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MITE: il punto della situazione su autorizzazioni, aree idonee e comunità energetiche

Il Ministero della transizione ecologica fa il punto della situazione per quanto riguarda le autorizzazioni ambientali e i pareri rilasciati come amministrazione competente.

Le norme per implementare le FER

Una statistica molto significativa dà l’idea dell’impegno del governo uscente sul tema della produzione di energia a partire da fonti rinnovabili: sono stati rilasciati più di 100 atti normativi a tale scopo.

Inoltre, il monitoraggio di Terna, aggiornato mensilmente in coordinamento anche con i gestori delle reti di distribuzione, dimostra che tutti gli impianti stanno beneficiando dell’importante mole di semplificazioni adottata, spesso su proposta del MITE, proprio con lo scopo di snellire i procedimenti su tutto il territorio nazionale.

I dati su autorizzazioni e pareri

Il Dicastero comunica di:

  • aver emanato 63 provvedimenti (Via, scoping, ecc) per complessivi 8,2 GW;
  • di predisporne altri 19 per ulteriori 1,1 GW.

A fronte di questi:

  • sono stati emanati 82 provvedimenti per 9,3 GW;
  • nel contempo la Commissione tecnica presso il MiTE, si è già espressa su 49 progetti (corrispondenti a 2,9 GW), per i quali ora si attende il parere del MIC.

Il dato aggregato, ottenuto sommando tutte le richieste presentate negli anni passati al MATTM, il MiTE ha processato/sta processando complessivamente 900 istanze[1], evidenziando come spesso queste sono incomplete e i proponenti forniscono le integrazioni richieste in fase di verifica documentale, causando una dilatazione delle tempistiche.

Le richieste di connessione alla rete elettrica e le autorizzazioni all’installazione di impianti, inoltre, non dipendono in alcun modo dall’entrata in vigore del decreto sulle aree idonee, di prossima emanazione[2].

Rispetto a luglio 2022, la potenza autorizzata e attesa in esercizio da qui al 2026 cresce ulteriormente di circa 1 GW.

Si tratta di dati in forte controtendenza rispetto al passato: infatti, gli impianti entrati in esercizio nel 2021 raggiungevano soltanto 1,3 GW e nel 2020 non avevano neppure superato gli 0,8 GW. Per quanto riguarda, in particolare, l’adozione del decreto sulle aree idonee è in corso un serio confronto che coinvolge tutte le amministrazioni interessate per bilanciare i diversi interessi pubblici e mediare tra i differenti orientamenti sui criteri di localizzazione. Il frutto di questi mesi di lavoro è a un elevato livello di maturazione, ma richiede delle scelte politiche, anche da parte di certo mondo ambientalista. In ogni caso, la stessa legge che introduce il concetto di aree idonee ha già previsto un’ampia serie di zone considerate immediatamente idonee, che dunque sono già oggi operative e utilizzabili.

I nuovi incentivi per le comunità energetiche

Il MITE ricorda che stanno svolgendosi le consultazioni tecniche per definire gli incentivi per gli impianti di comunità energetiche con potenza fino a 1000 kW.

L’obiettivo è quello di realizzare un DM in grado di ampliare il perimetro oggettivo di quanto già previsto per le comunità più piccole: cittadini, autorità locali e PMI possono già realizzare comunità energetiche e accedere agli incentivi previsti per impianti a fonti rinnovabili fino a 200 kW, realizzati proprio nell’ambito di comunità energetiche o configurazioni di autoconsumo collettivo.

Le procedure che riguardano le rinnovabili, dunque, richiedono il coinvolgimento di numerosi soggetti, il bilanciamento di differenti interessi e bisogni e approfonditi studi tecnici. Sono tutte attività complesse che richiedono tempo e che non possono essere tralasciate o piegate per soddisfare pretese dettate da facili ideologismi.


[1] A tal proposito, si sottolinea come esse si trovano in differenti stati di avanzamento e per le quali è necessario il coinvolgimento di numerosi attori (a partire dalle Regioni e dal MIC) e la consultazione del pubblico.

[2] Questo non solo è quanto è stabilito dalla legge che definisce il concetto di aree idonee (d.lgs 199/2021), ma è anche dimostrato dai numeri. I dati Terna, infatti, registrano che ad oggi sono già stati sbloccati circa 11 GW. La maggior parte (9,5 GW) verrà messa in esercizio nei prossimi mesi e nel 2023.

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Il testo unico ambientale – I chiarimenti sugli istituti della Parte IV relativa ai rifiuti

Pubblicato il mio nuovo volume sulla normativa ambientale dedicato ai chiarimenti sulla parte IV del TUA, sulla gestione dei rifiuti.

Il tema

Dopo circa un anno e mezzo dal recepimento del c.d. “Circular Economy Package” emanato dalla Comunità Europea nel 2018 (un pacchetto di quattro Direttive finalizzate a realizzare un modello di economia circolare nell’igiene ambientale), avvenuto con il D.Lgs. n. 116 del 3 Settembre 2020 ed altri Decreti, viene sensibilmente modificata la Parte IV del Testo Unico Ambientale (D.Lgs. n. 152/2006, che costituisce, tanto per intenderci, la normativa primaria sui principali temi ambientali), dedicata alla gestione dei rifiuti e alla bonifica dei siti inquinati.

Nel corso dei mesi successivi, il tenore letterale delle prescrizioni così riformato ha destato non poche perplessità negli Operatori, che hanno sollecitato, da subito chiarimenti sul testo. In risposta, nel Maggio del 2021, sulla scorta delle criticità interpretative ed applicative della Parte IV, il Ministero della Transizione Ecologica ha fornito opportuni chiarimenti mediante una corposa Circolare.

I “Circolabili”

Obiettivo de “Il testo unico ambientale – I chiarimenti sugli istituti della Parte IV relativa ai rifiuti”, la prima pubblicazione della Collana “I Circolabili”, dedicata ad approfondimenti tecnici sulla circolarità del nostro sistema economico, è quello illustrare, con ampia dovizia di particolari, ognuno degli istituti richiamati con la Circolare.

Alcuni dei quesiti

La gerarchia dei rifiuti e i casi in cui si può derogare frasi con essa prescritte. Il principio di prossimità per il recupero delle frazioni costituite da rifiuti urbani e la definizione degli strumenti economici atti a consentirne la realizzazione, anche sulla scorta di Quanto verrà indicato dal futuro Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti (previsto dall’articolo 198-bis del Testo Unico Ambientale – TUA – a seguito del recepimento del Circular Economy Package, segnatamente con il Decreto Legislativo n. 116 del 2020). La nuova classificazione dei rifiuti e l’impossibilità di stabilire, sia a livello statale che sussidiario (regionale e provinciale), nella individuazione dei criteri alla base della medesima.

Sono soltanto alcuni dei temi affrontati nel Volume, dove si presenta ciascuno dei quesiti posti al Ministero della Transizione Ecologica (MITE) ed ampliando ciascun argomento richiamato, descrivendolo nei maggiori particolari.