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Revisione del codice degli appalti: Confindustria Cisambiente in audizione

Confindustria Cisambiente è stata audita presso le Commissioni Ambiente di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, nell’ambito del ciclo di audizioni dedicato alla revisione del codice degli appalti.

Il tema

La scorsa settimana sono state attenzionate, dalle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, per la parte di propria competenza, le prescrizioni contenute nell’atto legislativo che andrà ad intervenire sul c.d. “Codice degli Appalti” (“Schema di decreto legislativo recante codice dei contratti pubblici (articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78)”.

Le osservazioni di Confindustria Cisambiente

A tal proposito Confindustria Cisambiente, l’associazione che in Italia tutela gli interessi delle Aziende operative nel settore ambientale, ha rilevato che, in merito alla possibilità di affidamento di servizi sulla base delle regole fissate dal Codice dei contratti pubblici mediante gare ad evidenza pubblica, questo sia particolarmente complesso e difficoltoso qualora lo schema di revisione fosse conservato tal quale.

Secondo l’impianto normativo previsto sul punto (unicamente quello comunitario, dopo l’abrogazione di un atto normativo interno relativo alle forme di gestione), l’affidamento avviene senza gara (“in house”), qualora sia riscontrata l’assenza di un mercato. 

Cisambiente ha denunciato l’assenza di una normativa che consenta di valutare compiutamente, secondo quanto indicato dalla normativa vigente, l’assenza di un mercato concorrenziale, tale da prediligere l’affidamento in house. 

A titolo esemplificativo e non esaustivo, a sottolineare come le prescrizioni contenute, vadano opportunamente definite, e particolare quelle relative al “Principio dell’accesso al mercato” (art. 3)[1] (per cui si ritiene necessario specificare al meglio le modalità di attuazione del principio di imparzialità, tale da giustificare un maggiore ricorso al mercato, come da noi auspicato, che garantisca i maggiori benefici non solo per il privato (utenza del servizio), ma anche per il pubblico (stazione appaltante)), e quella relativa all’articolo 9 (“Principio di conservazione dell’equilibrio contrattuale”[2]) (per cui si ritiene necessario specificare al meglio le modalità attraverso le quali è possibile attuare il principio in parola, alla luce delle recenti circostanze straordinarie e imprevedibili, estranee alla normale alea, all’ordinaria fluttuazione economica e al rischio di mercato e tali da alterare in maniera rilevante l’equilibrio originario del contratto, con riferimento all’aumento indesiderato dei costi dovuti all’aumento dei costi unitari di erogazione/produzione dei servizi di igiene urbana/trattamento presso gli impianti, che l’autorità di regolamentazione competente ha saputo disciplinare solamente in parte.

Le osservazioni di Confindustria

Lunedì 31 Gennaio si è tenuta lunedì presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati l’audizione di Confindustria in relazione al D.lgs. recante il Codice dei Contratti Pubblici (CCP).   Al riguardo è stato valutato positivamente l’intento del Legislatore di adeguare la disciplina dei contratti pubblici alla normativa europea, conferendo organicità e sistematicità ad un impianto deteriorato dai numerosi interventi di modifica sopraggiunti negli anni. Utile in tal senso anche la scelta di far precedere gli istituti del nuovo Codice da un quadro di principi che dovrebbero indirizzarne l’applicazione.

Al netto di ciò, sono state numerose e puntuali le osservazioni e gli spunti forniti per un miglioramento del testo di legge, a partire dalla proposta di rinviare di 12 mesi l’entrata in vigore del nuovo Codice per evitare shock regolatori in una fase particolarmente delicata per l’equilibrio economico del Paese e per il buon esito del PNRR.

Margini di miglioramento sono stati evidenziati, sostenendo, tra le altre:

  • l’abbassamento delle soglie per l’affidamento diretto di servizi e forniture (che il nuovo codice fissa a 140mila euro);
  • l’individuazione di meccanismi di revisione dei prezzi più idonei per le diverse tipologie di contratti;
  • una modifica dei criteri di aggiudicazione che non schiacci l’elemento qualitativo rispetto a quello del risparmio di spesa;
  • una revisione delle cause di esclusione che permetta di superare le criticità esistenti nella precedente disciplina.

