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Progettazione ecologica: procede l’iter per la revisione della Direttiva

L’ecodesign si qualifica come strumento indispensabile per l’applicazione del principio di prevenzione della produzione dei rifiuti, previsto in capo a quelli individuati dalla Comunità Europea. La UE, pertanto, nell’intento di rafforzare il principio, procede spedita per l’ammodernamento della Direttiva esistente e metterla al passo con i tempi.

L’iter procedurale

Per comprendere il profilo dell’intervento normativo, è necessario dapprima comprendere di cosa si parla quando si tratta del processo decisionale unionale, e, soprattutto, che cos’è la progettazione ecologica.

In merito al primo aspetto si sottolinea come diversi soggetti prendano parte al processo decisionale, ed in particolare il Parlamento, il Consiglio e la Commissione, con la Commissione che propone nuovi atti legislativi e successivamente il Parlamento e il Consiglio li adottano, con la puntualizzazione che l’iter si svolge internamente al Consiglio.

La Commissione, poi, effettua le valutazioni in merito alle azioni dell’UE, ed in particolare che  conseguano i loro obiettivi con la massima efficienza, ovvero gli effetti attesi ed effettivi delle politiche, della legislazione e di altre misure importanti, e coinvolge cittadini e parti interessate in ogni fase del ciclo politico, dalla pianificazione alla proposta fino all’attuazione, al riesame e alla successiva revisione.

Infine, gli strumenti normativi sono diversi, dal Regolamento (atto giuridico a carattere vincolante che si applica direttamente in tutti gli Stati membri: non ha bisogno di essere recepito nell’ordinamento nazionale degli Stati membri, anche se talvolta è necessario modificare la legislazione nazionale affinché non sia in contrasto con il regolamento in questione), alla Decisione (che può essere indirizzata agli Stati membri, a gruppi di persone o persino a singoli cittadini ed è vincolante in ogni sua parte. Le decisioni sono prese, ad esempio, per le proposte di fusioni tra imprese), alla Raccomandazione e ai pareri (che consentono alle istituzioni dell’UE di rendere nota agli Stati membri, e in alcuni casi a singoli cittadini, la propria posizione, che non è vincolante e non determina alcun obbligo giuridico a carico della persona fisica o giuridica destinataria), passando per la Direttiva.

Proprio quest’ultima impone agli Stati membri, o a un gruppo di Stati membri, di realizzare un determinato obiettivo, e solitamente acquistano efficacia solo dopo essere state trasposte nell’ordinamento nazionale: ai fini del tema qui trattato, occorre evidenziare che l’atto precisa il risultato da conseguire, ma spetta ai singoli Stati membri decidere con quali modalità conseguirlo.

La progettazione ecologica

La progettazione ecologica, anche nota come design ecologico o design sostenibile, è un approccio al processo di progettazione che tiene conto degli impatti ambientali e cerca di ridurre al minimo l’uso delle risorse naturali, l’inquinamento e gli effetti negativi sull’ecosistema. L’obiettivo principale della progettazione ecologica è quello di creare prodotti, edifici e sistemi che siano ecologicamente sostenibili, socialmente responsabili ed economicamente vantaggiosi.

La progettazione ecologica incorpora una serie di principi e strategie per raggiungere questi obiettivi. Alcuni dei principi chiave includono:

Ciclo di vita completo: considerare l’intero ciclo di vita di un prodotto, dall’estrazione delle materie prime, alla produzione, all’uso e alla fine della vita. Ciò implica la progettazione per la riduzione dei rifiuti, il riciclo dei materiali e l’estensione della durata del prodotto.

Efficienza energetica: progettare per ridurre il consumo energetico durante la produzione e l’uso dei prodotti. Ciò può includere l’uso di tecnologie a basso consumo energetico, il miglioramento dell’isolamento termico degli edifici e l’ottimizzazione dei sistemi di illuminazione e riscaldamento.

Utilizzo di materiali sostenibili: scegliere materiali a basso impatto ambientale, preferibilmente provenienti da fonti rinnovabili o riciclate. Ridurre l’uso di materiali tossici o dannosi per l’ambiente e promuovere l’adozione di materiali riciclabili o biodegradabili.

Design del sito: considerare l’ubicazione del progetto e il suo impatto sull’ambiente circostante. Promuovere il design orientato al trasporto pubblico, la conservazione delle risorse idriche e la protezione degli habitat naturali.

Coinvolgimento degli utenti: coinvolgere attivamente gli utenti nel processo di progettazione e fornire loro strumenti per ridurre il consumo di risorse e l’impatto ambientale durante l’uso dei prodotti o degli edifici.

