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Decreto “Asset”: limitato il veto delle Soprintendenze sugli impianti a rinnovabili

Con il Decreto “Asset”, il nostro Governo interviene in vari settori economici, dal settore pubblico dei trasporti aerei, fino alla negazione dell’intervento della Sopraintendenza nella procedura di valutazione di impatto ambientale riguardante impianti di produzione di energia a partire da rinnovabili.

Che cos’è il Decreto “Asset”

Non si tratta di un atto legislativo che riguarda il servizio pubblico offerto dai Taxi, per cui, nel nostro Paese, stiamo assistendo a numerose contestazioni delle sigle sindacali di riferimento. Infatti, interessa vari settori economici, tra i quali anche

Entrata in vigore

Il Decreto è entrato in vigore lo scorso 10 ottobre 2023, con la conversione nella L. n. 136 del 9 ottobre 2023 del DL n. 104 del 10 agosto scorso. Esso reca “disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici”.

Le misure previste

Non solo le misure previste affinché il nostro Paese si doti, a livello aggregato, di un numero maggiore di licenze per i taxi[1]:

  • viene disposta un’imposta straordinaria sui margini di interesse  delle banche operanti nel territorio dello Stato, ed in particolare, si prevede un’aliquota del 40 per cento e la base imponibile viene configurata confrontando il margine degli interessi dell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 e quello del solo periodo d’imposta antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024; si prevede che AGCM vigili sulla puntuale osservanza del divieto, riferendo direttamente, e con cadenza annuale, nei confronti del Parlamento con apposita relazione, anche mediante accertamenti a campione;
  • il termine, per avvalersi della detrazione al 110 per cento, viene posticipato al 31 dicembre 2023 (rispetto al previgente termine del 30 settembre 2023) e riguarda gli interventi realizzati sugli edifici unifamiliari, a condizione che, alla data del 30 settembre 2022, siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo;
  • viene assegnato, all’AGCM, il compito di avviare le proprie istruttorie nel settore trasporti aerea, ed in particolare qualora si manifestino condotte restrittive della concorrenza o dell’abuso di posizione dominante da parte delle compagnie, attuate con tecniche algoritmiche e con particolare riferimento alle rotte insulari e nei periodi di picco di domanda o di emergenza nazionale (v. caso Ryanair)[2].

Interventi sull’iter autorizzativo riguardante gli impianti alimentati a FER

In tema ambiente, l’intervento del Governo con il DL “Asset”, attiene un pacchetto di prescrizioni che riguardano la produzione di energia a partire da fonti rinnovabili.

Con il Decreto, infatti non è ora piu’ possibile interrompere la costruzione di un impianto a fonti rinnovabili che ha già ottenuto la valutazione di impatto ambientale.

In tal senso viene previsto che gli impianti, già provvisti di una valutazione di impatto ambientale (VIA), non potranno essere bloccati da una nuova dichiarazione di notevole interesse pubblico (art. 12-ter).

La dichiarazione di notevole interesse pubblico è uno strumento stabilito dal codice dei beni culturali (Dlgs 22 gennaio 2004, n. 42), che in sostanza permette alla Soprintendenza competente di fermare la costruzione di un impianto a fonti rinnovabili, con l’obiettivo di tutelare il paesaggio o i beni archeologici in una determinata area.


[1] Questo dovrà essere attuato mediante l’incremento del numero degli Enti locali destinatari, al fine di avere una copertura geografica maggiore ed avere un servizio più efficiente ed adeguato. Si interviene, andando a distinguere, innanzitutto, tra i comuni in generale e i comuni capoluogo di regione, sede di città metropolitana o di aeroporti, circa il numero delle licenze. Inoltre, viene ammessa la possibilità di rilasciare, da parte degli Enti locali, in via sperimentale, licenze aggiuntive a carattere temporaneo per l’esercizio del servizio taxi in favore di chi sia già titolare di licenza. Infine, per capoluoghi di regione, sede di città metropolitana o di aeroporto, invece, è consentito incrementare il numero delle licenze non più del 20 per cento rispetto alle licenze già rilasciate, per fronteggiare lo strutturale incremento della domanda. Per il rilascio delle nuove licenze è previsto un concorso straordinario.

