Ricerca per:
Unione europea: via libera definitive alle “obbligazioni verde” (“Green bond”)

Finalmente la Comunità Europea da il via al meccanismo dei prestiti obbligazionari “verdi” (I c.d. “green bond”).

I green bond

Con il voto del Consiglio Ue del 24 ottobre 2023 arriva il via libera definitivo alla proposta di regolamento che definisce il quadro per le obbligazioni verdi certificate Ue. Vediamo di cosa si tratta e quali sono le implicazioni per il mercato.

Cosa sono

Si tratta di strumenti finanziari emessi da enti pubblici o privati per raccogliere fondi per progetti e iniziative che hanno un impatto positivo sull’ambiente. Questi strumenti finanziari sono progettati per promuovere l’investimento in progetti a basso impatto ambientale o che contribuiscono in modo significativo alla sostenibilità.

Le principali caratteristiche

Queste sono tra le principali caratteristiche delle “obbligazioni verdi”:

  • Scopo ambientale: I proventi dei green bond devono essere utilizzati per finanziare progetti che promuovono la sostenibilità ambientale. Ciò può includere progetti legati alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica, alla gestione sostenibile delle risorse idriche, al trasporto sostenibile e molto altro.
  • Standard di certificazione: Gli emittenti di green bond sono spesso tenuti a seguire standard di certificazione riconosciuti a livello internazionale, come le Green Bond Principles (Principi dei green bond) dell’International Capital Market Association (ICMA) o i Climate Bonds Standards.
  • Trasparenza: Gli emittenti di green bond devono fornire informazioni chiare sulle finalità e l’allocazione dei proventi, consentendo agli investitori di valutare come i fondi vengono utilizzati per scopi ambientali.
  • Monitoraggio e reporting: Gli emittenti di green bond devono spesso impegnarsi a monitorare e riportare regolarmente sull’andamento dei progetti finanziati, dimostrando l’efficacia degli investimenti nel raggiungere obiettivi ambientali.
  • Diversificazione degli investitori: I green bond possono attirare un’ampia base di investitori, compresi coloro che mirano a combinarli con obiettivi di responsabilità sociale d’impresa (ESG) o a sostenere progetti sostenibili.
  • Gli investitori nei green bond possono guadagnare interesse sugli investimenti e allo stesso tempo contribuire a promuovere la sostenibilità ambientale. Gli emittenti di green bond, d’altra parte, possono accedere a finanziamenti per progetti sostenibili e dimostrare il loro impegno verso la responsabilità ambientale.

È importante notare che il mercato dei green bond è in costante evoluzione e le regole e le pratiche possono variare a seconda del paese e dell’ente emittente. Tuttavia, l’obiettivo principale dei green bond rimane quello di incentivare gli investimenti sostenibili per affrontare le sfide ambientali globali.

Cosa richiede la Comunità

Con la proposta di regolamento, viene ad essere regolamentato l’uso della denominazione “European green bond” o “EuGB”, in tal senso da applicare alle obbligazioni emesse per finanziare obiettivi di sostenibilità ambientale.

Il “marchio” consentirà al mercato di associare i titoli obbligazionari targati Ue agli obiettivi di sostenibilità ambientale nell’ottica della Strategia dell’Unione per finanziare la crescita sostenibile e la transizione verso un’economia climaticamente neutra al 2050.

Gli obiettivi delle obbligazioni verdi

È quello di essere investiti in attività economiche allineate alla tassonomia dell’Ue ex regolamento 2020/852/Ue (elenco delle attività “sostenibili”) a condizione che i settori interessati ne siano già coperti.

Tuttavia, per i settori non ancora coperti dalla tassonomia dell’Unione e per alcune attività molto specifiche ci sarà un cuscinetto di flessibilità (flexibility pocket”) del 15% per investimenti “non allineati”.

Le misure per evitare il fenomeno del greenwashing

Per evitare il greenwashing nel mercato delle obbligazioni verdi in generale, il regolamento prevede anche alcune prescrizioni in materia di informativa volontaria per altre obbligazioni ecosostenibili e obbligazioni legate alla sostenibilità emesse nell’Ue; quindi, quelle non “targate” come obbligazioni Ue.

Unione europea: adottato il quadro di riferimento per le obbligazioni verdi

Avevamo già affrontato il tema dei prestiti obbligazionari verdi, chiarendo come l’Agenzia Europea dell’Ambiente aveva sottolineato come, per realizzare un’economia a basse emissioni di carbonio, fosse necessario un massiccio spostamento di capitale finanziario (cliccare qui), e come la Commissione europea, attraverso la COM(2021) 188 del 21 Aprile 2021, aveva intrapreso e consolidato il percorso verso una tassonomia comunitaria, sulle modalità di reporting, sulle preferenze inerenti il tema della sostenibilità ambientale ed in particolare a livello aziendale (cliccare qui). Ora, dalle parole si passa ai fatti: con il documento di lavoro predisposto dalla Commissione, ha varato il framework normativo sul punto.