La progettazione ecologica si applica a diversi settori, tra cui l’architettura, il design industriale, il design del prodotto e l’ingegneria. Con l’aumento della consapevolezza sull’importanza della sostenibilità ambientale, sempre più professionisti si impegnano nella progettazione ecologica per contribuire a un futuro più sostenibile e ridurre l’impatto negativo sull’ambiente.

L’iter della proposta di regolamento sull’Ecodesign: a che punto siamo

La proposta del 30 Marzo 2022

Il tema ha recentemente suscitato l’interesse della Comunità europea.

Infatti, è stato presentato, lo scorso 30 marzo 2022, dalla Commissione europea, un pacchetto di proposte che si colloca nel quadro del Piano d’azione per l’economia circolare, adottato nel marzo 2020, per contribuire alla trasformazione dell’economia europea da un modello che si presenta, oggi, come essenzialmente lineare (“take-make-usedispose”) in un modello pienamente circolare. Gli obiettivi finali sono quelli di alleviare la dipendenza della nostra economia da energia e risorse provenienti da Paesi terzi, rendendola quindi più resiliente agli shock esterni.

In tal senso le misure oggetto del pacchetto sono quattro:

  1. una proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili, accompagnata da una Comunicazione e dal Piano di lavoro 2022-2024 sulla progettazione ecocompatibile e l’etichettatura energetica;
  2. una nuova strategia per rendere i prodotti tessili più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili, tesa ad affrontare le questioni legate al ‘pronto moda’, ai rifiuti tessili e alla distruzione dei tessili invenduti e a garantire che la loro produzione avvenga nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori.
  3. una terza proposta che stabilisce nuove norme volte a responsabilizzare i consumatori nella transizione verde, garantendo loro una migliore informazione sulla sostenibilità ambientale dei prodotti e una migliore protezione dal greenwashing.
  4. il pacchetto prevede una proposta che mira a promuovere il mercato interno dei prodotti da costruzione e a garantire che il quadro normativo in vigore consenta di conseguire gli obiettivi climatici e di sostenibilità.

Pertanto, la UE intende trasferire orizzontalmente le sue prescrizioni sul punto.

La Commissione Ambiente del Parlamento UE, nell’ambito della procedura legislativa, ha dato il suo ok il 14 giugno 2023 alla proposta di revisione dell’attuale direttiva “Ecodesign”, la 2009/125/Ce.

I principali tag della proposta sono, in merito ai prodotti:

  • durata;
  • facile riparazione;
  • riciclo efficiente.

Il testo è in procinto di essere votato dalla seduta plenaria del Parlamento europeo a luglio, aprendo così la strada ai negoziati tra le Istituzioni per l’accordo su un testo comune.

Dalla Direttiva andranno ad originare una serie di regolamenti specifici relativi alle singole filiere di prodotti, utili a stabilire le informazioni da fornire ai consumatori (nel caso mediante apposita etichettatura), ed in particolare, secondo quanto proposto dalla Commissione europea per i flussi oggetto dei regolamenti delegati, dovrà essere data priorità a:

  • detergenti;
  • vernici;
  • lubrificanti;
  • prodotti tessili (in particolare indumenti e calzature);
  • mobili;
  • pneumatici;
  • ferro;
  • acciaio;
  • alluminio;
  • prodotti chimici.

Il principale contenuto del nuovo provvedimento

Esso sostituirà la direttiva sopra richiamata, dove verranno introdotti:

  1. obblighi per i produttori di prodotti (affinché con la progettazione evitino l’obsolescenza programmata, rendano disponibili aggiornamenti nel caso di vendita di software, mettano a disposizione pezzi di ricambio e accessori per un periodo adeguato);
  2. indicazioni in merito alla riparabilità, per cui i prodotti dovranno essere facili da riparare e i consumatori dovranno accedere alla documentazione per la riparazione. Previsto un divieto specifico di distruzione dei prodotti tessili e delle calzature invenduti, nonché delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
UE: rilasciata la proposta di regolamento su ecodesign, prodotti edilizia e tessili

Con una proposta rilasciata lo scorso 22 Marzo, la Commissione Europea avanza nel processo di revisione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile 2009/125/CE, proponendo un nuovo sull’ecodesign sostenibile dei prodotti e la Strategia sui prodotti tessili, con l’obiettivo di ottenere un recupero totale come materia di tali rifiuti, da qui ai prossimi 8 anni. 

Il contesto

Il passato

L’attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile 2009/125/CE vanta una lunga esperienza nel fornire vantaggi alle imprese, ai consumatori e all’ambiente.