Le dichiarazioni

Giovedì 2 Febbraio Confindustria Cisambiente è stata ricevuta in rappresentanza dell’industria ambientale in Audizione presso l’VIII Commissione Ambiente della Camera dei Deputati per la revisione del Codice degli Appalti.

Stefano Sassone (Direttore Tecnico Confindustria Cisambiente) ha dichiarato: “Se fosse attuata così come la conosciamo ora, la riforma del Codice degli Appalti, andrebbe seriamente a compromettere il principio di libera concorrenza. Se, assieme a tale revisione, che noi riteniamo rivedibile in molti punti, uniamo anche la regolamentazione tariffaria, applicata agli impianti per il trattamento rifiuti che impone prezzi amministrati laddove gli stessi siano individuati come essenziali per ciclo di gestione, il risultato sarebbe la creazione di barriere insormontabili all’ingresso del mercato per le Aziende. Così facendo, qualsiasi iniziativa imprenditoriale privata viene spenta sul nascere, e gli Operatori del nostro settore sono fortemente scoraggiati ad investire nella realizzazione di nuove infrastrutture e realizzazione di servizi”.

Invece, nell’audizione svolta martedì 2 Febbraio, questa volta presso, il Direttore Tecnico ha dichiarato: “Riteniamo che una riforma del codice sia necessaria. Allo stato attuale, sulla base dei dati rilasciati dagli enti di settore, i tre quarti di tutti gli affidamenti pubblici avvengono senza pubblicità. A tale scopo è necessario altresì rispettare quanto richiesto dal Consiglio di Stato nei confronti della PA, procrastinando, almeno al 1° gennaio 2024 l’entrata in vigore del Nuovo Codice Appalti”.


[1] Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti favoriscono, secondo le modalità indicate dal codice, l’accesso al mercato degli operatori economici nel rispetto dei principi di concorrenza, di imparzialità, di non discriminazione, di pubblicità e trasparenza, di proporzionalità.

[2] 1. Se sopravvengono circostanze straordinarie e imprevedibili, estranee alla normale alea, all’ordinaria fluttuazione economica e al rischio di mercato e tali da alterare in maniera rilevante l’equilibrio originario del contratto, la parte svantaggiata, che non abbia volontariamente assunto il relativo rischio, ha diritto alla rinegoziazione secondo buona fede delle condizioni contrattuali. Gli oneri per la rinegoziazione sono riconosciuti all’esecutore a valere sulle somme a disposizione indicate nel quadro economico dell’intervento, alle voci imprevisti e accantonamenti e, se necessario, anche utilizzando le economie da ribasso d’asta.

Nel 2023 il mercato unico europeo compie 30 anni!

Il mercato unico dell’UE si prepara a festeggiare il suo 30° compleanno. Dalla sua creazione nel 1993, il mercato unico ha contribuito a semplificare la vita quotidiana delle persone e delle imprese, alimentando l’occupazione e la crescita in tutta l’UE. È uno dei maggiori successi dell’UE.

Di cosa si tratta

Oggi il mercato unico continua a essere la forza trainante dell’UE per affrontare nuove sfide. Può aiutare a trovare soluzioni per affrontare il cambiamento climatico, creare un approvvigionamento energetico pulito e sicuro e sostenere la digitalizzazione della nostra economia. Il mercato unico è anche la spina dorsale della resilienza dell’Europa, che le consente di emergere più forte dalla pandemia di Covid-19 e dall’attuale crisi energetica, aiutando le imprese a diversificare le proprie catene di approvvigionamento e a trovare nuove opportunità commerciali.

Quali sono i principali vantaggi del mercato unico?

Crea nuove opportunità per le persone e le imprese

Il mercato unico offre alle persone la possibilità di viaggiare e lavorare all’interno dell’UE e consente a merci, servizi e denaro di circolare quasi liberamente come all’interno di un singolo paese. Questo è diventato parte integrante della vita europea. Queste opportunità creano una scelta più ampia di prodotti e servizi per i consumatori in tutta l’UE.

Stabilisce valori e standard comuni

Un mercato unico ben funzionante richiede che tutti rispettino le stesse regole. Ecco perché i consumatori possono fidarsi che i prodotti ei servizi che acquistano in tutta l’UE sono sicuri e soddisfano i requisiti di prestazione concordati; e che le aziende rispettino le norme in materia di tutela del lavoro e dell’ambiente. Il mercato unico ci aiuta anche a proiettare questi elevati standard e valori a livello globale.