Il ruolo della Comunità europea verso la costruzione di un’economia verde

In premessa al documento, la Commissione precisa che la Comunità è un’entità sovranazionale composta attualmente da 27 Stati membri. Dal Trattato istitutivo della stessa, siglato a Roma nel lontano 1957 da pochi Paesi membri, tra cui l’Italia, a partire da quella che era iniziata come un’unione puramente economica, la Comunità si è evoluta e trasformata in un’organizzazione che copre un’ampia gamma di aree politiche, dal  clima alla salute, dalle relazioni esterne alla sicurezza, e così via dicendo che, progressivamente nel corso del tempo, ha dato sempre maggiore spazio alle tematiche ambientali.

I green bond

Con tale iniziativa, l’Unione mira a rendere green alcuni aspetti del sistema finanziario, partendo da alcuni fatti rilevanti a tal fine e che le consentono di varare un iniziativa di questo tipo: si tratta infatti di un Istituzione con personalità giuridica, che possiede, in ciascuno degli Stati membri, la più ampia capacità giuridica riconosciuta alle persone giuridiche costituite in tale Stato, e, soprattutto, gode di un solido rating creditizio con le principali agenzie di rating consolidate.

Sulla base di questa esperienza, l’UE sta attualmente attuando un nuovo strumento, NextGenerationEU, per affrontare le conseguenze economiche avverse della crisi COVID-19 o il finanziamento immediato, per evitare il riemergere di quella crisi.

L’obiettivo dell’emissione del prestito obbligazionario

Proprio con l’intento di finanziare questa mastodontica operazione di ripresa, lo scorso 7 settembre la Comunità ha creato la struttura legislativa di base per l’emissione delle obbligazioni “green”, per un controvalore pari al 30% dell’emissione totale di NextGenerationEU, lo strumento temporaneo per la ripresa, il quale ha un entità pari 800 miliardi di euro a prezzi correnti ed è finanlizzato, come sopra scritto, a sostenere la ripresa dell’Europa dalla pandemia di Covid-19 e contribuire a costruire un’Europa più verde, più digitale e più resiliente.

L’UE è stata in prima linea nella finanza sostenibile e si è impegnata a sviluppare ulteriormente il Mercati europei della finanza sostenibile. Questo impegno è già evidente nella Commissione ruolo di regolatore (tassonomia UE), policymaker (Green Deal, piano d’azione per la finanza sostenibile) e come un emittente di obbligazioni sociali nell’ambito del programma SURE. Per essere ulteriormente all’altezza di questo impegno, e in linea con i suoi sforzi per indirizzare i flussi di capitale verso investimenti più sostenibili, la Commissione mira a finanziare il 30% del Piano di Ripresa proprio attraverso i green bond. Si punta quindi a dare al mercato dei green bond un’altra spinta, ispirando altri emittenti e fornendo agli investitori una maggiore diversificazione delle opzioni, in chiave “green”:

Il programma dell’iniziativa

In tale contesto, il Piano prevede che, entro la fine del 2026, la Commissione UE reperirà sui mercati dei capitali, per conto dell’UE, una somma pari a 421,5 miliardi di euro, che verranno resi disponibili soprattutto per realizzare forme di supporto nei confronti dei Paesi Membri, e di altri programmi di bilancio dell’UE; invece 385,2 miliardi di euro per prestiti, per finanziare quello che in Italia ha preso, per le iniziative assunte nel nostro Paese, la denominazione di Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR). Ciò si tradurrà in un volume di prestiti pari in media a circa 150 miliardi di euro all’anno.

I green bond

In particolare, la Commissione ha manifestato l’intenzione di emettere prestiti obbligazionari (“bond”), a lungo termine, nell’anno corrente. Il controvalore sarà pari, in questo caso, a 80 miliardi di euro.

Essi verranno successivamente integrati mediante buoni a breve termine mediante aste emessi dalla UE, a partire da questa settimana[1].


[1] Si prevede che le aste saranno in numero pari a due ogni mese per i buoni dell’UE, il primo e il terzo mercoledì. Inoltre, in relazione al programma della messa all’asta, si sottolinea come il medesimo meccanismo verrà impiegato anche per i Bond, in aggiunta alle emissioni sindacate. In base al calendario delle emissioni contestualmente pubblicato, la Commissione organizzerà  di norma un’asta e un’emissione sindacata al mese per le obbligazioni.