Nel solo 2021, l’impatto delle attuali misure di progettazione ecocompatibile, che coprono 31 gruppi di prodotti, ha consentito di risparmiare 120 miliardi di EUR di spesa energetica per i consumatori dell’UE e ha portato a una riduzione del consumo energetico annuo del 10% per i prodotti in questione.

Prodotti più ecosostenibili e circolari

La proposta di un nuovo regolamento sulla progettazione ecocompatibile per i prodotti sostenibili, pubblicata il 30 marzo 2022, è la pietra angolare dell’approccio della Commissione a prodotti più sostenibili dal punto di vista ambientale e circolari. La proposta si basa sull’attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile, che attualmente riguarda solo i prodotti legati all’energia.

La proposta stabilisce un quadro per definire i requisiti di progettazione ecocompatibile per specifici gruppi di prodotti al fine di migliorarne significativamente la circolarità, le prestazioni energetiche e altri aspetti della sostenibilità ambientale. Consentirà di definire requisiti di prestazione e di informazione per quasi tutte le categorie di beni fisici immessi sul mercato dell’UE (con alcune eccezioni degne di nota, come alimenti e mangimi, come definiti nel regolamento CE/178/2002). Per i gruppi di prodotti che condividono sufficienti caratteristiche comuni, il quadro consentirà anche di stabilire regole orizzontali.

Gli obiettivi

La Commissione intende raggiungere due obiettivi primari, mediante la proposta di Regolamento:

  1. ridurre il ciclo di vita negativo ambientale dell’impatto dei prodotti;
  2. migliorare il funzionamento del mercato interno.

Ovvero:

  • aumentare l’offerta e la domanda di beni sostenibili;
  • realizzare prodotti sostenibili;
  • produzione e garantire condizioni di parità per i prodotti venduti sul mercato interno.

Questo perché si ravvisa l’eccessiva presenza, nel mercato interno, di prodotti che generano inutili effetti negativi sull’ambiente.

Le basi della proposta muovono dalle seguenti considerazioni:

  • i prodotti svolgono un ruolo fondamentale nella vita dei cittadini dell’UE;
  • il numero, la gamma e la varietà dei prodotti che ci vengono offerti sono in costante aumento;
  • è aumentata anche la nostra dipendenza da loro: dai prodotti ICT che ci ha tenuti in contatto durante l’emergenza COVID-19, ai mobili e agli elettrodomestici che ci aiutano gestiamo quotidianamente le nostre case.

La libera circolazione dei prodotti è essenziale per garantire il funzionamento del mercato interno, che resta la base per le imprese dell’UE competitività e per la scelta dei consumatori.

Applicando l’approccio Ecodesign a una gamma molto ampia di prodotti e consentendogli di impostare a vasta gamma di requisiti di prodotto mirati, la UE vuol risolvere la questione degli impatti ambientali dannosi dei prodotti.

Stabilisce quindi un quadro per la definizione requisiti di progettazione ecocompatibile basati sugli aspetti di sostenibilità e circolarità elencati nel Piano d’azione per l’economia circolare, come la durabilità del prodotto, la riutilizzabilità, l’aggiornabilità e riparabilità, presenza di sostanze preoccupanti nei prodotti, energia e risorsa del prodotto efficienza, contenuto riciclato dei prodotti, rigenerazione dei prodotti e riciclaggio di alta qualità, e per ridurre l’impronta di carbonio e ambientale dei prodotti.

Il quadro consentirà la definizione di un’ampia gamma di requisiti, tra cui su

  • durabilità, riutilizzabilità, aggiornabilità e riparabilità del prodotto
  • presenza di sostanze che inibiscono la circolarità
  • efficienza energetica e delle risorse
  • contenuto riciclato
  • rigenerazione e riciclaggio
  • impronta di carbonio e ambientale
  • requisiti in materia di informazioni, incluso un passaporto del prodotto digitale

Il nuovo “Digital Product Passport” fornirà informazioni sulla sostenibilità ambientale dei prodotti. Dovrebbe aiutare i consumatori e le imprese a compiere scelte informate al momento dell’acquisto dei prodotti, facilitare le riparazioni e il riciclaggio e migliorare la trasparenza sull’impatto del ciclo di vita dei prodotti sull’ambiente. Il passaporto del prodotto dovrebbe anche aiutare le autorità pubbliche a svolgere meglio controlli e controlli.

Entro il 2030, il nuovo quadro dei prodotti sostenibili può portare a 132 milioni di tep di risparmio di energia primaria, che corrispondono a circa 150 miliardi di metri cubi di gas naturale, quasi l’equivalente dell’importazione di gas russo da parte dell’UE.