Aiuta le aziende a crescere e a superare i momenti difficili

Il mercato unico aiuta le imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni, ad attrarre investimenti per crescere nell’UE e nel mondo. Protegge inoltre le aziende da possibili shock alle loro catene di approvvigionamento, facilitando loro la ricerca di nuovi fornitori e partner. In questo modo, il mercato unico ha aiutato le aziende a connettersi e a superare difficoltà come la recente pandemia di COVID-19, consentendo all’Europa di fornire vaccini salvavita e guidare la risposta globale alla crisi.

Supporta la ricerca di soluzioni a nuove sfide

Il mercato unico è la migliore risposta dell’Europa per contribuire ad affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici, sviluppare un’economia e una società più sostenibili e circolari e sfruttare appieno la rivoluzione digitale. Consente la scalabilità di soluzioni innovative in tutto il continente e aiuta l’Europa a garantire l’accesso a nuove tecnologie, materie prime critiche ed energia pulita, nonché infrastrutture, finanziamenti e competenze necessarie per questa transizione.

Principali risultati del mercato unico

Vivere e lavorare in tutta l’UE

Erasmus – uno dei maggiori successi europei, Erasmus è nato come programma di scambio di studenti e ora sostiene quasi 640 000 persone nei loro studi, tirocini o attività di volontariato all’estero (nel 2020). Inoltre, più di 11 000 giovani imprenditori hanno beneficiato di esperienze lavorative e tutoraggio in aziende di altri paesi dell’UE attraverso il programma Erasmus per giovani imprenditori.

Qualifiche professionali – Le norme del mercato unico assicurano che le qualifiche professionali di un paese siano riconosciute da un altro. Avvocati, ingegneri o persone qualificate in altre professioni regolamentate dai paesi dell’UE possono essere certi che godranno di pari opportunità in altri paesi dell’UE.

Sicurezza dei dati personali –  Il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE garantisce agli utenti tecnologici determinati diritti, tra cui il controllo e l’accesso ai propri dati, e persino il diritto di richiedere la cancellazione dei propri dati. Le organizzazioni sono ora obbligate a utilizzare strumenti di sicurezza come la crittografia, ove possibile, per ridurre al minimo i danni agli utenti in caso di violazione dei dati.

Vaccini

i vaccini hanno svolto un ruolo chiave nel tenere sotto controllo la pandemia di COVID-19. Una volta concesse le approvazioni mediche, l’Europa ha intensificato la produzione di vaccini per gli europei e il resto del mondo.

Fornitura di energia

Le norme dell’UE sui fornitori di energia danno potere ai consumatori, rendendo più facile per loro confrontare le offerte e cambiare fornitore di energia elettrica.

Prodotti e servizi di consumo

Le norme e gli standard dell’UE garantiscono che i prodotti di consumo come vestiti, giocattoli, cosmetici o materiali a contatto con gli alimenti siano sicuri da usare. Ad esempio, le norme sui prodotti chimici assicurano che questi prodotti non contengano sostanze chimiche nocive. Gli standard assicurano che articoli come i vestiti per bambini non contengano corde o lacci.

Efficienza energetica dei prodotti: grazie alle etichette energetiche dell’UE, i consumatori possono vedere quanta energia e acqua utilizzerà un elettrodomestico. Le norme sulla progettazione ecocompatibile assicurano inoltre che i prodotti per la casa come i frigoriferi o le lavatrici diventino più efficienti dal punto di vista energetico, contribuendo a risparmiare energia e denaro.

Diritto alla riparazione: il diritto dell’UE garantisce ai consumatori il diritto di riparare o sostituire gratuitamente i prodotti difettosi per un periodo di 2 anni.

Roaming: quando si recano in un altro paese dell’UE, i consumatori non devono pagare costi aggiuntivi per utilizzare i propri telefoni cellulari.

Caricabatterie comune: le nuove norme garantiranno che le persone saranno in grado di ricaricare i propri telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici utilizzando un solo tipo di caricabatterie. Ciò sarà più conveniente per i consumatori e contribuirà a ridurre i rifiuti elettronici.

