre agli operatori italiani un gravoso doppio binario normativo e diffondere in maniera efficace la pratica del riutilizzo, misura virtuosa in un’ottica di economia circolare.”

Il termine per le osservazioni

Le osservazioni e le integrazioni potranno essere inviate entro il 31 marzo 2023 alla mail USSRI-5@mase.gov.it, secondo il format predefinito scaricabile.

Acque reflue, consultazione pubblica Ue su revisione direttiva

La commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sul tema della disciplina normativa del trattamento delle acque reflue di provenienza urbana

Le motivazioni

La comunità richiama, quali obiettivi fondanti l’indagine, la necessità di proteggere la salute pubblica e l’ambiente. Si ritiene fondamentale garantire che le acque reflue urbane siano pulite e sicure, chiarendo che, tale ambito fondamentale della politica comunitaria sul punto, viene disciplinata dalla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane.

L’obiettivo

L’Unione intende la massima quantità e qualità delle informazioni utili ad operare una modificazione della direttiva, dopo una recente valutazione effettuata, da cui sono state riscontrate talune carenze (in particolare, tra le altre cose, la persistenza di una serie di fonti di inquinamento), e definire, al meglio, anche il contorno delle nuove esigenze della società che devono essere affrontate.

La procedura legislativa

L’iniziativa è partita lo scorso 28 aprile e dovrà consentire la raccolta di opinioni finalizzate all’aggiornamento della suddetta direttiva, la 91/271/Cee recante il trattamento delle acque reflue urbane.

I portatori di interesse verranno coinvolti a riguardo della valutazione sulle misure sviluppate dalla Commissione nel corso del 2020, sulla base dei riscontri e della cooperazione con gli Stati membri e le parti interessate.

Tali misure riguardano la riduzione dell’inquinamento proveniente dalle acque piovane, ed in particolare:

  • dai singoli sistemi e dai piccoli agglomerati;
  • dai microinquinanti nelle acque reflue (come i prodotti farmaceutici e le microplastiche).

Si ricordano, fra le altre, anche le misure riguardanti:

  • la riduzione del consumo di energia nel settore delle acque reflue[1];
  • le emissioni di gas a effetto serra.

Il contesto

L’iniziativa si inserisce nell’ambito del raggiungimento della neutralità climatica prevista come obiettivo del Green Deal comunitario, entro il 2050.

Per maggiori informazioni

Cliccare qui.


[1] Esso rappresenta l’1% di tutta l’energia consumata nell’UE