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CONAI: al via il nuovo bando per l’Ecodesign 2022

Al via il nuovo bando CONAI per la progettazione ecologica (c.d. “ecodesign”) degli imballaggi, dal titolo “Valorizzare la sostenibilità ambientale degli imballaggi”, mediante il quale incentivare la sostenibilità ambientale degli imballaggi immessi al consumo dai consorziati CONAI nel biennio appena trascorso.

Le caratteristiche del bando

L’iniziativa mette in palio un importo complessivo pari a €500.000 di cui 5 premi speciali da €10.000 ciascuno. Tutti i casi ammessi saranno oggetto di attività di comunicazione dedicata.

Perché un premio per l’ecodesign?

Il Premio viene predisposto dal Consorzio al fine di favorire e diffondere tra le imprese una cultura di sostenibilità ambientale degli imballaggi e per valorizzare le azioni volontarie che le aziende mettono in atto nella progettazione e nella realizzazione di imballaggi sempre più ecosostenibili.

Tale esigenza è divenuta ancora più pressante a seguito del recepimento del c.d. “Circular Economy Package” (maggiore enfasi viene posta alle attività di progettazione ed ecodesign, volte a ottimizzare l’uso delle risorse e a garantire la chiusura dei cicli produttivi).

L’approccio del CONAI viene sintetizzato con la formula “dalla culla alla culla”, indicativo della finalità delle azioni promosse in tema di packaging, utili alla riduzione del ricorso alle materie prime a monte e finalizzato alla promozione della valorizzazione delle risorse a valle, per limitare l’impatto ambientale connesso all’immesso al consumo di imballaggi.

Proprio in virtù di ciò, CONAI ha scelto, ormai dal 2013, di promuovere un Bando che possa riconoscere incentivi economici e valorizzare, con attività di comunicazione specifiche, le aziende consorziate che hanno scelto di innovare i propri imballaggi in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale e di circolarità.

Chi può partecipare?

Potranno partecipare al Bando tutte le Aziende produttrici o utilizzatrici di imballaggi, rientranti nelle definizioni di cui all’articolo 218 comma 1 lettere r) e s) del D.lgs. 152/2006, consorziate a CONAI e in regola con la presentazione delle dichiarazioni e il versamento del Contributo Ambientale CONAI (di seguito CAC)1. Inoltre, i casi presentati dovranno rispettare i seguenti requisiti:

  1. riferirsi a imballaggi immessi al consumo sul territorio nazionale e utilizzati da un utilizzatore per imballare i propri prodotti;

2. riguardare:

  • la sostituzione totale o parziale dell’imballaggio. Deve pertanto esistere una versione dell’imballaggio PRIMA sostituita da una versione DOPO per la stessa referenza;
  • un imballaggio nuovo per l’azienda (che non abbia un PRIMA) che risulti avere un minore impatto ambientale rispetto agli imballaggi più frequentemente utilizzati per la medesima applicazione sul mercato italiano.
  • l’immissione al consumo dell’imballaggio nella versione DOPO o dell’imballaggio nuovo dovrà essere avvenuta nel biennio 2020/2021;

3. riguardare un formato diverso, nel caso in cui lo stesso intervento abbia coinvolto più prodotti o referenze aventi lo stesso imballaggio;

4. riguardare almeno una delle seguenti leve di ecodesign promosse da CONAI:

  • Riutilizzo
  • Facilitazione delle attività di riciclo
  • Utilizzo di materiale riciclato/recuperato
  • Risparmio di materia prima
  • Ottimizzazione dei processi produttivi
  • Ottimizzazione della logistica
  • Semplificazione del sistema imballo

Non saranno ammessi i casi che riguardano:

  • la sostituzione della famiglia di materiale prevalente in peso9, a meno che tale sostituzione non implichi miglioramenti: a) sulla riciclabilità dell’imballaggio su scala industriale sul territorio nazionale. Saranno quindi accettati i casi che prevedono un cambio di materiale purché vi sia il passaggio da soluzioni non riciclabili a soluzioni riciclabili e che soddisfino, comunque, i criteri definiti con le Procedure di valutazione e selezione; b) sul riutilizzo. Saranno quindi accettati i casi che prevedono un cambio di materiale purché vi sia il passaggio da soluzioni non riutilizzabili a soluzioni riutilizzabili e che soddisfino, comunque, i criteri definiti con le Procedure di valutazione e selezione.

Per maggiori informazioni

Potete consultare il regolamento: https://www.conai.org/?attachment_id=26090 .

Oppure potete scrivere a: ecotoolconai@conai.org

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