Imprese

Semplificare gli affari per le PMI: una rete di portali nazionali, disponibile attraverso La tua Europa, fornisce informazioni alle imprese e al pubblico in generale su come le norme dell’UE sono applicate in ciascun paese dell’UE per gli utenti transfrontalieri, nonché sui servizi di assistenza disponibili. Il sistema dovrebbe presto consentire il completamento di molte procedure amministrative completamente online, in tutti i paesi dell’UE.

Pagamenti tempestivi – Le norme dell’UE assicurano che le autorità pubbliche remunerino tempestivamente le imprese per i prodotti e i servizi che forniscono. . Per scoraggiare ulteriormente una cultura dei ritardi di pagamento, le norme attuali saranno rafforzate, in particolare per proteggere le PMI e le imprese più vulnerabili.

Appalti pubblici – Le norme dell’UE garantiscono che gli appalti delle autorità pubbliche siano aperti e trasparenti. Le autorità pubbliche sono inoltre incoraggiate ad acquistare prodotti e servizi innovativi, più puliti e più digitali, ad esempio optando per veicoli più puliti nel trasporto pubblico.   

Brevetto unitario – dopo anni di trattative, le imprese potranno presto tutelare la propria proprietà intellettuale registrando un unico brevetto europeo unitario. Il nuovo sistema renderà inoltre più facile far valere i diritti delle imprese in tribunale e, in generale, renderà più semplice ed economico per le imprese proteggere le proprie innovazioni.

Input e tecnologie fondamentali: le aziende hanno bisogno di input essenziali come materie prime critiche o tecnologie chiave come i semiconduttori per contribuire a far progredire l’inverdimento e la digitalizzazione della nostra economia. Grazie al mercato unico, l’Europa sta lavorando per ridurre le nostre dipendenze dai paesi terzi, anche attraverso l’imminente Critical Raw Materials Act, diversificando le forniture, aumentando la produzione in Europa e sostenendo il riciclaggio.

Contratti di sviluppo: chiusura dello sportello il 28 febbraio 2023

Con decreto direttoriale MIMIT del novembre 2022 è stata fissata al 28 novembre 2022 la riapertura dello sportello per la presentazione delle domande di agevolazioni a valere sulla misura dei Contratti di sviluppo. Esso rimarrà aperto fino alle ore 17.00 del 28 febbraio 2023.

Lo sportello

Con decreto direttoriale del 16 novembre 2022 è stata fissata alle ore 12:00 del 28 novembre 2022 la riapertura dello sportello per la presentazione delle domande di agevolazioni a valere sulla misura dei Contratti di sviluppo, per il sostegno di programmi coerenti con le finalità Misura M2C2 Investimento 5.1 “Rinnovabili e batterie” del PNRR.

Lo sportello, che può contare su una dotazione di 358.251.807,14 euro, rimarrà aperto fino alle ore 17.00 del 28 febbraio 2023.

Cosa sono i contratti di sviluppo

Il Contratto di sviluppo, introdotto nell’ordinamento dall’articolo 43 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ed operativo dal 2011, rappresenta il principale strumento agevolativo dedicato al sostegno di programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni.



La normativa che regola lo strumento ha subito, nel corso degli anni, sostanziali modifiche volte a garantire una maggiore celerità delle procedure di accesso ed una migliore risposta alle esigenze manifestate dal tessuto produttivo nazionale.


La normativa attualmente in vigore (decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 dicembre 2014 e s.m.i.), valevole per il periodo di programmazione 2014-2020, consente la finanziabilità di:

  • programmi di sviluppo industriali, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
  • programmi di sviluppo per la tutela ambientale;
  • programmi di sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali.

Nell’ambito dei suddetti programmi, lo strumento può finanziare, altresì, programmi di ricerca, sviluppo e innovazione nonché opere infrastrutturali nei limiti previsti dalla normativa di attuazione.


L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni non deve essere inferiore a 20 milioni di euro, ovvero a 7,5 milioni di euro qualora il programma riguardi esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.

La legge 30 dicembre 2020, n. 178 (articolo 1, commi da 85 a 87), ha introdotto specifiche disposizioni finalizzate a sostenere il settore turistico facilitando, per determinate categorie di investimenti, l’accesso allo strumento agevolativo e l’integrazione settoriale[1].