[2] AGCM può verificare l’accertamento delle fattispecie vietate dalla L. n. 287/1990. Si prescrive inoltre esplicito divieto di porre in essere condotte lesive della concorrenza mediante la profilazione degli utenti o la loro discriminazione sulla base del dispositivo adoperato per effettuare la prenotazione. Dato l’ampliamento dei compiti dell’AGCM, si prevede il potenziamento del relativo organico, con relativa copertura finanziaria.

Direttiva RED III in rampa di lancio

La direttiva RED III è stata aggiornata. Si tratta di un importante passaggio verso l’indipendenza energetica dell’Unione europea, con numerose prescrizioni che interessano il rilancio e l’ulteriore sviluppo della produzione di energia a partire da fonti rinnovabili. Le principali novità.

L’intervento del Consiglio della UE

Il Consiglio della UE ha recepito il testo della Direttiva sulle energie rinnovabili (c.d. “RED III”) lo scorso lunedì 9 ottobre.

Questa revisione legislativa fa parte del pacchetto “Pronti per il 55% – Fit for 55”, che adatta la legislazione UE esistente in materia di clima ed energia per raggiungere il nuovo obiettivo dell’UE di una riduzione minima del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 (REDIII).

Tali obiettivi sono stati ulteriormente innalzati nell’ambito del pacchetto REPowerEU, volto a ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia in seguito alla guerra contro l’Ucraina.

Adottando questa legislazione, il Parlamento risponde alle aspettative dei cittadini espresse nelle varie proposte effettuate, e delle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa volte ad accelerare la transizione verde dell’UE, in particolare attraverso: l’aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili; la riduzione della dipendenza dalle importazioni di petrolio e gas attraverso progetti di efficienza energetica e l’espansione dell’offerta di energia pulita e rinnovabile; il miglioramento della qualità e dell’interconnettività dell’infrastruttura elettrica; l’investimento in tecnologie per la produzione di energia rinnovabile, come la produzione e l’uso efficienti dell’idrogeno verde; e l’esplorazione di nuove fonti di energia ecocompatibili e di nuovi metodi di stoccaggio.

L’iter

Dopo il trilogo con le altre istituzioni comunitarie coinvolte, e la relativa confermata del Parlamento vengono ora fissati obiettivi specifici per il settore dei trasporti, degli edifici e dell’industria.

La legislazione è stata approvata con 470 voti favorevoli, 120 contrari e 40 astensioni.

I principali punti di riforma

Gli obiettivi della UE sono ambiziosi: l’Europa dovrà salire al 42,5% dei consumi dell’UE entro il 2030 da energie rinnovabili, e dovrà ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di energia dalla Russia. Sono previsti:

  • Procedure di approvazione più rapide per i nuovi impianti, ed in particolare sono contemplate talune zone geografiche di
  • Ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di energia dalla Russia

Con la Direttiva, che dovrà essere recepita dai Membri della UE:

  • viene prevista la facoltà, a favore di questi, di rilasciare garanzie di origine ai produttori.
  • viene prevista la possibilità, al verificarsi di talune condizioni, di procedure autorizzative accelerate a seconda della zona geografica;

Si precisa che lo snellimento delle procedure riguarda le concessioni di permessi per nuovi impianti di energia rinnovabile, come pannelli solari e centrali eoliche, o per l’adeguamento di quelli esistenti.

In particolare, in merito alle zone “accelerate”, le autorità nazionali non potranno impiegare più di 12 mesi per autorizzare la costruzione di nuovi impianti di energia rinnovabile situati nelle cosiddette “zone di riferimento per le energie rinnovabili”.

Al di fuori di queste zone, la procedura non potrà superare i 24 mesi.

Nel settore dei trasporti, la diffusione delle rinnovabili dovrebbe portare a una riduzione del 14,5% delle emissioni di gas serra entro il 2030, grazie a una quota maggiore di biocarburanti avanzati e a una quota più ambiziosa di carburanti rinnovabili di origine non biologica, come l’idrogeno.

I deputati hanno anche chiesto agli Stati membri di fissare un obiettivo indicativo per le tecnologie innovative pari ad almeno il 5% della capacità di energia rinnovabile di nuova installazione, nonché un quadro vincolante per i progetti energetici transfrontalieri. Infine, le nuove misure vanno a sostegno dell’uso della biomassa, ma garantendo che l’UE non sovvenzioni tecnologie non sostenibili. Infatti, la raccolta di biomassa dovrà essere effettuata in modo da evitare impatti negativi sulla qualità del suolo e sulla biodiversità.