Ipotesi Inceneritore per la Città di Roma

A seguito di un consiglio straordinario sui rifiuti il Sindaco, Roberto Gualtieri preannuncia l’importa Si tratta di un impianto a controllo pubblico per la produzione di energia e calore da 600mila tonnellate e che dovrebbe abbattere del 90% il bisogno di discariche.

Il dado è tratto

Il caso Roma è senza dubbio uno di quelli fra i più spinosi in tema di gestione dei rifiuti e realizzazione di un modello di economia realmente circolare.

La città, storicamente, si è appoggiata sul megaimpianto di Malagrotta per chiudere il ciclo di vita degli scarti prodotti dalle attività antropiche dei propri Cittadini ed imprese.

Tuttavia, dal 2014 in avanti, anno della chiusura, i Primi cittadini della Capitale hanno dovuto cercare soluzioni realmente alternative, che non si sono mostrate economiche, efficienti ed efficaci.

Oggi la risposta pare trovarsi in un impianto a controllo pubblico per la produzione di calore ed energia, un termovalorizzatore (cui si aggiungono ulteriori impianti e centri di raccolta, di seguito elencati), dalla capacità autorizzata di 600 mila tonnellate. Con esso, secondo le intenzioni del Campidoglio, si chiuderà l’impianto di trattamento meccanismo biologico di Rocca Cencia, abbattendo, nel contempo, il 90% relativo al fabbisogno di discariche, le quali saranno sostituite con piccole discariche di comunità da 60 mila tonnellate l’anno.

Spiega il Sindaco che, attualmente, Roma conferisce in discarica 450.000 tonnellate l’anno di rifiuti tra indifferenziati e scarti della quota differenziata, il 30% della quota di rifiuti attualmente prodotti, aggiungendo che “Il nostro fabbisogno di discarica ammonta oggi a 1200 tonnellate al giorno, a causa del basso livello di raccolta differenziata e dal livello di impianti”.

La situazione

Il problema origina dall’elevato quantitativo prodotto, pari circa al 66% dell’intera Regione Lazio, e, dalla contemporanea assenza di un sistema impiantistico in grado di valorizzare il rifiuto raccolto separatamente.

Quando si parla della Capitale, si scrive di un caso unico in Italia sul punto. Proprio per la contemporanea assenza di impianti, è assai complicato e costoso chiudere il ciclo di vita dei rifiuti.

La conseguenza consiste nell’esportazione dei rifiuti originati presso impianti collocati nel Nord Italia (circa l’87%), con un dispendio in termini economici ed ambientali immaginabili.

Le principali conclusioni del Consiglio comunale del 20 aprile ’22

A seguito di un consiglio comunale dedicato al tema della gestione dei rifiuti, tenutosi lo scorso 20 aprile, Gualtieri ha anticipato, innanzitutto, che Roma avrà un impianto di incenerimento.

Oltre a questo, sono stati messi in cantiere:

  • due impianti di digestione anaerobica per la gestione dello scarto organico che produrranno compost e biometano dal biogas;
  • due impianti per il riciclo di 2000 tonnellate l’anno di carta e plastica;
  • 10 centri di raccolta

Viene altresì previsto un possibile terzo biodigestore, che si aggiungerebbe ai due in previsione e a quello di Maccarese.

Per maggiori informazioni

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https://streaming.comune.roma.it/portal/watch/live/2e34e536-9ee4-4ed3-9a3c-b434c6b80b2a

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