Commissione europea: si stanno compiendo sforzi per passare a un’economia tessile più circolare e sostenibile

Con uno studio rilasciato a Novembre 2021, viene testimoniato l’impegno dell’Europea per lanciare un economia dei rifiuti tessili che sia più circolare e sostenibile che mai. Con lo “Study on the technical, regulatory, economic and environmental effectiveness of textile fibres recycling”, l’Europea delinea le tecnologie di trattamento utilizzate, e un analisi economica di rendimento delle stesse, applicate al recupero delle fibre divenute rifiuti.

In sintesi

Con i risultati dello studio, la Commissione intende fornire evidenti evidenze empiriche per migliorare la conoscenza e l’efficacia delle capacità di riciclaggio dei rifiuti tessili.

In esso si affrontano le tecnologie esistenti, sia quelle che sono applicate a livello industriale che in fase di sviluppo, relative alle diverse modalità di recupero come materia (es. riciclaggio meccanico, monomero chimico riciclaggio, riciclaggio di polimeri chimici, ecc.).

Inoltre, viene delineata un un’analisi economica ed efficacia ambientale di tali tecnologie di riciclaggio e una tabella di marcia delle tecnologie di riciclaggio dei tessili in fase di sviluppo al fine di supportarne l’adozione industriale.

Da ultimo vengono riportate le iniziative politiche pertinenti al fine di sviluppare il potenziale dell’economia in esame, e quali sono le barriere normative da abbattere per intensificare le attività di riciclaggio dei rifiuti tessili nell’UE.

Alcuni dati

L’economia dei rifiuti tessili presenta un rilevante potenziale. Basti un dato per giustificare tale affermazione. Secondo i dati forniti dalla Commissione, infatti ogni cittadino europeo:

  • utilizza in media 26 kg di materiale tessile pro-capite.
  • produce 11,3 kg di rifiuti, per un valore, in termini assoluti, pari a 5,8 milioni di tonnellate all’anno.

La produzione e il trasporto di tessuti richiedono 1,3 tonnellate di materie prime primarie, 100.000 litri di acqua e 700 m² di terra per persona all’anno.

Perché è stato promosso lo studio

L’Europea crede fermamente in questo settore: uno dei principali obiettivi della Commissione è proprio quello rafforzare la competitività dell’UE dell’industria tessile e dell’abbigliamento, laddove avanza la sua trasformazione verde e digitale.

Aumentare l’efficienza delle risorse e aiutare i ricercatori dell’UE e l’industria tessile e dell’abbigliamento europea, è l’obiettivo dell’analisi, da cui emerge che l’Europe è un leader, a livello globale, nella nascente circolare, nei modelli di business e nelle tecnologie legate al riciclo, poiché rende conoscenze sostanziali sullo stato di avanzamento e lo stato dell’arte, le opportunità e gli effetti collaterali negativi del tessile raccolta differenziata.

In particolare si vuole:

  • migliorare la conoscenza delle opportunità e le sfide delle tecnologie di riciclaggio dei rifiuti tessili, sviluppate e applicate a livello globale e livello dell’UE per quanto riguarda la loro fattibilità tecnica e maturità per l’adozione da parte del mercato e, efficacia economica e ambientale;
  • identificare aree promettenti per la ricerca futura e progetti di innovazione e le misure necessarie per sostenere l’adozione industriale del tessile tecnologie di riciclaggio già in fase di sviluppo;
  • fornire ai responsabili politici un un’analisi approfondita degli ostacoli normativi esistenti e presentare opzioni politiche alternative migliorare e potenziare le attività di riciclaggio dei rifiuti tessili nell’UE.

Le varie modalità di recupero dei rifiuti tessili

In tema di recupero come materia del rifiuto in esame, la Commissione distingue, in particolare, le seguenti tecnologie.

Il riciclaggio meccanico

si tratta di un processo basato su forze fisiche, che possono essere utilizzate in isolamento per il riciclaggio di tessuti o fibre o come pre-lavorazione per termomeccanici o chimici e processi di riciclo biochimico. La tecnologia di riciclaggio è attualmente a Livello di preparazione 9 (TRL 9) ed è già una tecnologia affermata sul mercato decenni di esperienza, ad esempio, per la lana nella regione di Prato in Italia o altri naturali fibre (a base di cellulosa come cotone, juta, sisal, lino, ecc.) e anche fibre sintetiche (poliestere, poliammide, acrilico, viscosa, PP, ecc.) in varie regioni europee (Belgio, Francia, Germania, Svezia, ecc.).

Il riciclo termico

Con il riciclo termico, invece, si realizza un processo basato sul riscaldamento con l’obiettivo di recuperare entrambi i polimeri o blocchi costitutivi a basso peso molecolare. Viene fatta una distinzione tra riciclaggio termomeccanico e riciclaggio termochimico.

Il riciclaggio termomeccanico

Si tratta di un processo utilizzato in un sistema di riciclaggio che fonde un polimero, tipicamente impiegato per consentire il riciclaggio dei polimeri. Queste sono tecnologie per il riciclaggio tessuti termoplastici, ad es. poliestere, poliammide, polipropilene, ecc. mediante lavorazione a fusione trasformarli in un rigranulato e/o nuove fibre.

Il riciclaggio termochimico

Con quello termochimico, invece, viene utilizzata la reazione di ossidazione parziale dei polimeri per produrre componenti a bassa massa molare o riscaldare per degradare i polimeri in monomeri che possono essere utilizzato come materia prima per l’industria chimica, ad esclusione dei combustibili utilizzati per l’energia

produzione o altri processi di combustione o recupero energetico.

Viene considerata come una tecnologia matura, sebbene dia luogo alla produzione di materie prime per la l’industria chimica (al contrario del recupero energetico o della produzione di combustibili).

Il riciclaggio chimico

Si tratta di un processo che utilizza la dissoluzione chimica o reazioni chimiche impiegati nel riciclo dei polimeri (sistema di smontaggio di fibre usate, estrazione di polimeri e rifilarli per nuovi usi) o il riciclo dei monomeri (sistema di scomposizione materiali tessili polimerici nei loro monomeri costituenti e ricostruzione di fibre polimeriche per nuovi usi).

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