Con la Direttiva del Ministro dello sviluppo economico del 19 marzo 2021 sono state fornite le opportune direttive per perseguire la corretta attuazione delle previsioni recate dalla predetta disposizione normativa ed è stata prevista la pubblicazione dell’elenco dei comuni rientranti nelle aree interne del Paese.

Soggetto gestore

La gestione dei Contratti di sviluppo è affidata all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. – Invitalia, che opera sotto le direttive ed il controllo del Ministero dello sviluppo economico.

Destinatari

I programmi di sviluppo possono essere realizzati da una o più imprese, italiane o estere, di qualsiasi dimensione (compatibilmente con i regolamenti comunitari di volta in volta applicabili). Il programma di sviluppo può, altresì, essere realizzato in forma congiunta anche mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete di cui all’art. 3, comma 4-ter, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5.

Nei Contratti di sviluppo i soggetti beneficiari delle agevolazioni sono articolati in:

  • soggetto proponente, ovvero l’impresa che promuove il programma di sviluppo ed è responsabile della coerenza tecnica ed economica del programma medesimo;
  • imprese aderenti, ovvero le eventuali altre imprese che realizzano progetti di investimento nell’ambito del programma di sviluppo.

Fermo restando l’importo delle spese e dei costi ammissibili alle agevolazioni previsto per il complessivo programma di sviluppo, il programma del soggetto proponente deve presentare spese ammissibili non inferiori a 10 milioni di euro per quanto riguarda i programmi di sviluppo industriali e per la tutela ambientale; non inferiori a 3 milioni di euro per quelli che riguardano esclusivamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli; non inferiore a 5 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche ovvero 3 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche che riguardano le aree interne del Paese o il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.

Gli investimenti proposti dai soggetti aderenti (ivi compresi i programmi di ricerca, sviluppo e innovazione) devono presentare spese non inferiori a 1,5 milioni di euro.

Le agevolazioni

Le agevolazioni sono concesse nelle seguenti forme, anche in combinazione tra loro:

  • finanziamento agevolato, nei limiti del 75% delle spese ammissibili
  • contributo in conto interessi
  • contributo in conto impianti
  • contributo diretto alla spesa

L’entità delle agevolazioni, nel rispetto dei limiti delle vigenti norme in materia di aiuti di Stato, è determinata sulla base della tipologia di progetto, dalla localizzazione dell’iniziativa e dalla dimensione di impresa, fermo restando che l’ammontare e la forma dei contributi concedibili vengono definiti nell’ambito della fase di negoziazione.

Particolari criteri per la determinazione delle agevolazioni concedibili sono previsti, sempre in attuazione dei vigenti regolamenti comunitari, per i programmi di sviluppo per la tutela ambientale e per i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Per tale ultimo settore, con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 2 agosto 2017 sono state fornite specifiche disposizioni applicabili fino al 31 dicembre 2022.

Come funziona

Le istanze di accesso devono essere presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. – Invitalia, soggetto gestore della misura agevolativa, con le modalità e secondo i modelli indicati nella sezione dedicata del sito web dell’Agenzia.


L’Agenzia procede allo svolgimento delle attività istruttorie di competenza nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande di agevolazioni, tenuto conto delle risorse finanziarie disponibili.

Il decreto 2 novembre 2021 ha previsto un aggiornamento dei requisiti che i programmi di sviluppo industriali e i programmi di sviluppo di attività turistiche devono rispettare ai fini della concessione delle agevolazioni richieste.


[1] In particolare, la soglia di accesso per i programmi di sviluppo di attività turistiche, ordinariamente pari a 20 milioni di euro, è stata ridotta a 7,5 milioni di euro per i programmi di investimento che prevedono interventi da realizzare nelle aree interne del Paese ovvero il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse. La medesima disposizione ha, inoltre, stabilito che i programmi di sviluppo riguardanti esclusivamente l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli possono essere accompagnati da investimenti finalizzati alla creazione, alla ristrutturazione e all’ampliamento di strutture idonee alla ricettività e all’accoglienza dell’utente, finalizzati all’erogazione di servizi di ospitalità, connessi alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

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