Aumentano i flussi raccolti in modo differenziato: è la volta dell’organico

Presente, ma non obbligatoria fino allo scorso: si tratta della raccolta dei rifiuti organici dalle nostre abitazioni, in merito alla quale i Comuni, facoltativamente, ne operavano la raccolta separata. Da gennaio 2022 in avanti diventa obbligatoria.

Frutto del recepimento, interessa anche i materiali bio

Con il recepimento del Circular Economy Package, avvenuto nel settembre 2020, l’Italia si dotava di una nuova modalità di raccolta dei rifiuti, aggiungendo ai flussi da raccogliere obbligatoriamente (rifiuti in carta, vetro, plastica, metallo, e laddove tecnicamente possibile, legno), anche i materiali organici.

In particolare, dal primo gennaio 2022 i Comuni italiani devono ampliare il servizio di raccolta differenziata della frazione umida, nella quale confluiscono anche le bioplastiche biodegradabili e compostabili, vale a dire i sacchetti certificati e anche gli imballaggi di frutta e verdura, piatti, bicchieri e stoviglie monouso realizzate in materiale compostabile.

Benché la misura non sia obbligatoria, come sopra detto, si tratta di un passo in avanti significativo, in termini di quantità intercettata, se si pensa che la componente organica dei rifiuti, è quella preponderante fra i flussi prodotti in ambito urbano.

I vantaggi

Numerosi sono i vantaggi attesi.

Innanzitutto, un aspetto significativo riguarda il miglioramento della salute pubblica: essendo fermentescibile, intercettare tale materiale, significa ridurre i problemi di natura igienica causati dalla loro degradazione, e, nel contempo, ridurre la quota dei rifiuti residui indifferenziati non riciclabili, che, solitamente, viene adottata per il computo dei costi di raccolta associata a ciascun Utente del servizio di igiene urbana, laddove la tariffazione è puntuale. Pertanto, ne segue che frequenza di raccolta del residuo viene ridotta, e con essa, va da sé, i costi complessivi di raccolta.

Nella frazione umida da differenziare e conferire andranno anche le bioplastiche compostabili, a cominciare dai sacchetti previsti per la raccolta stessa e grazie ai quali l’Italia viene guardata come esempio per la strategia e il successo nella raccolta di umido.

Troveranno “casa” anche le cialde del caffè realizzate in materiale compostabile ed i nuovi imballaggi, dai cui processi di valorizzazione è possibile produrre compost ed anche biometano per autotrazione.

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